Marky Ramone in concerto Milano: "Anche nel 2025 essere Punk significa essere liberi"
Musica Credit Fadil Berisha
Il batterista della rivoluzionaria band, la prima a essere ammessa nella Rock and Roll Hall of Fame, sarà in concerto a Milano con la sua band, i Blitzkrieg, mercoledì 9 luglio. L'INTERVISTA
Una leggenda. Non esistono altri vocaboli. Marky Ramone, classe 1952 che mercoledì 9 luglio salirà sul palco del Circolo Magnolia di Milano, è una leggenda della musica. La sua carriera è fatta di mille avventure ma quella che lo ha portato nella Rock and Roll Hall of Fame, è la sua storia di batterista nei Ramones, storica band Punk, la prima in assoluto a entrare in quella Hall of Fame. Al Magnolia Marky Ramone si esibirà live con la sua band, i Marky Ramone’s Blitzkrieg. Con oltre 1.700 concerti alle spalle, Marky Ramone continua a portare in tour lo spirito immortale del punk newyorkese. Tra i singoli iconici della band rock punk americana per antonomasia ci sono Sheena is a Punk Rocker, Rockaway Beach, Rock'n'roll high school e I wanna be sedated. Il gruppo Marky Ramone’s Blitzkrieg oltre che da Marky alla batteria, da Marcelo Gallo alla chitarra, Pela alla voce e Martin Sauan al basso.
Marky partiamo dal 1970, quanto ti sei unito ai Ramones al posto di Tommy Ramone. Cosa ricordi di quell'epoca in cui il Punk fu artefice dell'ultima, grande rivoluzione musicale?
Quanto divertimento! C’erano tante persone che erano curiose su cosa avrei fatto io e se le cose sarebbero andate bene. Abbiamo fatto alcune prove e ho dovuto imparare Road to Ruin, il primo album che ho fatto con loro, e avevamo un live dopo due settimane. Il primo show è stato molto divertente ed energico, gli altri della band erano felici e sollevati che fossi stato in grado di salvare la situazione.
Di tutti gli album che hai registrato con loro, quale per te è particolarmente importante, significativo?
Road To Ruin, il primo cui ho partecipato. Era l’inizio del mio viaggio con i Ramones, la prima canzone che feci era I wanna be sedated, un singolo che andò straordinariamente bene, riconosciuto di platino, che ha venduto una quantità enorme di copie. Mi son sentito molto felice, in particolare dopo il primo show.
Uno show che non scorderai mai con i Ramones?
Direi US Festival in California, davanti a 75mila persone! C’erano 105 gradi nel deserto e noi avevamo tante giacche addosso! A un certo punto volevo togliere la mia, anche perché i batteristi bruciano più calorie: lo ho fatto e gradualmente tutti mi hanno seguito, tranne Joey! É uno di quegli show che non scorderò mai.
Cosa significa Punk per te nel 2025? Come è cambiato dagli anniSettanta?
Niente cambia. É abbastanza simile, stessi problemi, stesse politiche, stesse situazioni da vivere. Punk significa essere felice nella propria pelle, fare ciò che si ama e non credere a ciò che le altre persone ti dicono di fare, quindi fare a modo proprio, non seguire le regole.
Per quanto riguarda la scena punk contemporanea, c'è qualche band che ha catturato la tua attenzione?
Beh, molte delle punk band giovani che ho notato secondo me suonano o come i Ramones o come The Clash ovvero cercando originalità. Mi piacciono band come i Green Day che sono vicini ai Ramones come influenza e lo si può sentire benissimo nella loro musica; lo stesso vale per i Rancid che sono molto influenzati dai The Clash. Io sto cerco originalità, è ciò che mi piace, quindi tengo le orecchie ben aperte per scoprire nuove e originali punk band!
Parliamo del tuo live al Circolo Magnolia. Dobbiamo prepararci a qualche sorpresa?
Saranno 30 canzoni, tutta energia, nessuna pausa, suoneremo tutte le canzoni che un fan dei Ramones conosce e ama. Ci saranno molto divertimento e molta esaltazione.
Focalizzandoci sui 30 brani, come li scegli? C’è un criterio particolare o vai d'istinto?
Vado a rivedere tutti i video che trovo dei brani suonati coi Ramones e osservo le reazioni dei fan alle varie canzoni e prendo quelli che hanno avuto una reazione migliore. Poi li condiviso con la mia band. Secondo me è la tecnica giudicare. Quando giravo coi Ramones avevo sempre due videocamere e mi assicuravo che lo show fosse registrato. Poi guardovo e dicevo “ok, questa canzone va!” oppure “Bella reazione questa, la voglio!”. Metto tutto insieme e la scaletta è fatta.
Cosa rende l’esperienza coi Blitzkrieg diversa dal passato e quale è secondo te la benzina che alimenta le vostre performance?
Le canzoni sono le stesse, sono differenti i tempi che viviamo; le persone della mia band sono diverse e le loro personalità, che caratterizzano il lavoro, sono diverse rispetto ai Ramones.
Hai lanciato una linea di vestiti e realizzato una raccolta di disegni. Cosa ti spinge verso una esplorazione artistica diversa da quella musicale?
Quando è esplosa la pandemia da Covid sono andato alle Hawaii per isolarmi dal virus. Ero praticamente da solo su una isoletta e non avevo con me la batteria e così, per provare qualcosa di nuovo, mi sono attrezzato e ho cominciato a dipingere e ho continuato!
Passi tanto tempo in Italia, hai anche una casa qui, cosa ti affascina così tanto del nostro paese ?
Le persone, il cibo, l’atmosfera, i panorami, ci sono così tante cose che amo dell’Italia che potrei farti un elenco che dura ore. Inoltre sono molto cambiato e sono piuttosto tranquillo rispetto a prima, mi piace venire qui perché è come vivere un cambiamento rispetto alla vita di New York.
Coi Ramones siete entrati nella Rock and Roll Hall of Fame: vi aspettavate questo riconoscimento?
Assolutamente ci ha colto di sorpresa. Siamo stati la prima punk band a raggiungere questo traguardo. Non ci avevamo mai pensato, non ce la aspettavamo, ma quando è arrivata siamo stati molto, molto felici.