John Hurt, una vecchia volpe per The Last Panthers

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John Hurt in The Last Panthers © 2015 BSkyB / © Canal + / © Haut et Court TV / © Warp Films
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Su Sky Atlantic sabato alle 21.10 vanno in onda in prima visione i nuovi episodi di The Last Panthers, l'avvincente miniserie europea su una banda di rapinatori di alto livello, le Pantere del titolo, che tra tanti giovani interpreti comprende nel cast anche un veterano come John Hurt

Su Sky Atlantic il sabato sera è la sera delle Pantere di The Last Panthers, la prestigiosa produzione di stampo paneuropeo che può contare su un cast d'eccezione che comprende l'inglese Samantha Morton, il francese Tahar Rahim e il croato Goran Bogdan. Tra di loro, spunta anche un veterano come sir John Hurt, un attore di razza con un pedigree  unico.

 

Nato a Shirebrook, nel Derbyshire, nel 1940, l'attore britannico John Hurt è noto tanto per i suoi ruoli teatrali, in particolare in opere shakespeariane, quanto per le sue interpretazioni cinematografiche. A imporlo come protagonista del grande schermo è Un uomo per tutte le stagioni, pellicola del 1966 di derivazione teatrale  che racconta le vicende del filosofo Tommaso Moro. Qui Hurt ha un ruolo secondario, ma di rilievo, nei panni di Richard Rich.

 

Per Hurt comincia un periodo di fervente attività, che lo vede impegnato in film della caratura di La forca può attendere, di John Huston, e Alla ricerca di Gregory, di Peter Wood. Ma è a partire dagli anni '70 che la sua carriera decolla sul serio: nel 1971 grazie a L'assassino di Rillington Place n.10 ottiene la sua prima nomination ai BAFTA, mentre nel 1978 buca lo schermo in Fuga di mezzanotte nel ruolo di Max, ottenendo una nomination agli Oscar come Miglior attore non protagonista e portandosi a casa un BAFTA e un Golden Globe.

 

Lo stesso anno presta la sua voce a una prima, poco conosciuta versione cinematografica del Signore degli Anelli: si tratta della pellicola d'animazione diretta da Ralph Bakshi, in cui interpreta l'avventuriero Aragorn. E nel 1979 è protagonista di una delle scene più ricordate del cinema di fantascienza, quella del chestbuster di Alien, che lo vede fare una fine a dir poco orribile

 

Il 1980 lo vede di nuovo nominato agli Oscar e ai Golden Globe e vincitore di un BAFTA grazie alla sua prova in Elephant Man di David Lynch, in cui interpreta proprio il leggendario, deforme individuo che dà il titolo alla pellicola. Al contempo prende parte al colossale flop I cancelli del cielo, film che di fatto azzoppò carriera del regista Michael Cimmino dopo il successo de Il cacciatore.

 

Gli anni successivi lo vedono protagonista di film cupi come Orwell 1984 di Michael Radford, in cui interpreta il protagonista Winston Smith, ma anche demenziali come La pazza storia del mondo (in cui è Gesù) e Balle spaziali di Mel Brooks. Nei '90 è impegnato, tra gli altri, in film come Cowgirl - Il nuovo sesso di Gus van Sandt, Rob Roy di Michael Caton-Jones, Dead Man di Jim Jarmusch e Contact di Robert Zemeckis. 

 

Dal 2000 in poi, senza mai sentire il peso dell'età, John Hurt entra a far parte di alcune saghe di grande successo: in Harry Potter interpreta il venditore di bacchette magiche Garrick Ollivander, in Hellboy è il professor Bruttenholm, il "papà" del demone protagonista, e in Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo è il dottor Harold Oxley. E nel frattempo prende parte a Melancholia di Lars von Trier e al notevole Snowpiercer di Bong Joon-ho, oltrer che a tre episodi della serie tv Doctor Who.

 

Adesso è il momento di The Last Panthers, in cui John Hurt interpreta Tom, il capo di Naomi, l'investigatrice indagare su di un importante furto di diamanti. E come al solito, ne siamo sicuri, lascerà un segno indelebile sullo schermo...

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