The Leftovers, un affresco “intimo” per la sigla di apertura della prima stagione

Serie TV
Alcune immagini tratte dalla sigla della serie
leftovers

Damon Lindelof e Tom Perrotta spiegano come hanno ideato la sofisticata sequenza di apertura della prima stagione della serie. Ispirata alla Cappella Sistina di Michelangelo, lo scopo è quello di raccontare "l’epopea intima" di chi ha perso improvvisamente i propri cari. Guarda il VIDEO

Il riferimento più evidente è alla Cappella Sistina di Michelangelo. Proprio dal capolavoro del Rinascimento sono partiti gli ideatori di The Leftovers Damon Lindelof e Tom Perrotta, quando hanno affidato allo studio di design yU+co il compito di realizzare la sigla di apertura della serie. E non c’è dubbio che l’idea si sia rivelata azzeccata: il risultato finale è un potente affresco visivo, in grado di rappresentare in maniera originale un “Giudizio Universale” contemporaneo, come quello che subito dai protagonisti della serie.

 

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Sul blog ufficiale della serie, Lindelof e Garson Yu, dello studio yU+co, hanno raccontato come è stata realizzata la sigla, dalla prima idea rinascimentale fino alla proposta di realizzare un affresco con personaggi e scene del tutto contemporanee, in modo da “renderla meno pretenziosa, più irriverente e, soprattutto, originale”. L’obiettivo finale, racconta Lindelof, era quello di creare un’epopea intima: “L’affresco è di certo biblico nella sua scala, ma il focus doveva essere sulla sofferenza e il dolore che le persone provano mentre i loro cari stanno per scomparire”.

 

Ecco quindi una serie di scene incentrate non tanto su chi è scomparso, ma su chi resta, e deve fare i conti con il peso dell’assenza. Come nel caso dell’immagine finale, in cui un figlio si allontana dal padre: il primo sembra scendere giù, ma appena la camera si sposta si capisce che sta salendo in alto, insieme a decine di altri individui, provocando così in chi guarda una sensazione di ascensione straniante.

 

In perfetto stile rinascimentale, non poteva poi mancare poi una scena di nudi. Se per Michelangelo la scelta era stata fatta per rappresentare l’uguaglianza degli uomini di fronte al Giudizio Universale, in questo caso invece le intenzioni sono diverse: “Abbiamo voluto essere inclusivi di tutti i diversi aspetti della vita - ha spiegato il designer Garson Yu - Diverse tipologie di persone, diverse razze, diverse preferenze sessuali. L’umanità in tutti i suoi aspetti”. Oltre alle leggere animazioni che danno un tocco surreale alla sequenza, c’è poi un dettaglio che a molti sarà sfuggito, ma che ha un valore fortemente simbolico: “Una mano viola che simbolizza l’idea della morte. Si possono vedere le dita muoversi”.

 

Lo studio yU+co è noto per le sue soluzione grafiche creative. Oltre alla sigla di The Leftovers ha realizzato quella di The Walking Dead e Silicon Valley, così come le grafiche dell’ultimo Robocop e diLife of Pi.

Un ulteriore tocco di classe arriva poi dalla colonna sonora originale composta da Max Richter, musicista britannico autore di colonne sonore cult come quella di Un Valzer con Bashir. La sua traccia “November” è stata inclusa nei trailer di To the Wonder di Terrence Malick e J. Edgar di Clint Eastwood.

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