È il secondo singolo, dopo Barivecchia, di questo nuovo cammino che passo dopo passo porterà l'artista pugliese alla realizzazione del suo album d’esordio. L'INTERVISTA
Leonardo Lamacchia dopo aver aperto la nuova avventura musicale con Barivecchia,
torna con una nuovissima canzone, Comete. Che con il suo testo fa della vita quotidiana un evento speciale, con momenti in bilico tra “diecimila tonnellate di problemi da affrontare” e “nuvole in fiamme”; musicalmente si appoggia su un tappeto sonoro fatto di un’elegante leggerezza che ti rimane addosso già dal primo ascolto.
Leonardo partiamo dalla scelta del singolo: perché Comete?
È stata una scelta naturale e spontanea. È il primo brano che scritto dopo l’esperienza di Amici, quindi ho portato avanti quel flusso creativo. È uscito un brano che mi piaceva e altre sorprese arriveranno.
C’è una certa ritualità nei tuoi pezzi: Via Padova e Barivecchia, Orione e Comete: è casuale?
È spontaneo, racconto cose che mi sono successe. Le due città mi appartengono, è stato casuale raccontarle, non penso a tavolino, seguo le emozioni. Orione e Comete sono inconsciamente collegate.
Costruire una casa è un progetto di vita.
Io non mi ero mai trovato ad affrontare questa situazione. È la prima volta che la affronto con serietà. Mi piacerebbe dare come messaggio che nonostante la velocità del mondo possiamo costruire qualcosa di duraturo.
Lascia davvero i piatti sporchi nel lavandino?
Mi capita a volte di perdermi nello studio tra grafica e musica e lasciarli sporchi.
I leoni nella savana sono nel loro habitat: perché non uscire dalla comfort zone?
È la vita a Milano, siamo tutti leoni, soli alla ricerca di qualcosa, a lottare per qualcosa. Sono nella savana le due persone della convivenza che nel loro habitat riescono a essere se stesse.
Quale è l’ultima parola che hai trovato per rimediare al buio?
Sicuramente scusa. In una convivenza accettare limiti ed errori è il passo fondamentale per costruire qualcosa di duraturo. Saper chiedere scusa e mettersi in gioco è fondamentale.
La cometa distruttrice è ancora appesa sopra la nostra testa oppure è diventata la cometa che segna il cammino?
Quando sono nel cielo c’è sempre il minimo pericolo dello schianto, ma viste dalla terra sono eccezionali. Cerchiamo di guardare la prospettiva del magnifico, senza pensare ai pericoli se no non ne usciamo più.
Come hai pensato il video?
L'idea iniziale è stata riprodurre le immagini del brano come fossero nella mia testa, spiegare il pensiero che è dietro il testo. Penso al film di animazione Inside Out, un controller sui ricordi nella mia testa. Giocare sulle luci è stato fondamentale.
Sono passati cinque anni da Ciò Che Resta: ecco cosa resta di quel Leonardo?
Esiste ancora, ogni tanto viene a galla per certe esperienze. È quello un po’ incosciente di 22 anni che ha fatto Sanremo come esperienza gigante. Vivo sempre tutto con l’entusiasmo degli inizi. Senza quello cambierei lavoro.
Che accadrà in estate?
Stiamo definendo le tappe del tour, pensiamo proprio di fare qualcosa in estate. Poi confidiamo in un album con inediti e pezzi già usciti, brani nuovi pronti ce ne sono. Se ci sarà l'opportunità sono pronto per qualche opening act… mai dire mai. E poi prosegue la mia attività di autore, l'ultima in ordine di tempo è la collaborazione per un pezzo di Aka 7even!