Il cantautore romano propone che la musica popolare contemporanea sia inserita nella Carta. Lo ha annunciato al ministero della Cultura, dove ha incontrato il ministro in una sala gremita di liceali. L'occasione è stata la ripubblicazione del suo album Cuore, quello di Notte prima degli esami
Doveva essere una conferenza stampa, ma è stato un bagno di folla per Antonello Venditti, che ha presentato la nuova pubblicazione del suo album Cuore in occasione dei quarant'anni dall’uscita .
Ha anche annunciato un inedito, che si intitola Dì una parola e ha un testo di Venditti sulla musica di Say something del duo americano A Great Big World.
Immancabile il lancio del tour, che partirà il 18 maggio dall’Arena di Verona e proseguirà fino al 20 dicembre al Palasport di Roma.
Il bagno di folla è stato l’incontro-dibattito con gli studenti di alcune classi di due licei romani: in occasione della conferenza stampa i ragazzi sono stati invitati nella stessa grande sala del ministero della Cultura. La distanza generazionale è stata subito annullata: i giovani hanno accolto Venditti con applausi da concerto e lo hanno ascoltato cantare Notte prima degli esami al pianoforte con un silenzio degno dell’aula di una lezione ben riuscita.
DOMANDE E RISPOSTE
Mischiati ai cronisti, i liceali gli hanno rivolto domande precise e ben poste sulla musica e su alcuni preoccupanti temi della nostra attualità: “Cosa pensi delle proteste nelle università?”, “Quale futuro credi che ci aspetti in questi anni di guerre?”, ma anche “Tu come hai passato la notte prima dell’esame di maturità?” e “”Chi erano i quattro con la chitarra e il pianoforte sulla spalla citati nel testo di Notte prima degli esami?”.
Sulle grandi questioni Venditti ha risposto senza scendere profondamente nel merito, ma fornendo un suo punto di vista generale, che può essere declinato con i temi del giorno: ha sottolineato che la libertà di espressione va sempre tutelata; che la Polizia deve accompagnare la democrazia e le manifestazioni in regola; che le guerre ci sono sempre state, ma bisognerebbe farci caso anche quando non sono vicine: “Come ai miei tempi, quando avevamo ideali globalisti”, ha spiegato Venditti. Sui ricordi personali è stato più preciso: “La mia notte prima degli esami? Quella dello scritto non me la ricordo, quella dell’orale ero in gita a Firenze, in moto con un mio amico. Sono tornato senza dormire e ho risposto bene alla prova di matematica!".
E poi: “I quattro della canzone eravamo Ernesto Bassignano, Francesco De Gregori, Giorgio Lo Cascio ed io, i ragazzi del Folkstudio. Il pianoforte è stato la mia croce da portare in spalla, perché quando ci esibivamo il piano non c’era mai”.
Il cantautore si è incontrato pubblicamente anche con il ministro della Cultura Sangiuliano, che lo ha abbracciato e gli ha detto di essere stato un suo ammiratore, anche se le rispettive idee politiche erano diverse.
Subito in apertura dell’incontro Venditti ha annunciato la sua proposta di inserire “in Costituzione” la musica popolare contemporanea, anche per difenderla dall’Intelligenza artificiale. Finito il bagno di folla lo abbiamo intervistato e il resoconto parte proprio dall’AI.
Hai paura dell’intelligenza artificiale?
No, non ho paura perché ho fatto la mia parte. Ho la mia voce e la mia identità. Il problema sarà per gli altri. L’intelligenza artificiale è un problema veramente grave di cui si occuperà anche il G7 e il Papa ne parlerà. Ho pensato un progetto di legge dove spero che la musica contemporanea popolare arrivi in Costituzione.
Non è già nell’articolo 9: 'La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura…'?
No, dovrebbe, ma non è riconosciuta come cultura. La musica leggera, da Geolier a De Andrè non è considerata cultura. Fa parte però della nostra vita, è cultura, quindi andrebbe in Costituzione.
Hai avuto un confronto vivace con gli studenti che erano nell’aula. Vorrei sapere le tue impressioni.
Gli studenti sono i rappresentanti del presente, del futuro, della libertà di espressione, della passionalità e del romanticismo, insomma tutto quello che significa essere giovani. Spero che mantengano la libertà per esprimersi in maniera libera.
Veniamo a Cuore. Cosa ne pensi quaranta anni dopo?
Penso che sia uno degli album più belli che ho scritto. Ci sono canzoni che sono rimaste nel tempo, da Notte prima degli esami a Ci vorrebbe un amico a Stella. Ci sono anche due canzoni che non fatto mai dal vivo: Mai nessun video mai e L’ottimista, che è molto divertente.”