Massimo Ghiacci, con i MCR su Sky Arte e con La Rosta all'Hotel Colonial

Musica

Fabrizio Basso

Il bassista dei Modena City Ramblers sarà protagonista con la band della puntata di My Generation on onda su Sky Arte sabato 2 aprile. Poi porta avanti un progetto suo, chiamato La Rosta, da poco uscito con l'album Hotel Colonial. L'INTERVISTA

La provincia ora ha un respiro più profondo. E anche se nella Bassa il vento tace, il palpito sa farsi sentire. Lo racconta Massimo Ghiacchi, indomito bassista del Modena City Ramblers, prossimi per altro a tornare sui palchi con la loro energia e le loro canzoni che sono pagine di vita e di storia, memoria e modernità, denuncia e amore. Per altro con i MCR sarà protagonista su Sky Arte della puntata di My Generation in programma sabato 2 aprile alle ore 20.15 (anche On Demand e in streaming su NOW). Da persona di fervente creatività e di inquietudine culturale quale è, Massimo Ghiacci ha da poco pubblicato, a distanza di sei anni da Roba Lieve, il nuovo album del La Rosta, progetto chelo vede impegnato con Marco Goran Ambrosi e Andrea Rovacchi.

Massimo partiamo da La Rosta.
Il nome è la cosa più bella, è il quartiere dove vivo a Reggio Emilia.
Ha un significato?
Nelle vecchie case coloniche sopra il gran portico c’erano aperture così chiamate. Ma è anche la chiusa nei canali.
Come siete nati?
Ci siamo trovati con Marco Goran Ambrosi, anima e chitarra dei calabresi Nuju, insomma un calabrese a Reggio, abbiamo scoperchiato comuni passioni musicali e  incrociato le nostre strade artistiche. Abbiamo uno spettacolo, The Road, che portiamo in giro in piccoli locali tra chiacchiere e cover, ascolti ed esperienze giovanili.
Tornate dopo sei anni.
Anche nel 2016 facemmo crowdwfunding, oggi essere indipendenti è la norma. Abbiamo voluto, per pubblico e fan, anche il supporto fisico che è culto in un mondo liquido. Siamo rimasti in stand by perché le attività principali assorbito. Marco è insegnante nelle scuole superiori. Andrea oltre a esere membro dei Julie’s Haircut di professione è fonico, ha uno studio a Parma che si chiama Sonic Temple. Eravamo convinti, dopo avere registrato il vecchio disco, che un altro sarebbe arrivato. Hotel Colonial lo abbiamo registrato nel 2019 ma non mixato. Stavolta le canzoni sono nate in maniera più canonica; nel 2018 è nata l'idea di un seguito e si è sviluppato il progetto.
Per te cosa significa lavorare al di fuori dei MCR?
Uscire dalla dinamica del gruppo, rappresenta una importante possibilità di evolvermi come autore, l'identità musicale dei MCR è forte e dominante secondo chi propone e come diventa canzone, il nostro repertorio va dalla canzone militante all’esplorare la curosità della vita filtrata da noi. La Rosta può essere più libera, più spontanea. C'è un approccio compositvo più personale e autoriale.
Stai pensando a qualcosa di solo tuo?
Ho un progetto nel cassetto, già registrato ma uscirà più avanti.
Con i Modena City Ramblers sarete protagonisti a My Generation su Sky Arte.
E' stata una bella esperienza, ci ha fatto piacere, è uno dei rari caso in cui una realtà mediatica dimostra un interesse speciale e ci ha coinvolto in un bel progetto sugli anni Novanta.
Che avete attraversato da protagonisti.
Ne abbiamo fatto parte e abbiamo lasciato un segno. Viviamo della nostra musica ma siamo usciti da quel decennio.
Lo conferma il fatto che ai vostri concerti ci sono ragazzi che negli anni Novanta erano bambini.
Nella nostra musica c’è una forte identità di sinistra, siamo politicizzati ma per come da sempre lo siamo non dividiamo le persone su valori fondamentali ma apriamo i cuori. Nessuna predica ma opportunità di riflessione e quella giusta leggerezza che non è disimpegno. 

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