Fabio Curto, Con gli Occhi al Cielo cercando la speranza: il video

Musica

Il brano racconta che dobbiamo essere consapevoli che i grandi cambiamenti hanno inizio da quelli piccoli e che in tanti si scoraggiano perché sentono la propria voce come sola e inascoltata nell’era della globalizzazione
IL VIDEO E' INTRODOTTO DA UN TESTO ESCLUSIVO DELL'ARTISTA

Con gli occhi al cielo è un brano che nasce durante la prima ondata di pandemia, avevo ripreso alcune buone abitudini come quella di leggere classici e provare nuovi approcci alla scrittura. Mi mancava uscire fuori e sdraiarmi nei campi a guardare il

cielo in cerca di nuvole con cui combinare immagini, rivivere ricordi ed emozioni antiche dentro il mio cuore. Ma nel sentire questa mancanza, quasi come un fulmine

all’improvviso, sono stato pervaso dall’idea che non tutti possono guardare al cielo nello stesso modo. Ho iniziato quindi a pensare intensamente a quante persone

nel mondo sono costrette ad alzare gli occhi e guardare il cielo come un qualcosa da cui può piovere solo disgrazia, dolore, fumo grigio che spegne anche la luce ultima della speranza. Ho visto nella mia mente immagini di guerra, specie delle tante dimenticate, che nitide mi passavo davanti agli occhi, di uomini e donne che non sapevano a chi chiedere aiuto, che cercavano abiti e coperte nei casolari a pezzi mentre i padri affondavano le unghie dentro le macerie in cerca di un suono sordo che suggerisse il miracolo. Ho visto bambini marchiati per sempre dall’orrore e ho

sentito un’innegabile vergogna per tutti noi.
 

Ho voluto che il videoclip, realizzato da Paolo Mercadante nel novembre 2021, incalzasse questo modus descrittivo scegliendo di farmi proiettare sul corpo immagini, anche forti a tratti, nell’intento di condannare la guerra in tutto il mondo e in tutte le sue forme. Ci sentiamo dire “è sempre stato cosi” ma mai come oggi lo sgomento ci assale quando ci troviamo di fronte a certe scene. Il grosso ostacolo è semmai la velocità con cui

dimentichiamo tutto, ma credo che in realtà la percezione della violenza stia cambiando nel mondo. Che sia motivo di imbarazzo per molti se si pensa che un

tempo guerre e conquiste erano motivo d’orgoglio, sono tentato di credere che la strada, sebbene lenta, possa lasciar presagire una transizione importante per le nuove generazioni. Sono convinto però che sia necessaria la piena coscienza di

tutti su ciò che accade nel mondo, consapevole che i grandi cambiamenti hanno inizio dai piccoli e che in tanti si scoraggiano perché sentono la propria voce come sola e inascoltata nell’era della globalizzazione. Facile commentare un post qualunque sui social, difficile cambiare il mondo. Ma a nessuno viene chiesto da solo di cambiare il mondo, bisogna forse partire dal concetto di prossimità e far parte di

un qualcosa per aiutare tutti, a creare la giusta catena di umanità e solidarietà, la stessa catena che moltiplica la sua forza e la sua efficacia di persona in persona.
 

Nella scelta musicale ho voluto mescolare il mio classico folk con un tocco di medio-oriente grazie all’utilizzo di strumenti e sonorità tradizionali. Il tutto con l’intento di

conferire una piena comprensione sia del brano sia al videoclip. Una piena comprensibilità e un’emozionalità facile da carpire.

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