Piano City Milano, Alexis Ffrench: "La musica classica è bellissima. Vi spiego perché"
Musica Foto di Alex LakeUn pianista che unisce la tradizionalità della musica classica al pop più contemporaneo, ma anche alla danza, e a tante sfumature della vita che colora con la sua musica: abbiamo incontrato uno dei musicisti e compositori più interessanti del momento che oggi, giovedì 16 maggio, suonerà all’anteprima di Piano City Milano. Insieme a lui abbiamo parlato di cosa significa essere musicisti ma anche della bellezza della musica classica che no, non è assolutamente noiosa. La nostra intervista
Alexis Ffrench è appena arrivato a Milano. La giornata è piuttosto uggiosa, quasi con colori e temperature londinesi, che ricorda poco prima dell'inizio della nostra conversazione: "Ho portato un po’ di Londra a Milano", dice sorridendo. Ci racconta di qualche disguido avuto poco prima di partire e si scusa per i pochi minuti di ritardo, ma è felicissimo di essere in città per un appuntamento molto importante. Il celebre pianista inglese, infatti, è a Milano per il concerto che terrà stasera a Villa Necchi Campiglio, anteprima di Piano City Milano in collaborazione con Apple Music Classical. Ffrench, però, non è soltanto un eccellente musicista, ma anche il conduttore di Classical Connections, show innovativo in cui guida gli ascoltatori in lunghi viaggi proprio nella musica classica. Sapevate che Bach si può trovare anche nell’ultimo album di Beyoncé? È uno dei temi che lo stesso pianista tratta in questo programma, che si può ascoltare ogni sabato alle 19.00 su Apple Music Radio. La tradizione della musica classica è anche nel pop più contemporaneo. Sì, è tutto vero.
"La musica classica è la base di ogni genere musicale"
Alexis, la musica classica è la base di ogni genere musicale, la si trova ovunque, anche nel pop o nel rock più estremo. Come unisci questi mondi così diversi e apparentemente lontani?
La musica è parte integrante della mia vita da così tanto tempo, e spesso ritrovo la musica classica anche in altri generi. È un tema che tratto spesso anche nel mio programma. Io nasco come amante della musica, anzi proprio come fan, e da attento ascoltatore grazie alla collezione di dischi di mio padre. Una nutrita collezione composta da album di Aretha Franklin, Sam Cooke, Bob Marley ma anche con melodie di Mozart. Una panoramica piuttosto ampia, direi! Sono entrato nel mondo della musica molto presto e ho poi ho iniziato a suonare il pianoforte sul tavolo della cucina, muovendo le mie dita al ritmo di Stevie Wonder. Ho notato subito che non c’erano barriere tra le varie tipologie di musica, ed è qualcosa di ancora oggi vedo. La musica classica dà le basi di molta melodia che ascoltiamo ogni giorno: tante persone non si rendono conto che magari la colonna sonora di un film o di una pubblicità che si vedono oggi sono state composte anche duecento anni prima. Ne parlo proprio nel mio programma: trovo che questi parallelismi siano molto interessanti, e soprattutto osservare con più attenzione le canzoni ci permette di guardare in maniera diversa anche al passato. Lo trovo un bellissimo viaggio!
Il concerto giovedì 16 maggio a Villa Necchi Campiglio
Sarai a Piano City, e come una Tiny Dancer, come direbbe Elton John, suonerai con molta delicatezza e rispetto in un luogo magico come Villa Necchi Campiglio. Sai già cosa porterai dal vivo?
Ho da poco terminato alcuni tour, e la cosa che più mi piace del suonare dal vivo in tante parti diverse del mondo è che incontro molte persone, che stanno vivendo momenti diversi della loro vita. La musica ha questa bellissima caratteristica: unisce la gente in un unico luogo, gente che magari non ha scelto il vicino di posto. Spesso mi capita di rispondere a ciò che vivo e provo in quei momenti, anche rispetto all’energia che quelle persone portano. Quindi mi capita di suonare dei brani che tutti aspettano di ascoltare, ma anche mie composizioni improvvisate sul momento. In un concerto in Svezia sapevo che un ragazzo avrebbe fatto la proposta di fidanzamento alla sua ragazza, così gli ho chiesto di selezionare alcune note per comporre una melodia. È stata una bellissima serata. Mi piace l’idea di poter creare delle esperienze e fare qualcosa di unico per le persone.
