BMA, al via il tour itinerante dei 5 artisti emergenti di casa Fonoprint
MusicaBologna Musica d'Autore ha presentato le sue scommesse. Abbiamo assistito al primo showcase dove tutti si sono esibiti live e, in questo primo assaggio, le preferenze vanno a Evra e Moise. IL RACCONTO
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Casa Fonoprint ha aperto il sipario su BMA - Bologna Musica d'Autore Showcase Festival 2023. Scelti i cinque giovani artisti che attraverso una serie di live, ognuno aperto da un main artist sempre diverso (per la presentazione si è esibita la bolognese Lyl), arriveranno, dopo l'estate, al gran finale di Bologna. Il miglior progetto sarà premiato con dieci giornate di regsitrazione e poi mix o master; il miglior artista live sarà protagonista di una Fonoprint Live Session anche in video. Novità di questa edizione è la collaborazione con Dice che, in accordo con la direzione artistica del festival, metterà a disposizione uno slot al Goa Boa Festival per l'artista ritenuto più in sintonia col cartellone. Ho partecipato (e votato) al primo incontro con i giovani artisti e le mie preferenze vanno all'artista pugliese Evra e ai giovanissimi Moise trascinati dalla frotwoman neodiciottenne Greta Rampoldi.
Giargo in Arte
Foggiano di nascita ma bolognese di adozione ha proposto arrangiamenti notevoli, con forti risvolti jazz e blues che danno alla sua musica originalità. Meno convincente il rappato su quel tessuto musicale. Credo che andrebbe trovato un equilibrio, che vada rafforzata l’identità. Si vede che dietro c’è un progetto e una idea ma sono ancora un po' tiepidi. Ma la sua vena melanconica e riflessiva non faticherà a emergere.
Evra
Presenza importante, a dimostrazione che se hai un testo strutturato e una voce che ammalia basta un chitarrista per arrivare all'anima. Ha avuto un problema tecnico su "x averti", si è fermata e risolto l'intoppo ha liberato il sorriso e la ha eseguita di nuovo, senza avere sfasciato nulla in studio. Evidenzia tonalità Rythm’n’Blues modulate con bravura e intelligenza. “Parlo solo con me” è un bel messaggio in un mondo di tuttologi. La cosa che colpisce è il senso della presenza, riesce a giganteggiare con una naturalezza non in linea con la giovane età.
Giovanni Ti Amo
Testi indie, belli, sensati e giocati bene con un uso saggio delle parole: ironia e sfumature nonsense. Ma la musica sembra arrivare dagli anni Ottanta, mi ricorda il Pino D’Angiò di "Ma Quale idea" ma senza quella freschezza. Anche il look, total white con occhiali neri, sarà anche lo specchio di quella generazione a cavallo dei due millenni, ma non brilla per originalità. Infine il suo esordio con un "Ciao Italia" in quel contesto era totalmente...decontestualizzato.
Moise
La quota rock è quattro diciottenni che si mangiano il palco. Nascono nella pandemia, la attraversano e quella che per tanti giovani della loro generazione è diventata depressione per loro è diventata energia. Greta sembra in trance, trasmette a chi ascolta la tachicardia che canta. Poco da aggiungere, padroni della scena, testi strutturati cantati con col giusto disincanto. Fanno ascoltare in anteprima il singolo "Mi Fai venire". Se quel mi fai venire voglia di capire diventasse lo specchio di una generazione sarebbe un bellissimo messaggio. E poi hanno l’uso sensato, irriverente, saggio della parolaccia.
Still Charles
La chitarra ha echi del Nashville-style. I testi sono come racconti brevi ma manca quel guizzo che potrebbe fare a differenza. Ormai è risaputo che oggi non è necessario sapere cantare bene e lui ne è consapevole e neanche ci prova dando un segno di maturità. Sa variare con la musica e la mia idea è che col pianoforte il progetto acquisti completezza. Lo ho molto apprezzato nel momento in cui si è seduto al piano e ha fatto l'one-man-band. La sua "Stoccolma" è un gran pezzo.