Figli del proibizionismo sullo schermo
Serie TVL’ultimo capolavoro capitanato dai gangster anni Trenta è “Boardwalk Empire”, ma da “The Untouchables” a “Era mio padre” e “C’era una volta in America”, il commercio clandestino di alcolici durante il prohibition è uno degli sfondi preferiti del cinema.
di Camilla Sernagiotto
Non c’è addicted to whisky o astemio che non conosca questa parola: proibizionismo.
E non c’è cinofilo che la ignori.
Il periodo fra il 1919 e il 1933 in cui negli Stati Uniti furono bandite la fabbricazione, la vendita, l’importazione e il trasporto di qualsiasi tipologia di alcolico è infatti uno dei più rappresentati sul grande schermo.
Da Cotton Club a Hoffa: santo o mafioso?, da A qualcuno piace caldo a I contrabbandieri degli anni ruggenti, il cinema ha portato in scena innumerevoli volte il prohibition yankee.
Da qualche anno a questa parte tale lasso di tempo in cui (teoricamente) sarebbe dovuta sparire qualsiasi goccia d’alcol è diventato lo sfondo prediletto anche del piccolo schermo.
Non c’è tanto da scervellarsi: il titolo che regna sovrano in questo genere è Boardwalk Empire, l’impero del crimine più efferato che poggia le basi proprio sul proibizionismo.
Dopo la pioggia di Golden Globe ed Emmy Awards che si è abbattuta sulla serie televisiva più amata dai nostalgici di C’era una volta in America, l’interesse attorno alla saga criminale capitanata dal boss Enoch "Nucky" Thompson alias Steve Buscemi è cresciuto a dismisura.
Ma quali sono le pellicole che prima del fortunatissimo serial ideato da Terence Winter (già sceneggiatore de I Soprano) hanno trattato la tematica del proibizionismo?
Tra i film che ne parlano in maniera più eclatante spicca il titolo di The Untouchables - Gli intoccabili, capolavoro diretto da Brian De Palma e incentrato proprio sulla lotta contro il crimine organizzato capeggiato da niente po’ po’ di meno che Al Capone (siamo a Chicago).
Subito dopo lo scontro cinematografico tra Kevin Costner-Eliot Ness VS Al Capone-Robert De Niro, altra pellicola assolutamente da citare è quella ancora una volta dominata dalla presenza di Bob De Niro sullo schermo: C’era una volta in America.
Il suo personaggio, David “Noodles” Aaronson, è per l’appunto un gangster figlio del proibizionismo che ne combinerà di cotte e di crude proprio cavalcando l’ondata di crimine di questo periodo buio della storia a stelle e strisce.
Un’altra pellicola basata su quel periodo che tocca tutte le tematiche a esso collegate (gangster, boss, mitragliatrici Thompson, mercato nero di alcolici, rese dei conti, spargimento di sangue come piovesse) è quella firmata Sam Mendes con protagonista Tom Hanks, ossia Era mio padre.
Tra i più recenti, da menzionare c’è Lawless (diretto da John Hillcoat e sceneggiato da Nick Cave): tre fratelli di casa in Virginia sono coinvolti nel commercio clandestino di alcolici durante la grande depressione degli anni Trenta. Più proibizionismo di così...
Non c’è addicted to whisky o astemio che non conosca questa parola: proibizionismo.
E non c’è cinofilo che la ignori.
Il periodo fra il 1919 e il 1933 in cui negli Stati Uniti furono bandite la fabbricazione, la vendita, l’importazione e il trasporto di qualsiasi tipologia di alcolico è infatti uno dei più rappresentati sul grande schermo.
Da Cotton Club a Hoffa: santo o mafioso?, da A qualcuno piace caldo a I contrabbandieri degli anni ruggenti, il cinema ha portato in scena innumerevoli volte il prohibition yankee.
Da qualche anno a questa parte tale lasso di tempo in cui (teoricamente) sarebbe dovuta sparire qualsiasi goccia d’alcol è diventato lo sfondo prediletto anche del piccolo schermo.
Non c’è tanto da scervellarsi: il titolo che regna sovrano in questo genere è Boardwalk Empire, l’impero del crimine più efferato che poggia le basi proprio sul proibizionismo.
Dopo la pioggia di Golden Globe ed Emmy Awards che si è abbattuta sulla serie televisiva più amata dai nostalgici di C’era una volta in America, l’interesse attorno alla saga criminale capitanata dal boss Enoch "Nucky" Thompson alias Steve Buscemi è cresciuto a dismisura.
Ma quali sono le pellicole che prima del fortunatissimo serial ideato da Terence Winter (già sceneggiatore de I Soprano) hanno trattato la tematica del proibizionismo?
Tra i film che ne parlano in maniera più eclatante spicca il titolo di The Untouchables - Gli intoccabili, capolavoro diretto da Brian De Palma e incentrato proprio sulla lotta contro il crimine organizzato capeggiato da niente po’ po’ di meno che Al Capone (siamo a Chicago).
Subito dopo lo scontro cinematografico tra Kevin Costner-Eliot Ness VS Al Capone-Robert De Niro, altra pellicola assolutamente da citare è quella ancora una volta dominata dalla presenza di Bob De Niro sullo schermo: C’era una volta in America.
Il suo personaggio, David “Noodles” Aaronson, è per l’appunto un gangster figlio del proibizionismo che ne combinerà di cotte e di crude proprio cavalcando l’ondata di crimine di questo periodo buio della storia a stelle e strisce.
Un’altra pellicola basata su quel periodo che tocca tutte le tematiche a esso collegate (gangster, boss, mitragliatrici Thompson, mercato nero di alcolici, rese dei conti, spargimento di sangue come piovesse) è quella firmata Sam Mendes con protagonista Tom Hanks, ossia Era mio padre.
Tra i più recenti, da menzionare c’è Lawless (diretto da John Hillcoat e sceneggiato da Nick Cave): tre fratelli di casa in Virginia sono coinvolti nel commercio clandestino di alcolici durante la grande depressione degli anni Trenta. Più proibizionismo di così...