Cura: "Vista da fuori anche io avrei il piacere di conoscere una come me"
MusicaVincere le paure attraverso la musica: sono il messaggio e la missione di Francesca Carbonelli che al suo Ep d'esordio ha affidato un titolo che è il suo nome d'arte, Cura. L'INTERVISTA
Francesca Carbonelli in arte Cura, mostra tutti i colori e le geometrie della sua anima con l'Ep Cura, una raccolta di quattro singoli, due inediti e due bonus track, che raccontano l’essenza più profonda del viaggio, all’interno dello stesso. Il disco è la fotografia che conserva stretti i ricordi delle emozioni, stringe dentro di sé ogni variabile, ogni passo mosso verso la riva, ogni respiro trattenuto per conoscere le meraviglie dell’apnea. Sono canzoni capaci di raccontarci una storia e insegnarcene un’altra, rispettando il ritmo del cambiamento.
Francesca partiamo dalla storia dell’album e dal tuo nome d’arte: come lo hai concepito visto che riunisce quattro singoli, due inediti e due bonus track? Perché Cura?
Cura nasce durante la mia quarantena: ho fatto la lista di nomi che potessero avere incidenza nella mia vita, poi ho realizzato che ho fatto molto la crocerossina nelle mie relazioni, alcune anche finite in maniera drastica. In questa parola ho visto una persona esterna che potesse pronunciarla. Non volevo fare un album per farlo, ho voluto prendermi del tempo per avere coerenza. Il mio produttore mi disse che portavo un messaggio di speranza, con un impatto anche sulle donne. Scrissi CuraMi al piano ed è diventato singolo manifesto.
AlzoilVolume trasmette la sensazione di una richiesta di solitudine e intimità per ridare forza al corpo e all’anima: hai curato “questo dolore”?
Il finale del brano dice proprio “ho curato” ed è un trabocchetto perché la voce trema. Il rapporto con i miei fratelli è maturato col tempo, crescere significa sapere stare in casa. Col grande un po’ di rapporto, c’è con quello di mezzo no. Non è facile crescere in una famiglia di musicisti, ognuno dice la sua e io nel mio bisogno di amare tutto ho scelto il Pop.
“Tu Vuoi solo annaffiare di luce la parte più bella di me”: questo verso trasmette diffidenza e sfiducia, come se non ti sentissi curata per quello che sei ma per quello come gli altri ti vogliono. È così, anche tu vittima di una idealizzazione?
È la storia della mia vita, ci sono state varie relazioni spesso condizionate dalla difficoltà che innesca l’idea che le persone si fanno di me e di quello che io realmente sono. Ho capito di avere qualità, da fuori anche io avrei il piacere di conoscermi. Si sono create aspettative e anche giudizi. Siamo uguali e ti piacerò… non è vero. C’è anche il fatto di vedersi rubate le idee, anche in maniera pazza: mi dicevano è irrealizzabile e poi la ho vista fatta.
Anche da DaTe è fare i conti con un periodo della tua vita: hai abbattuto tutti i castelli costruiti sul niente?
Insomma. Anzi no. Ma almeno alcuni li sto scrutando. L’importante le cose è riconoscerle, magari non tutte ma alcune sì. Sono giovane forse col tempo avrò un approccio differente. Non capisco chi dice perché capita sempre a me: che faccio io affinché non accada più? Non siamo sempre noi le vittime. Devi capire tempi ed equilibri degli altri. Io pretendo molto da me, sono un perfezionista, e va bene, ma verso gli altri serve rispetto.
“Dimmelo tu se vuoi la verità”: rifletti mai sul fatto che non ci sia una sola verità?
La verità è una percezione personale. Io intendo il mio punto di vista, vuoi sapere davvero cosa provo per te o no? Questa è la verità che io non riuscivo dire.
MaiMai è un altro amore tormentato con una persona di troppo: ora ti è più facile vedere la parte peggiore di un’altra persona?
Mi è capitato il tradimento ma l'ho scoperto dopo che lui andava con altre. È distruttivo indagare. Mi lasci perché non sono perfetta poi torni perché nulla trovi come qui dove sono io.
Il mare è sempre buio oppure hai una vista straordinaria sdraiata a terra con gli occhi in aria?
Il mare è straordinario anche di notte. Ne sono affascinata e impaurita: quando le mie amiche corrono in spiaggia mi fa paura. Io amo la natura del mare, mi sconvolge la sua bellezza.
Una curiosità ricollegandomi ad AlzoilVolume: cosa canti quando fai la doccia?
Nella mia vita vivendo con i fratelli e la famiglia l'ho fatto poco. Ora che sono da sola, amo l’eco della doccia, quello che fai ha già un riverbero. Canto di tutto, in particolare quello che ascolto fuori. Ho sempre ascoltato musica in cuffia e questo mi ha aiutato, se esco e le scordo torno a casa a recuperare le cuffie.
Alla fine possiamo dire che hai imparato a non fare più scelte che non sentivi davvero di fare? È questa la cura per essere in pace con se stessi? Il verso “se mi vuoi avere o invece lasciare che io ti scelga liberamente” è molto preciso.
Lo sto praticando, ho mollato chi voleva decidere per me e anche mi faccio la mia vita. A 24 anni me ne sono andata a Roma pagandomi un affitto quando potevo disporre di un appartamento. A breve mi trasferisco a Milano. Ma è a Roma che ho scoperto la mia indipendenza e i buchi dell’anima.
Che accadrà nelle prossime settimane?
Concerti per ora non ce ne sono ma spero che arrivino. Amo stare in studio e scrivere dunque devo sperimentare di più col palco. Prevedo un paio di singoli e poi album, sono più da progetto che da singolo.