Don Antonio & The Graces visionari e immaginifici in Late Bloom: il video

Musica

Il brano fa parte del disco Colorama, che sin dal titolo evoca un disvelamento, un ritorno, un cambio di stato della materia e del sentire

IL VIDEO E' INTRODOTTO DA UN TESTO ORIGINALE DELL'ARTISTA

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Il Colorama era una installazione permanente alla Central Station di New York rimasta in servizio dal 1950 al 1990. Sponsorizzata dalla Kodak, proiettava immagini di ogni tipo su uno sfondo retroilluminato di 18 metri per sei. All'epoca della sua invenzione il Colorama mostrava "le fotografie più grandi del mondo" che facevano sognare di luoghi distanti e mete esotiche viaggiatori in transito per motivi meno avventurosi. Quando è arrivato il momento di pensare un video che rappresentasse lo spirito del nostro Colorama – un disco, dunque un curioso colorama di suoni e non di immagini - abbiamo deciso che non dovesse essere un video di presenza, un videoclip tradizionale, non potesse raccontare una storia compiuta, non dovesse poggiare su una sceneggiatura tradizionale, con un'inizio e una fine.

L'assenza quasi completa delle parole, anche dal disco, presupponeva un piano di narrazione piu' sfumato, più in bilico sulle suggestioni. Colorama è, in fondo, un disco di viaggio. Di viaggi, i nostri, di questi lustri spesi per molte vie di molti paesi, di questi – per dirla con Dylan – long wasted years, che nel fermoimmagine del mondo pandemizzato all'improvviso sono sembrati perdere peso, senso, appiglio al reale. Ma sono viaggi rivissuti nella cattivita' del ricordo, dell'impossibilita' di muoversi.

Come nella dinamica onirica di molti film (da Lynch a Fellini, in rimbalzo) il viaggio sognato diventa allora ritorno sui luoghi noti, ma con uno sguardo diverso. Una diversa prospettiva, una diversa trasparenza. Avevamo già incontrato Alessandro e Roberta - grandi viaggiatori con gli occhi sempre pieni di bellezza, sempre aperti – in occasione di un nostro lavoro su Morricone, a porte chiuse, in pieno fermoimmagine del mondo. Questa volta abbiamo chiesto loro di riaprire il loro favoloso archivio e restituirci per immagini questo senso del viaggio raccontato e poi immaginato. Il tutto al culmine di un periodo in cui l'idea stessa di viaggio e' stata poco piu' di un miraggio.

Avremmo potuto, certo, mettere in comune e pescare anche dal nostro archivio di viaggio: i luoghi e i topos sono comuni, e talvolta ci sono sembrati risuonare allo stesso modo tanto in noi che in loro. Tuttavia ricominciare questo percorso con ricordi di viaggi - certo familiari, ma in fondo di qualcun altro - ci è parso restituire meglio la meraviglia e lo spaesamento di fronte alla possibilità della scoperta, e della riscoperta. Nei tre minuti e mezzo di Late Bloom - onirici e visionari - ci sono panorami, personaggi e azione, ma anche piccoli dettagli che si invertono nella simmetria e diventano ornamento, segno, scrittura. Come in un percorso di sapori, odori, colori e simboli. Il tutto appare sempre organizzato su un piano di snodo centrale che sembra polarizzare il senso di un prima e di un dopo. Late Bloom è un brano del disco Colorama, che sin dal titolo evoca un disvelamento, un ritorno, un cambio di stato della materia e del sentire. Immagini e suoni che raccontano, infine, la stessa storia.

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