We Will Rock You, Martha Rossi trasforma Scaramouche in una eroina 2.0

Musica
Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

martha_rossi_1

La protagonista del musical che si ispira all'opera dei Queen racconta come il suo personaggio è evoluto negli anni. Poi parla di se stessa, di Wendy e Peter Pan e del rapporto speciale con Brian May. L'INTERVISTA

Iscriviti alla nostra newsletter per restare aggiornato sulle notizie di spettacolo

 

Queen non potevano che sognarla così Scaramouche. E infatti Brian May ha apprezzato la sua arte da subito. Martha Rossi è la protagonista di We Will Rock You, lo spettacolo musicale scritto da Ben Elton insieme a Roger Taylor Brian May. Martha, nei panni di una sulfurea Scaramouche, costruisce, racconta e poetizza, insieme ai suoi compagni d'avventura, una grande storia d’amore per la musica e per la libertà che, sera dopo sera, ha trascinato il pubblico, tra nostalgia, emozioni e risate, in un viaggio di speranza per un futuro migliore sottolineando l’impegno e il sacrificio necessari per cambiare ogni destino che sembra già scritto. We Will Rock You è prodotto dalla Barley Arts di Claudio Trotta. Con Martha ci siamo incontrati al Mercure Astoria in occasione degli spettacoli al Teatro Valli di Reggio Emilia.

Martha partiamo dal palco dove abbondano marchi quali Intel, Apple, YouTube per citarne qualcuno. Perché questo supermercato?
Quei loghi fanno parte delle scenografie per ricordare che siamo in un nuovo mondo. Quando l'opera debuttò, quasi 15 anni fa, l'ambientazione era una Chiesa.
Anche la tua Scaramouche è cambiata.
Era il 2009 quando debuttammo e io avevo 23 anni la prima volta che la ho interpretata. Nel copione aveva aveva 16 anni mentre ora ne ha 23, anche lei è cresciuta anche se con un ritmo diverso rispetto al calendario umano.
Come ti sei preparata? A chi ti sei ispirata?
Il mio esempio era lo Sbirulino di Sandra Mondaini che ho studiato molto bene. Almeno fino alla stagione 2021/13.
Poi cosa è cambiato?
L'ingresso nella storia delle nuove generazione e di donne con più potere hanno indotto la regista ha presentare una Scaramouche più responsabile; ad esempio c’è il monologo prima di "Somebody To Love" che cita su Greta Thunberg quando dice ”quanta acredine”. Scaramouche è più donna e più matura, è al pari degli uomini.
E' cambiato anche il pubblico.
Non dobbiamo scordare i due anni di covid che hanno cambiato anche il mondo social oltre al pubblico.Ci sono spettatori che in passato hanno già visto "We Will Rock You" ma molti conoscevano solo la mia voce su internet e non chi sono. Arriviamo da due anni e mezzo di stop a livello fisico e teatrale.
Come ti prepari? E' un ruolo dispendioso di energie che a volte interpreti anche due volte nello stesso giorno.
Mi alleno a casa, faccio palestra tecniche di respirazione perché senza quelle non è possibile cantare e ballare contemporaneamente. Molte tecniche le ho imparate a Londra grazie a Troy Antunes.
Tu sei anche cantante. L'Italia è un paese difficile?
In Italia sembra che se più cose fai e meno ne sai fare. Il bel canto non esiste più, ognuno con autotune può fare qualunque cosa. Ci chiedono, a livello discografico, di fare qualcosa di leggero ma non funziona così: l’artista fa quello che sente dentro.
E' molto coraggioso, dopo tanti anni, riprendersi un ruolo che ti ha reso un puto di riferimento. Hai avuto perplessità quando te lo hanno proposto?
C’ho pensato. Ho pensato di fare un altro percorso ma il covid ha scombussolato i piani. Poi mi sono detta che avrei trovato un pubblico più ampio e dunque ripartiamo da qui.
I Queen hanno fatto parte della tua vita o li ha incontrati sul palco per il musical?
Rientravano nel mio mondo eccome. Avevo 7, 8 e tanta paura di salire sul palco, tremavo e mio padre mi mostrò il loro concerto di Wembley e io, affascinata, ho passato il pomeriggio a vederlo e osservavo il movimento di Freddie e non tremavo più.
So che con Brian May c'è un rapporto speciale.
Mi ha visto cantare "Love of My Life" su YouTube e mi arrivò una mail mentre facevo Wendy nel musical Peter Pan da una sua amica italiana che mi invitava a partecipare ai casting. All'inizio credevo fosse uno scherzo poi ho capito e ho risposto ok finché mi ha chiamata il manager dei Queen. Brian mi ha scritto e conosciuto e introdotto al pubblico dei Queen. Mi ha fatto un video-messaggio di sponsorizzazione quando è uscito il mio disco. Pensa che quando andai a Londra a vedere "We Will Rock You" fu l'unica data in cui lui c’era e suonava "Bohemian Rhapsody": quindi era destino. Lì hanno una gestione dell’arte diversa e della musica: lui ha firmato autografi a lungo e a noi chiedeva come ci sentivamo e se avessimo bisogno di qualcosa. Una persona estremamente collaborativa.
Il futuro cosa prevede?
Non lo so ma potrei tornare a fare Wendy in "Peter Pan".
Non hai voglia per una volta di fare la cattiva?
Vocalmente non so se sono adatta. La cattiva di solito non è un soprano, ha una voce più graffiante. Ursula nella sirenetta non è un soprano. Però potrebbe essere una sfida, magari con personaggio più cupo.

Spettacolo: Per te