The Leftovers, la colonna sonora tra mistero e separazione
Serie TVDal tema del distacco a quello della famiglia Garvey, ecco come il compositore Max Richter ha scritto le tracce per i momenti clou della prima stagione, in onda su Sky Atlantic: guarda i video e scopri la colonna sonora di The Leftovers
C’è il tema dei Garvey, la famiglia che fa da filo conduttore a tutta la serie. C’è, poi, il tema “sacro”, utilizzato per sottolineare gli aspetti più misteriosi, e il tema della “separazione”, che si sente già nei primi minuti della puntata pilota (e poi ricorre spesso negli episodi successivi con diverse variazioni). Ci sono, infine, diversi inserti di musica pop, che vanno da hit recenti a classici degli anni ’60.
Insomma, anche per la colonna sonora gli ideatori di The Leftovers hanno deciso di lasciare il segno. A cominciare dalla scelta dell’artista invitato a comporre le musiche originali: il britannico Max Richter, cresciuto alla scuola di Luciano Berio, passato attraverso le collaborazioni con Roni Size e Vashti Bunyan, per poi arrivare ai lavori per il teatro e il cinema (“Un Valzer con Bashir”, “Wadjda”, “Last Days on Mars”), e ora approdato in tv con la nuova serie di casa HBO.
Non è caso che la scelta dell’ideatore Damon Lindelof e del regista Peter Berg sia ricaduta proprio su Richter: le sue composizioni sono sempre evocative ed intimiste, perfette per una serie che gioca proprio sulle emozioni e i turbamenti di interiori di chi è rimasto senza i propri cari. Una delle sue tracce più famose, “November”, è stata inclusa nei trailer di To the Wonder di Terrence Malick e in quello di J. Edgar di Clint Eastwood. “Lindelof mi ha chiesto di scrivere quello che già scrivo normalmente”, ha spiegato Richter in un’intervista a Indiewire, sottolineando quali sono i temi principali che guidano le sue composizioni.
Il primo è appunto quello dei Garvey, la famiglia del capo della polizia Kevin, di sua figlia Jill, la moglie Laurie e il figlio Tom. Il tema dei Garvey lo si può ascoltare proprio quando Tom si immerge in piscina nella prima puntata. “Si tratta di un tema che riassume i diversi aspetti della serie. Tutte queste persone complicate alla ricerca di una qualche forma di soluzione o di pace”.
L’altro tema dominante è quello della “separazione”. Lo si sente proprio nei primi minuti della puntata pilota, quando all’improvviso tutti iniziano a scomparire.
Il tema ritorna nel terzo episodio, quando il Reverendo Matt Jamison si dispera per la scomparsa della moglie e chiede aiuto.
Richter ha poi composto un tema meno caratterizzato, che in un’intervista sul blog ufficiale della serie definisce “rituale”, “sacro”, “religioso”: “Evoca qualcosa di misterioso o, possibilmente, uno spazio sacro. La musica cerca di provocare più domande che risposte. Dal momento che non è molto chiaro chi sono queste persone, si tratta di un tema irrisolto”. Questo tema c’è sia nella prima puntata, quando Santo Wayne parla con Tom, sia durante il battesimo del terzo episodio.
Non solo Max Richter, comunque. Nei trailer e nelle puntate sono presenti diversi inserti musicali pop, come il pezzo “Retrograde” di James Blake che si sente nel primo trailer della serie.
Insomma, anche per la colonna sonora gli ideatori di The Leftovers hanno deciso di lasciare il segno. A cominciare dalla scelta dell’artista invitato a comporre le musiche originali: il britannico Max Richter, cresciuto alla scuola di Luciano Berio, passato attraverso le collaborazioni con Roni Size e Vashti Bunyan, per poi arrivare ai lavori per il teatro e il cinema (“Un Valzer con Bashir”, “Wadjda”, “Last Days on Mars”), e ora approdato in tv con la nuova serie di casa HBO.
Non è caso che la scelta dell’ideatore Damon Lindelof e del regista Peter Berg sia ricaduta proprio su Richter: le sue composizioni sono sempre evocative ed intimiste, perfette per una serie che gioca proprio sulle emozioni e i turbamenti di interiori di chi è rimasto senza i propri cari. Una delle sue tracce più famose, “November”, è stata inclusa nei trailer di To the Wonder di Terrence Malick e in quello di J. Edgar di Clint Eastwood. “Lindelof mi ha chiesto di scrivere quello che già scrivo normalmente”, ha spiegato Richter in un’intervista a Indiewire, sottolineando quali sono i temi principali che guidano le sue composizioni.
Il primo è appunto quello dei Garvey, la famiglia del capo della polizia Kevin, di sua figlia Jill, la moglie Laurie e il figlio Tom. Il tema dei Garvey lo si può ascoltare proprio quando Tom si immerge in piscina nella prima puntata. “Si tratta di un tema che riassume i diversi aspetti della serie. Tutte queste persone complicate alla ricerca di una qualche forma di soluzione o di pace”.
L’altro tema dominante è quello della “separazione”. Lo si sente proprio nei primi minuti della puntata pilota, quando all’improvviso tutti iniziano a scomparire.
Il tema ritorna nel terzo episodio, quando il Reverendo Matt Jamison si dispera per la scomparsa della moglie e chiede aiuto.
Richter ha poi composto un tema meno caratterizzato, che in un’intervista sul blog ufficiale della serie definisce “rituale”, “sacro”, “religioso”: “Evoca qualcosa di misterioso o, possibilmente, uno spazio sacro. La musica cerca di provocare più domande che risposte. Dal momento che non è molto chiaro chi sono queste persone, si tratta di un tema irrisolto”. Questo tema c’è sia nella prima puntata, quando Santo Wayne parla con Tom, sia durante il battesimo del terzo episodio.
Non solo Max Richter, comunque. Nei trailer e nelle puntate sono presenti diversi inserti musicali pop, come il pezzo “Retrograde” di James Blake che si sente nel primo trailer della serie.