Il brano è stato da me rielaborato insieme a Tony Ciara e durante la fase compositiva non pensavamo minimamente a un progetto discografico ma, a prodotto finito, ci siamo resi conto che avevamo in mano una possibile hit. Per questo motivo anche il feat con la splendida voce di Jolie è nato quasi per caso. Abbiamo fatto ascoltare il brano finito al mio produttore Leopoldo Lombardi che, entusiasta del risultato finale, lo ha inviato direttamente alla Sony tedesca ( casa discografica del gruppo dei kalush ) che dopo diversi mesi ci ha inviato grandissimi complimenti. Successivamente abbiamo deciso di pubblicare il brano dopo aver ricevuto dalla Sony anche l'approvazione da parte loro e dei Kalush. Nel brano ho preferito lasciare in lingua originale il ritornello per non snaturare l'intensità del messaggio. La versione in italiano non è una semplice traduzione ma un'attenta rielaborazione mantenendo fede al significato originario. Mi piaceva l'idea di due mondi musicali due lingue diverse che si incontrano per esprimere un unico messaggio ( la pace e la ricostruzione dell'Ucraina).
Nel video ho immaginato una madre come Penelope che seduta sopra le macerie della propria casa continua a ricucire la bandiera ucraina credendo fermamente al ritorno del figlio e alla fine della guerra. Il video è stato da me diretto in collaborazione con Salvo Foresta e prodotto da Ulderico Principe e Rossodisera Records. Per il cast ( Mirko Danese, Carmen Silion e Giovanni Ragusi) ho impiegato mesi per trovare i volti che rappresentassero nella maniera più autentica il senso del messaggio. La ninnananna di Stefania rappresenta l'ultimo tassello della trilogia del mondo femminile da me descritto anche nei precedenti singoli (Chador e Salomè).
La donna e tutto il mondo che le ruota intorno è sempre stato al centro della mia creatività e lo sa bene Renato Zero che, al momento di battezzarmi artisticamente presentandomi al pubblico italiano, ebbe il coraggio di farmi incidere a fine anni 90 un brano in dialetto siciliano dal titolo "A la fimminisca" tratto dai canti del mare scritto alla fine dell'800 da Alberto Favara. Il testo era una sorta di preghiera che le donne siciliane cantavano come buon auspicio per il desiderato ritorno dei propri mariti da mari lontani.
Nella mia vita artistica non sono mai riuscito a scrivere dei brani che non avessero un forte legame alla sfera del sociale. I temi sociali sono fondamentali per un cantautore, poiché possono influenzare in modo significativo il pubblico e promuovere il cambiamento sociale. La musica ha il potere di far riflettere, emozionare e mobilitare le persone, creando una connessione unica e profonda con il pubblico. Tra i vari singoli "Primavera verrà" scritto da Vincenzo Incenzo e Stefano Senesi da un'idea di Renato Zero, "15 passi", "Grido" e "Nevrosi".