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Capovilla contro il “Fuck Putin” dei Måneskin: «Che pena»

Musica

Camilla Sernagiotto

Immagine dalla pagina ufficiale di Facebook di Pierpaolo Capovilla

Pierpaolo Capovilla - frontman di band rock alternative come One Dimensional Man e Il Teatro degli Orrori e oggi membro dei Cattivi Maestri - all'indomani del concerto di Damiano & Co. si è espresso con parole dure su FB. «Che pena che fa questo gruppo di giovani stupidi» scrive il cantautore di Varese. «Conformisti, intrappolati nel successo, purissima plastica, perfetti rappresentanti di una generazione di imbecilli, incapaci persino di comprendere le circostanze storiche che hanno portato alla guerra in Ucraina»

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Pierpaolo Capovilla - storico frontman di band del rock alternativo come One Dimensional Man, Il Teatro degli Orrori e oggi membro del recente gruppo Cattivi Maestri - all'indomani del concerto dei Måneskin al Circo Massimo si è espresso con parole molto dure su Facebook. «Che pena che fa questo gruppo di giovani stupidi», si legge nell’incipit del suo messaggio con cui condivide (e commenta in maniera caustica) il video de la Repubblica relativo al “Fuck Putin” di Damiano David.  
«Conformisti, intrappolati nel successo, purissima plastica, perfetti rappresentanti di una generazione di imbecilli, incapaci persino di comprendere le circostanze storiche che hanno portato alla guerra in Ucraina», prosegue il cantautore e bassista di Varese nel suo post pubblicato lunedì 11 luglio, 48 ore dopo lo show.

Dopodiché tra le righe si rivolge direttamente agli Stati Uniti, che diventano il suo bersaglio: «Tanto, se sei rock, puoi essere superficiale, accontentarti degli slogan, e sopratutto non dare fastidio al Dipartimento di Stato USA. Poverini, non hanno capito niente del mondo, ma tanto, siamo rock, giusto?, basta usare la parola “fuck” e tutto il resto passa in secondo piano. L’ignoranza, la falsa coscienza, l’ideologia americana, la spazzatura al posto del cibo».

La critica del musicista

Secondo Pierpaolo Capovilla, i quattro romani sono «conformisti, intrappolati nel successo, purissima plastica». Quindi si rivelano i rappresentanti ideali - secondo le parole del cantautore - della “generazione di imbecilli” contro cui Capovilla punta il dito.

Sabato sera i Måneskin si sono esibiti al Circo Massimo di fronte a 70mila persone. Tra queste, abbiamo visto niente po’ po’ di meno che Angelina Jolie (con figlia al seguito) ballare e scatenarsi non solo a suon di musica ma proprio a suon di entusiasmo nel vedere Damiano & Co. sul palco, il che è un altro enorme traguardo: non è da tutti avere una fan del calibro della diva delle dive, insomma. Una diva che, inoltre, è sempre molto impegnata politicamente e socialmente.

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Il “fuck Putin” di Damiano

Durante il concerto, il cantante Damiano David ha voluto ripetere quel “fuck Putin” che già aveva esclamato sul palco del Festival californiano del Coachella: «E anche se a qualcuno dà fastidio, continuiamo ad urlarlo: fuck Putin, fanculo la guerra, fanculo i dittatori», ha gridato nuovamente il leader dei Måneskin. E, se in territorio statunitense (com’è la California del Coachella, chiaramente) il pubblico era esploso in un boato di approvazione, anche da noi nella Capitale l’approvazione di quel “fuck Putin” è stata sonora. Eppure, come anticipato dallo stesso Damiano, “a qualcuno dà fastidio” sì. Per esempio a Pierpaolo Capovilla (e non solo). Non che il cantautore di Varese abbia espresso le sue critiche perché qualcuno si è permesso di criticare Putin, ovviamente: le parole del fondatore degli One Dimensional Man e de Il Teatro degli Orrori sono una critica alla società, un’analisi di quanto oggi conformismo, mode, tendenze e approvazione delle masse conti più delle ideologie e via dicendo. Ed è un puntare il dito a chi si ferma in superficie, senza scandagliare la montagna di ghiaccio che si cela sotto la punta dell'iceberg, insomma. Ciò contro cui va Capovilla con il suo post è l'ignoranza, nel senso proprio letetrale del termine: ignorare ciò che sta dietro le cose, ciò che è alla base. Questo è il suo pensiero, che sembra prescindere le ideologie. Se qualcuno si informasse a fondo e poi avesse un'opinione diversa da lui, forse Pierpaolo Capovilla non la prenderebbe male come ha fatto su Facebook in queste ore, insomma.

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Le critiche rivolte ai Måneskin da parte di Steven Wilson dei Porcupine Tree

Recentemente altre critiche hanno interessato i Måneskin. Stavolta si tratta di un tipo di disapprovazione diversa, nel senso che il giudizio negativo è stato espresso sul piano musicale, non ideologico (come nel caso di Capovilla).
A parlare male del gruppo romano è stato Steven Wilson, fondatore e frontman della band inglese di progressive rock Porcupine Tree.

Intervistato dal Corriere della sera, il leader del gruppo rock britannico ha definito Damiano, Victoria, Thomas ed Ethan «terribili».
«Certo è fantastico per l’Italia ed è sempre positivo quando una band fa conoscere ai ragazzi chitarre e batterie, vorrei solo che fossero un po’ meglio», ha detto Wilson al Corriere. «Per chi è cresciuto sentendo i Led Zeppelin, i Pink Floyd o i Black Sabbath, ascoltare gruppi come i Måneskin o i Greta Van Fleet e prenderli seriamente è dura perché sono una copia scadente di quel che erano gli altri», prosegue Steven Wilson.
«I Måneskin sono molto meglio dei Greta che sono una specie di versione boy band degli Zeppelin, ma non sarebbe bello se arrivasse qualcuno di un po’ più creativo e ispirato?», ha aggiunto il cantante dei Porcupine Tree.

