Il brano evoca la speranza di un cambiamento, rimanda alla forza di chi aspetta, naso per aria, l’arrivo di un qualcosa che possa sanare la ferita di una lacerazione e di uno strappo violento
IL VIDEO E' INTRODOTTO DA UN TESTO ESCLUSIVO DELL'ARTISTA
Oggi è giorno di sirene, di richiami al mondo
Da una finestra in fondo al buio, ed altre ostilità
E formalmente la paura, il tempo e l’abbandono
Hanno visi che conosco già.
Così inizia questa mia canzone che sembra parlare di qualcosa di drammaticamente attuale, come la guerra che incombe sulle nostre vite, poco oltre la nostra porta, mentre l’ho composta molto tempo prima, quando tutti vivevamo nell’illusione che non avremmo più visto guerre, almeno non da così vicino e non ai confini delle nostre vite. Come ogni lacerazione violenta, la guerra dilania la storia, aumenta le distanze tra gli uomini e travolge ogni cosa. Undici, in realtà, evoca la speranza di un cambiamento, rimanda alla forza di chi aspetta, naso per aria, l’arrivo di un qualcosa che possa sanare la ferita di una lacerazione e di uno strappo violento. Che sia amore, che sia terra, che sia desiderio, poco importa. Undici racconta di una distanza forzata, di un amore messo in attesa dalla scelleratezza dell’uomo che prevarica la propria storia, che si arroga il diritto di scrivere, per tutti, un destino disarmonico, buio. Ma il vento arriverà, leggero e costante: Undici racconta anche di questa speranza. Una speranza discreta che ho voluto realizzare assieme a Redi Hasa che, con il suo violoncello, porta con sé profumi di terre lontane eppure a noi molto vicine, appena al di là del mare dove si affaccia la mia terra, il Salento. Ed è proprio nella dolcezza della campagna salentina che ho voluto ambientare questo video, realizzato da Esterno Notte, per restituire anche allo sguardo l’idea di un sentimento intimo e raccolto, quasi chiuso in una dimensione familiare. Undici è uno dei brani del mio nuovo album, Lontano, che sarà pubblicato da Squilibri nella seconda metà di giugno: dodici canzoni che hanno come tema la distanza e l’attesa, dodici storie che si sviluppano tra paesaggi meridiani nell’abbraccio di suoni discreti, in un impianto fondamentalmente acustico arricchito dalla presenza di numerosi ospiti, da Gabriele Mirabassi a Mariella Nava, da Musica nuda a Nabil Bey
(Radiodervish), da Alessia Tondo (Canzoniere Grecanico Salentino) a Daniele Sepe, da Alessandro D’Alessandro a Flaco Biondini.