La cantautrice ha deciso di non ritirare la querela contro Morgan, respingendo l’offerta risarcitoria da 100mila euro. Il processo per stalking e diffamazione prosegue a dicembre
Angelica Schiatti ha scelto di andare avanti. La musicista di Merate (Lecco) ha deciso di non ritirare la querela contro Marco Castoldi, in arte Morgan, nonostante l’offerta risarcitoria da 100mila euro presentata in aula sotto forma di assegno circolare. Il procedimento, in corso al Tribunale di Lecco, riguarda accuse di atti persecutori e diffamazione aggravata, legate a una serie di messaggi pubblicati su una chat di gruppo tra il 2020 e il 2021, dopo la fine della loro relazione. L’assegno è stato ritirato da Schiatti, ma solo come “acconto” su un danno che, secondo lei, sarebbe più ampio e ancora da dimostrare.
La difesa: “L’assegno è stato accettato, ma non basta”
A chiarire la posizione della difesa è stata l’avvocata Rossella Gallo, legale di Morgan, che ha precisato all’ANSA: “Non risponde al vero che Schiatti abbia respinto l’assegno. Lo ha ritirato personalmente in aula”. Secondo quanto riferito, il giudice ha chiesto alla cantautrice se intendesse rimettere la querela alla luce dell’offerta, ritenuta “congrua” come risarcimento integrale. Ma Schiatti ha ribadito la volontà di proseguire con il processo, trattenendo l’assegno come acconto su un presunto danno maggiore. La somma offerta rappresenta un netto aumento rispetto ai 15mila euro inizialmente proposti da Castoldi nel tentativo di accedere alla giustizia riparativa, percorso poi naufragato.
L’eccezione costituzionale e il rinvio a dicembre
Durante l’udienza del 6 novembre, è tornata in discussione l’eccezione di legittimità costituzionale sollevata dalla difesa di Castoldi. Il nodo riguarda l’articolo 162-ter del codice penale, che esclude la possibilità di estinguere il reato di stalking anche in presenza di condotte riparatorie ritenute congrue. Secondo la difesa, questa norma violerebbe i principi di uguaglianza e proporzionalità. Il giudice ha rinviato l’udienza a dicembre, quando si deciderà se trasmettere la questione alla Corte Costituzionale. Intanto, le accuse contro Morgan restano pesanti: atti persecutori e diffamazione aggravata, con attivazione del codice rosso, per comportamenti messi in atto tra il 2020 e il settembre 2021.