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Eurovision 2023, il grande cambiamento delle regole sulle votazioni

Musica
©IPA/Fotogramma

La 67esima edizione del contest musicale, che si svolgerà a Liverpool il prossimo maggio, ha rivoluzionato le regole sul sistema di votazione. Il ridimensionamento del ruolo della giuria arriva dopo le irregolarità emerse nell'edizione di Torino 2022, mentre l'allargamento del voto agli spettatori di tutto il mondo il concorso amplia ulteriormente la popolarità del concorso europeo

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L’Eurovision Song Contest non sarà più lo stesso. Come annunciato lo scorso martedì dall’Unione europea di radiodiffusione (Ebu) il concorso musicale europeo, che tra il 9 e il 13 maggio del 2023 accoglierà per la 67esima edizione nella città britannica di Liverpool gli sfidanti di 37 paesi , ha rivoluzionato le regole sul sistema delle votazioni con tre grandi cambiamenti. Innanzitutto i paesi finalisti, finora selezionati nelle due semifinali sulla base della combinazione del voto della giuria e del voto del pubblico, saranno scelti soltanto dagli spettatori. La giuria di professionisti dell’industria musicale esprimerà le proprie preferenze solo nella finale, in sinergia con i voti del pubblico di tutto il mondo, l’ultima eccezionale novità della prossima edizione. Per la prima volta nella storia dell’Eurovision, infatti, gli spettatori dei paesi non partecipanti potranno votare le loro canzoni preferite sia nelle semifinali che nella finale, con voti sommati e convertiti in punti che acquisiranno lo stesso peso di un singolo paese partecipante.

GIUSTIZIA NELLA COMPETIZIONE

La riduzione del ruolo della giuria nella definizione delle sorti dei paesi partecipanti consegue alle irregolarità emerse nel corso dell’edizione di Torino 2022, quando i sei paesi di Azerbaijan, Georgia, Montenegro, Polonia, Romania e San Marino hanno concordato tra loro voti reciproci, poi annullati. Come riporta il Guardian Sietse Bakker, membro del gruppo di riferimento ed ex-produttore dell’evento, ha twittato: “In seguito alle irregolarità di voto senza precedenti che abbiamo visto quest’anno, abbiamo cercato modi per proteggere l’integrità della competizione. Il problema si è verificato nelle semifinali, questo era il modo migliore per farlo finire. Inoltre, la differenza tra chi si qualifica grazie al voto del pubblico e chi grazie a quello di pubblico+giuria è minima”. Bakker ha inoltre sottolineato che il successo dell’Eurovision discende anche dal fatto che “nulla è segnato nella pietra per sempre. Cambia, si evolve e si adatta” per diventare “più forte che mai”. Ai detrattori della riforma, secondo i quali il nuovo sistema rischierebbe di produrre risultati iniqui, Bakker ha infine replicato che “è giusto, semplicemente non oggettivo. Nessuna misura lo è, in un concorso che alla fine viene giudicato dal giusto personale delle persone e, nel caso delle giurie, dalla valutazione professionale di elementi artistici”.

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UNA PLATEA GLOBALE

L’allargamento del giudizio al pubblico dei paesi di tutto il mondo, che supera per innovazione anche la controversa ammissione dell'Australia nella competizione del 2015, persegue invece gli obiettivi di riflettere la globalizzazione dell’evento musicale seguito da 160 milioni di spettatori e di aumentarne ulteriormente la popolarità. “Tutti coloro che guardano lo show, dovunque vivano nel mondo, possono esprimere i loro voti per la loro canzone preferita” ha spiegato Martin Österdahl, supervisore esecutivo dell’Eurovision. La combinazione dei voti della giuria e degli spettatori garantirà così una valutazione del risultato finale basata “sui più ampi criteri possibili”.

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