Benché Wilson si riferisca al lato musicale, alla fine anche la critica di Pierpaolo Capovilla vorrebbe avere «qualcuno di un po’ più ispirato». Ricordiamo che Capovilla è una vera e propria icona della scena indipendente italiana. Questo cantautore nostrano è molto amato ma anche assai discusso per via di alcune sue prese di posizione, sempre molto sincere ed espresse senza sofismi o giri di parole. Però assai severe.

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Le reazioni alle parole di Capovilla

Le parole sincere e severe espresse in queste ore da Capovilla però hanno spiazzato anche qualche fan di Capovilla stesso, oltre chiaramente a quelli dei Måneskin.

Da “No ma rosica un altro po eh, perfetto sconosciuto” a “è sorprendente questo rancore in una persona così anziana. Ancora l'underground geloso del pop, a pochi decenni dalla tomba. Soprassediamo sulla parte politica, che vabbe é grillismo ignorante a essere generosi” fino a “Ha collaborato con Supercafone e rompe il ca**o ai Måneskin?”, in queste ore i commenti si stanno moltiplicando come i pani e i pesci (anzi: come la Coca-Cola e le patatine fritte, per ricollegarsi a parte della critica di Capovilla...).

Poi c’è chi taglia corto, scrivendo “Il discorso di Capovilla non ha nulla a che fare con la qualità della loro musica ma solo con gli slogan e la propaganda che promuovono.. Sprecare anche un solo secondo a disquisire riguardo la qualità della loro musica è mettersi a svuotare il mare con un secchiello mentre ci spieghi che l'acqua è bagnata…”. Questo è quello che ha scritto un utente di Facebook entrando a gamba tesa nel dibattito che in queste ore si sta scatenando sotto il post critico di Pierpaolo Capovilla.

Infine Capovilla (classe 1968, quindi 54 anni suonati, letteralmente suonati) ha postato un video in cui i Dead Kennedys suonano live “Holyday in Cambodia” (ma che molti non capiranno, ahinoi), commentandolo con la frase scritta in maiuscolo (che sui social equivale a gridare) “Fuck You Maneskin”. Scritto pure senza cerchio sopra la a, sfottò per sfottò…

Anche altre voci del rock la pensano come lui, nel senso che sono convinti fermamente che non basti dire “fuck” per diventare rock.

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Nessuna risposta pervenuta da parte dei Måneskin

Per adesso non c’è stata nessuna risposta da parte del gruppo romano circa la critica di Pierpaolo Capovilla. Ma, visto che parliamo di uno dei nomi musicali attualmente più famosi d’Italia e del mondo, rispondere alla critica di chiunque vorrebbe dire fare a quel chiunque un’enorme pubblicità, quindi è probabile che Damiano e soci non si scomodino, anzi.

Le critiche più aspre riguardanti il concerto

Esulando sia il piano ideologico sia quello musicale, le critiche più accese per il concerto che ha radunato 70.000 persone presso il Circo Massimo sono quelle a tema salute. Per molti virologi si è trattato di un evento amplificatore di contagi.

Lo show della rock band, sold out da mesi, ha radunato decine di migliaia di fan in un momento in cui l'Italia si ritrova a fare i conti con una nuova ondata di casi positivi al Covid-19, complice l'alta trasmissibilità di Omicron 5.
Le polemiche e le richieste di rinvio da parte della comunità medico-scientifica sono cadute nel vuoto. Sono state sostituite dall'appello dei medici al pubblico affinché indossasse una mascherina Ffp2 per tutta la durata del concerto. Ma viste le temperature che negli ultimi giorni sono state toccate in tutta Italia, Roma in primis, la richiesta non è stata assecondata. “È un po' più difficile portarla qui anche se sbagliato ma penso che una volta che hanno riaperto i cancelli è a discrezione nostra” ha detto uno spettatore attendendo di entrare al concerto. "Io la indosso a tratti, vediamo, quando sarà il caso se posso la tolgo altrimenti la tengo”, così si è espresso un altro fan, intervistato dai microfoni di Sky TG 24.

In un concerto come quello che si è svolto sabato sera è praticamente impossibile mantenere la distanza di sicurezza anti-contagio. Ed è difficile anche che i ragazzi tengano la mascherina non soltanto per il caldo cocente: si è registrata una voglia di esprimere gioia, entusiasmo e anche di far vedere il proprio volto dopo anni di Dpi obbligatorio ben più alta delle temperature di questi giorni….

Quello dei Måneskin, per quanto di portata eccezionale, non è però l'unico grande live musicale dell'estate: molti si sono già tenuti e altri sono in programma. “È polemica inutile, polemica giusto per alimentare non si sa cosa”, ha detto un altro intervistato.


Per capirne i danni in termini di diffusione virale bisognerà attendere la metà di luglio quando, secondo gli esperti, ci sarà il picco di contagi, su una stima di 5000 potenziali positivi che hanno preso parte al concerto se ne aspettano almeno 4 volte tanti entro la prossima settimana. "Sono un medico, ho accompagnato mia figlia al concerto e per precauzione utilizzo la mascherina sempre, sia nell'ambito lavorativo che sociale”, ha affermato ai microfoni di Sky TG 24 uno spettatore del concerto.

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