Festival dei Due Mondi di Spoleto tra classico e avanguardia. Il programma

Musica

Bruno Ployer

Opera, Teatro, Musica, Danza sui palcoscenici di Spoleto. I grandi nomi e i talenti da osservare in un cartellone che dal 23 Giugno al 9 Luglio proporrà al pubblico più di 60 spettacoli.

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Anche quest’anno il Festival dei Due Mondi di Spoleto sembra promettere di mostrare alcune delle nuove direzioni dell’arte, con più di 60 spettacoli in 11 sedi, oltre 500 artisti impegnati e diverse prime nazionali e assolute. La sessantaseiesima edizione si svolgerà dal 23 Giugno al 9 Luglio prossimi e i capitoli del cartellone sono: Opera, Musica, Teatro musicale, Teatro, Danza, Incontri, Progetti speciali, Arte.

È una lista da perlustrare con attenzione e curiosità. Vi si trovano nomi celebri al grande pubblico che si alternano con i talenti che si segnalano come protagonisti del futuro.

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Concerti di inaugurazione e di chiusura in Piazza del Duomo con l’orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia: il 23 Giugno sarà diretta da Jakub Hrůša in un programma monografico con musiche di Leoš Janáček; il 9 Luglio Antonio Pappano sarà sul podio per la prima sinfonia e i Lieder eines fahrenden Gesellen di Mahler con la mezzosoprano Sasha Cooke.

Ci sarà una nuova produzione dell’opera ‘Pelléas et Mélisande’ di Claude Debussy (24–25 giugno, Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti) con la firma di Iván Fischer, direttore della Budapest Festival Orchestra e regista insieme a Marco Gandini; protagonisti Bernard Richter e Patricia Petibon.

Fischer annuncia una messinscena originale : “Credo che in futuro sempre di più le arti convergeranno: musica, teatro, arte saranno più interconnesse. In questo ‘Pelleas’ l’orchestra è solo parzialmente coperta da una scenografia che diventa il bosco della vicenda. La musica emerge dalla scena e penso che Debussy volesse proprio questo”.

I musicisti della Budapest Festival Orchestra daranno anche il via alla rassegna di concerti di mezzogiorno 'MusicAnimalia' (24–25 giugno, Chiesa di Sant’Agata), che continuerà anche nei due weekend successivi con la partecipazione dell’Orchestra da Camera di Perugia (30 giugno–2 luglio e 7–9 luglio, Chiesa di Sant’Agata): sette diversi programmi pensati sulle rappresentazioni degli animali in tutta la storia della musica, da Olivier Messiaen a Sylvano Bussotti, da Franz Schubert a Luciano Berio.

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La Milanesiana 2023, il programma della 24.ma edizione del Festival

“Parlando con il direttore d’orchestra Jakub Hrůša dell’opera di Janaceck ‘La piccola volpe astuta’ ci è venuta l’idea di realizzare un percorso tra gli animali nella musica – ci spiega la direttrice artistica del Festival Monique Veaute - . Ci sono centinaia di brani da Monteverdi a oggi! Da questo è nato il programma dei Concerti di mezzogiorno, con musiche celebri e meno celebri. Per me è anche un richiamo all’attualità, ai problemi del rapporto dell’uomo con gli animali, della sostenibilità, della biodiversità,.  Abbiamo anche invitato per un incontro al Teatro Caio Melisso Stefano Mancuso, uno dei maggiori studiosi del mondo botanico. 

E per il capitolo danza?
 

“Quest’anno avremo anche molte star della danza, sia di estrazione classica, sia di avanguardia, come i danzatori portoghesi Jonas & Lander, che sapranno sorprendere.”

La prosa: Silvio Orlando porta a Spoleto un autore spagnolo dei nostri giorni: “Parlare con i nostri contemporanei è l’ossessione della nostra compagnia, La Cardellino, di cui io sono direttore artistico e Maria Laura Rondanini è organizzatore generale – ci dice l’attore-. Durante la nostra ricerca abbiamo trovato un importante drammaturgo spagnolo che si chiama Pablo Remòn. È l’autore di ‘Ciarlatani’, una commedia divertente e profonda. È teatro nel teatro, la storia di una giovane donna e di un regista. Lei è alla ricerca di se stessa e del proprio posto nel mondo e lo spettacolo la segue.”

 

Ho letto che l’autore la presenta come un’opera sul successo e sul fallimento…
 

“Sì e anche sull’obbligatorietà del successo oggi. Se non hai successo non ci sono medaglie di consolazione, ti senti tagliata fuori. La commedia è anche sull’autofustigazione di noi stessi e sulla ricerca della migliore versione di noi stessi rispetto al mondo”.

 

Il Festival di Spoleto ha una magia speciale?

 

“Naturalmente risuona di una storia importantissima, che ha attraversato la storia culturale del secondo dopoguerra. Esserci è grande emozione e grande prestigio.”

Esordio alla regia teatrale per Luca Marinelli con la trasposizione di un racconto di Franz Kafka; Antonio Latella guiderà invece  i giovani della Compagnia nazionale d’Arte drammatica Silvio d’Amico con la prima assoluta di ‘Il Male sacro’.

A Spoleto 66 anche Alessandro Baricco, con uno spettacolo di parole e musica. Lo ha presentato così: “Facciamo un viaggio nel tempo antico con ‘La guerra nel Peloponneso’, il libro di Tucidide che racconta la guerra tra Atene e Sparta, i due grandi blocchi di quei tempi in quella parte del mondo. Nello spettacolo c’è la vicenda di Melo, un’isola che vuole rimanere neutrale, ma gli Ateniesi, che la controllano, non lo permettono e mandano le loro navi da guerra. Non devastano però l’isola, ma mandano gli ambasciatori per cercare un dialogo. È un dialogo pazzesco, è la riflessione dei nostri padri su cosa è giusto e cosa non è giusto fare quando c’è una forza molto più grande di un’altra. Riguarda anche il diritto a sfilarsi dalla violenza della guerra e le ragioni dell’imperialismo. È un testo che ha tantissimi anni, ma sembra parlare dei nostri giorni. Quello che faremo non è una lezione, nè un saggio, ma uno spettacolo. Giovanni Sollima ha scritto le musica e sarà sul palcoscenico con la sua orchestra dei 100 violoncellisti, che sarà anche la scenografia. Con me ci saranno Valeria Solarino e Stefania Rocca. Non riesco più a vedere i grandi personaggi greci interpretati da uomini, forse perché nessun maschio potrebbe reggere il confronto.”

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