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L'importanza dell'improvvisazione
Credo che alcuni dei concerti più belli mai visti siano stati ricchi di improvvisazioni! Penso a Benjamin Clementine, o a Jon Batiste. Come compositore e musicista, come ti senti all’idea di ricevere queste energie dal pubblico e poi trasformarle in note?
Mi piace tantissimo. Le persone arrivano ai live pronte ad accogliere qualcosa di nuovo, e pronte a prendere parte a questo processo di co-creazione. E in ogni città succede sempre qualcosa di diverso, questo mi fa molto felice. Ho sempre improvvisato, ed è un dono che posso condividere: è bellissimo poterlo fare.
"Ricevo messaggi bellissimi da chi viene ad ascoltarmi"
Dicono che un concerto possa cambiarti la vita, e a volte può accadere. Come ti senti all’idea di aver cambiato un momento della vita di qualcuno?
Resto piacevolmente toccato dalle parole che mi dicono le persone che scelgono di dedicare parte del loro tempo a me, venendo a sentirmi, ma anche scrivendomi come si sentono dopo un concerto. Ricevo messaggi molto personali, dolci, felicissimi, ma anche frasi che mi raccontano di come la mia musica sia stata cura in un momento difficile. Il dono di essere un musicista è anche questo: far parte di istanti molto personali.
L'importanza del brano Bluebird
C’è qualcosa che ti è stato detto che conservi nel tuo cuore?
Sì, ed è stato un momento molto forte. Dopo aver ascoltato il brano Bluebird (l’ho composto per mia figlia, che poi ha danzato nel video della canzone), una persona mi ha scritto, andando nei dettagli della sua vita personale: "Grazie per aver tirato fuori il bambino che c’è in me. Pensavo non l’avrei mai più trovato, invece grazie a questa canzone l’ho ritrovato". Mi sono fermato a riflettere, quelle parole hanno cambiato me. Ma è quello che accade sempre quando le persone scelgono di scrivermi e dirmi come si sentono dopo aver ascoltato un mio brano. Sono molto grato per tutto questo.
La figlia danzatrice, il figlio musicista e studente di geopolitica
Sei una musicista, ma anche un papà e un marito. Riesci a condividere la passione per la musica con loro?
Certo! Poco fa ho parlato di mia figlia, Savannah: è una danzatrice, ha iniziato a ballare da piccolissima e come tutti i genitori, l’abbiamo seguita in ogni momento del suo percorso. Ora è nella compagnia di Matthew Bourne. In un’occasione molto particolare Savannah ha danzato dal vivo sulle note di Bluebird e si è commossa. Alla fine si è girata verso di me e ha detto: Scusa papà se sto piangendo. È stato un momento stupendo. Mio figlio non studia musica, ma cinese e geopolitica a Taiwan, dove si trova ora. È un ottimo musicista, e spesso abbiamo composto dei brani insieme: alcuni dei miei brani più famosi sono stati ispirati proprio da lui! Quindi sì, la musica è una questione di famiglia, ma senza aver mai calcolato nulla. È stato sempre così e sempre lo sarà.
"La musica classica non è noiosa: ecco perché"
Da amante della danza classica, dico sempre che è la base di ogni altra danza, ed è fondamentale studiare il balletto classico. Stessa cosa per la musica. Ma molti dicono che anche studiare il pianoforte è noioso. Ma non lo è! Tu cosa diresti a chi pensa questo?
C’è una risposta breve e una un po’ più articolata. Partiamo da quella più semplice, partendo da una frase che mi ha detto mio suocero quando stavo componendo dei brani molto complessi: "Alexis, è tutto bellissimo… ma dov’è la melodia?". Sai, la musica classica ha tantissime melodie stupende, e non interessa sapere se composte anni e anni fa. Quindi la risposta veloce alla tua domanda è: la musica classica è ricchissima di melodie, che ti entrano nelle ossa.
Ora viviamo in un mondo in cui tutto va veloce ed è immediato, e questo è l’inizio della risposta più lunga. La musica classica si associa a tempo, disciplina, studio e si scontra con le regole di oggi: quindi tanti giovani spesso preferiscono musica più veloce e immediata. Posso dire che non c’è nulla di noioso nello studio del pianoforte e della musica classica in generale, che apre a un mondo di meraviglia. Ti dà le basi per comprendere anche altri generi di musica. E ti regala momenti di gioia.