Beatles, Paul McCartney nega di aver clonato la voce di John Lennon con l'AI

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L'ex-bassista ha negato di aver creato artificialmente l'ultimo brano inedito dei Fab Four, invece tratto da una demo e ripulito: "È tutto reale e tutti suoniamo qui"

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Paul McCartney ha smorzato le polemiche nate dall’annuncio della creazione di un ultimo inedito brano dei Beatles, che ha recuperato la voce di John Lennon grazie all’intelligenza artificiale. Molti fan hanno infatti temuto che le nuove tecnologie avessero fabbricato ex novo la composizione e la voce di Lennon, proprio come accaduto con la performance degli artisti Drake e The Weeknd interamente clonata da un utente in un brano intitolato Heart on My Sleeve, poi rimosso dai servizi di musica streaming a causa delle violazioni del copyright. “Abbiamo visto un po’ di confusione e di speculazione su questo” ha scritto McCartney su Twitter.  “Sembra che ci siano molte congetture là fuori. Non posso dire troppo in questo momento ma per essere chiaro, niente è stato creato artificialmente o sinteticamente. È tutto reale e tutti suoniamo qui. Abbiamo ripulito alcune registrazioni esistenti – un processo che va avanti da anni”.

LA STORIA DEL BRANO

Nelle scorse settimane, ai microfoni di Bbc Radio 4, McCartney aveva raccontato di aver estrapolato e ripulito la voce di Lennon da una vecchia demo da lui suonata al pianoforte che, seppur non nominata dall’ex-bassista, dovrebbe essere Now and Then del 1978. Il brano farebbe parte delle canzoni registrate da Lennon prima della sua morte, avvenuta nel 1980, su una cassetta con la scritta “per Paul” e donate a McCartney dalla vedova Yoko Ono nel 1994. Negli anni successivi, mentre i restanti membri dei Fab Four e il produttore Jeff Lynne hanno pubblicato in veste di materiale inedito i due brani Free as a Bird e Real Love, tratti dalle demo di Lennon e ripuliti, l’analogo progetto sulla nuova canzone ha subito un accantonamento anche a causa dell’opposizione di George Harrison, contrario alla scarsa qualità del suono. La spinta alla ricostruzione della demo con l’intelligenza artificiale è nata invece dall’esperimento di Peter Jackson, regista del documentario Get Back, che ha isolato e ripulito le conversazioni contenute in filmati del 1969 prima oscurate da rumori di fondo. Lo stesso processo ha consentito ai Beatles di creare nuovi mix per l’album Revolver del 1966.

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LA FIDUCIA NELL'AI

Nonostante le polemiche sull'uso dell'intelligenza artificiale nel mondo della musica McCartney, che lo scorso anno ha duettato virtualmente con l'ologramma di John Lennon al Festival di Glastonbury, ha espresso curiosità per le nuove tecnologie: “Non sono molto su internet ma le persone mi diranno: “Oh, sì, c’è una traccia nella quale John canta una delle mie canzoni”. E non è così. È solo l’AI. Tutto quello è un po’ spaventoso ma eccitante perché è il futuro”.

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