Random, la rinascita dell'umanità passa attraverso La Ballata dei Gusci Infranti

Musica

Fabrizio Basso

Il brano racconta con delicatezza il senso di perdita e come la precarietà della vita possa essere colmata da una possibile rinascita. L'INTERVISTA.

Random decide di tornare a fare musica trattando temi apparentemente complessi e apparentemente distanti da quelli della sua generazione, ma che in realtà toccano tutti. Nei versi de La Ballata dei Gusci Infranti l’artista esorta tutti coloro che hanno vissuto situazioni difficili a riprendere in mano la propria vita e a recuperare la quotidianità perduta. All'intervista ha partecipato Davide Del Rio, giovane appassionato di musica e, a sua volta, musicista.

Emanuele partiamo dal singolo: come è nato e come ti sei trovato coinvolto nel progetto?
Un grande piacere e una grande emozione; da amante del cinema è bello andare a vedere un film e alla fine sentire la tua canzone sui titoli di coda. È stato un modo per scavare dentro me stesso e fare musica in modo diverso, raccontando le emozioni altrui, ma a modo mio. Il contatto è arrivato tramite Zenit, mio amico e produttore, che ha costruito tutta la colonna sonora. Avevo già visto qualche scena e conoscevo la sinossi dunque sono stato agevolato nella scrittura.
La canzone nasce per raccontare dei luoghi, ma oggi con quello che sta accadendo assume un valore universale: come si fa a non avere paura?
Bisogna semplicemente provare a guardare il lato positivo della vicenda, anche se non c’è va cercato per sbloccare il sentimento brutto. È fondamentale pensare che esce qualcosa di buono anche solo dal lato caratteriale.
Come cambia l’approccio creativo quando si scrive per un progetto altrui?
Invece di lavorare a mente libera sei come in un recinto e non puoi uscire da determinati canoni di scrittura. Ci sono stati momenti in cui era troppo mia e la ho riscritta. La ho costruita più mirata al progetto e specializzata seppur mettendoci del mio.
Quando è l’ultima volta che la tua vita ti è cambiata in un attimo?
L’ultima volta è stata a Sanremo. La prima quando ha avuto successo con Chiasso. Poi è cambiata radicalmente. Sanremo mi ha dato maturità e consapevolezza che non avevo, prima pensavo ce la musica fosse più un gioco ma se ambisci ad arrivare in alto non puoi giocare.
Il tempo che vola come un aeroplano: che rapporto hai col tempo?
Per me è sempre tardi ed è un problema mio, sono disorganizzato e mi riduco all’ultimo e aggiungo attività che fossi preciso non ci sarebbe tempo per considerarle.
Sei riuscito a trovare un senso? Oppure sei smarrito?
Sono a un punto in cui ho un senso e so dove arrivare. Prima il solo senso era la musica ma vissuta come una incognita.
La musica riparte ma i tuoi due concerti sono a ottobre: che farai in estate?
Lavoro sempre. Sto progettando il futuro, in estate qualche data nei club ci sarà, farò dj set e festival, non starò fermo. Alla fine del cerchio penserò a una bella vacanza.
Quale è la tua maggiore fonte di ispirazione?  Sei sempre creativo oppure periodi come quello del covid ti hanno spento l’ispirazione?
L’ispirazione è la vita, i paesaggi, quello che vivo. Ogni volta che vado a un concerto ho adrenalina. Ora vado sul tetto della mia casa nuova e la testa viaggia. Scrivo a periodi.
Mi aiuta fare musica perché mi piace e non per il lavoro infatti consiglio di farla senza pretese. Il covid mi ha fatto entrare nella melanconia di momenti che mi mancano.
Quale è il tuo processo creativo? Scrivi prima musica o testi?
Non ho un approccio creativo costante. Un periodo della mia vita scrivevo solo testi e e nessuna melodia. Viaggio in libertà totale, quando la musica vuole uscire…esce.
Come hai vissuto il rapporto tra la carriera musicale e quella scolastica?
Non andavo molto d’accordo con la scuola, mi sentivo quasi inutile. Tornassi indietro mi impegnerei di più ma io ho preferito andare a lavorare. A un certo punto mi sono preso un mese di pausa e sono esploso. Frequentavo il liceo alberghiero, ero anche bravo ma saltavo le lezioni e non stavo fermo. La mia rivalsa è che mi sono aperto un albergo e ho come dipendenti alcuni dei miei professori. E' a Torre Pedrera.
Quale è stato il tuo primo approccio musicale e come è stato influenzato? Condiziona ancora la tua musica?
Il primo approccio è stato con la batteria. Mio padre suonava la chitarra. Poi sono passato ad altri strumenti, sempre da autodidatta: così è partito tutto.
Il tuo rapporto con il freestyle?
Ottimo per parte della mia vita, da più giovane ho vinto vari contest in un anno in Romagna, sconfiggendo anche i più grandi, trovavo sempre il modo giusto per chiuderla. Ora lo faccio solo con gli amici se no mi vergogno. Devo essere libero di dire quello che voglio dunque mi cimento solo in privato.

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