Gio Evan, prima Hopper e poi il raduno dei buoni a Evanland

Musica

Fabrizio Basso

Un singolo da ascoltare con la profondità dell'anima e la leggerezza del cuore e un evento, il 1 luglio al Carroponte di Sesto San Giovanni (Milano), per creare una bomba energetica colma di bontà. L'INTERVISTA

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Con Hopper entriamo nel mondo di Gio Evan, cantautore pop, artista poliedrico, pensatore, scrittore e performer. Un mondo che può sembrare leggero, ma che in realtà se andiamo anche ad ascoltare i versi del suo nuovo singolo, racconta solo una leggerezza del cuore, una qualità rara che accomuna però grandi artisti e scrittori. Molti di loro si ritroveranno, a partire dalla ore 16, l'1 luglio al Carroponte di Sesto San Giovanni per Evanland, un punto di ritrovo per artisti, scrittori, filosofi, ricercatori, maestri spirituali, viaggiatori, poeti. Un Festival del mondo interiore popolato da numerosi ospiti. Aspettando il concerto finale di Gio Evan, quelli musicali sono Simona Molinari, Comete, Caterina e Chiara Galiazzo.

Gio partiamo dal singolo: perché Hopper per questa estate?

È la canzone che più parla di me in questo periodo, poi per natura non guardo la stagionalità. È la linea più perfetta e fedele alla rappresentazione di me. Hopper mi ha aiutato a superare un periodo particolare.
Quali sono i punti di contatto tra i quadri di Hopper e la tua musica?
È scattata la similitudine quando ho iniziato a studiarlo, la pittura è l’arte che più mi affascinata. Lui ha una capacità estrema di rappresentare una solitudine netta. Le figure umane le mette da una parte e non gli dà protagonismo. Fa vivere la grandezza del luogo e la solitudine diventa maggiore e la vivi di più. Sono un oratore della solitudine, ne parlo sempre positivamente, è sottovaluta.
Sentire le cose che dovrebbero sentire gli altri è un dono o una condanna?
Una condanna è non sentire più niente. L’empatia è uno scudo verso chi non sente più niente, quello è il vero guaio della vita. Qui è iniziare a diventare anche gli altri: diventate il prossimo, amare il prossimo come te stesso, come dicono i maestri sciamanici, islamici e cristiani.
Ti senti parte di una generazione nata per rialzarsi?
Sono parte di una generazione già abbattuta. Gli anni Novanta li ricordiamo tutti belli e poi girava l’economia. Noi nati a fine anni Ottanta eravamo troppo piccoli per godere di queste gioiosità. Siamo cresciuti che già qualcosa andava storto, siamo partiti già caduti, siamo cresciuti con le gatte da pelare. Ma oggi posso dire che l’ondata che ha portato il biodinamico, lo yoga e la salute è quella degli ottantisti.
Si fa abbastanza per riallacciare la scarpa slacciata del mondo?
Sto leggendo molte cose sul cambiamento climatico e tutti dicono che il mondo lo abbiamo distrutto. Ma ora possiamo attutire il colpo, la grande scarpa slacciata è il non prendere posizione. Col genio dei grandi e la freschezza giovani non dico che possiamo allacciarla ma almeno la scarpa la vediamo.
Credi che la pandemia abbia accresciuto l’autostima oppure è stata una solitudine malsana?
Chi aveva già un percorso interiore ha ampliato la conoscenza, per chi come me vive separato dal mondo la quotidianità è rinasta simile. Chi è sempre scappato da sé ha subito danni, fratture mentali e pazzie interiori.
Recentemente hai visto un’alba da sdraiato?
L’altro ieri. Anche per il lavoro di questo periodo in cui per provare stiamo fuori anche di notte.
Eccoci a Evanland: quando è nato il progetto?
Nasce un anno fa ad agosto, in una cena a casa mia nel bosco. Dicevamo che i malvagi sono bravi a organizzarsi tra loro mentre i buoni sono disorganizzati e si allontanano dal mondo. Quindi abbiamo deciso di organizzare il raduno dei buoni che studiano la vita e cercano risposte cool. Creiamo una bomba energetica.
Come hai scelto gli ospiti artistici? Interagirai con loro?
Non con tutti, tante cose vanno in contemporanea. Girerò tra gli stand aspettando il mio spettacolo. Gli ospiti li ho scelti per bontà d’animo e molti per conoscenza personale. Tutti fanno uno studio della vita fatto di rinunce con la distruzione della parte edonistica.
Come sarà il tuo concerto?
Sarà vivace. Dopo il tour nei teatri ricambiamo pelle e cavalchiamo il selvaggio Carroponte. Musiche più vivaci e giochi teatrali che poi è il mondo da dove vengo.
Non temi che arrivi qualche cattivo travestito da buono? Il diavolo ha usate mille forme per tentare Gesù.
Sicuramente verranno, il diavolo monitora le energie dei buoni. Ma deve anche sapere che al Carroponte gli agnelli sono più numerosi.
Evanland è la sola occasione del 2022 per vederti live: che accadrà da qui a fine anno? Album in arrivo?
Farò un disco, c’è la volontà, c’è l'accordo con Universal. Ho tanta roba in archivio e tanta roba nuova crescerà. Passo metà della mia vita in camper in cerca di storie.

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