Il brano, presentato da un testo originale dell'artista, indaga la dicotomia tra essere parte attiva di una società o viverla da alieni
Astronave è il mio nuovo singolo, che sarà a brevissimo (10 gennaio) in radio e negli stores. Si tratta del secondo inedito, dopo la pubblicazione di ‘Sono arrivato qui’ nel 2021, in cui il progetto ha subito una svolta dal punto di vista artistico, grazie alla contaminazione del mio background cantautorale con sonorità funk e R&B, che in parte segnano una tappa evolutiva fondamentale rispetto al singolo di esordio Stereotipo, con cui avevo ottenuto il premio SIAE per il miglior testo al Calabria Fest (2019). In Astronave ho voluto esprimere il dualismo quotidiano tra l’essere parte attiva di una società di cui assecondiamo dinamiche che non ci appartengono e il sentirsi, quindi, “alieni” nella costante e dolente consapevolezza di non voler esserne parte. L’astronave diventa simbolo di libertà e del desiderio di evasione: strumento per intraprendere un viaggio verso una nuova casa, in cui riappropriarsi della propria essenza, senza condizionamenti, giudizi e scelte imposte. Ho quindi voluto cantare quel disagio che molti derivano, a volte, dal rapporto conflittuale con una persona importante della propria vita, che nel caso specifico è rappresentata dalla figura paterna; le ferite che ne conseguono sono la miccia che innesca il senso di inadeguatezza, di appartenenza a qualcos’altro, a un altrove, ancora sconosciuto, ma che tutti continuiamo a ricercare.
Per il video devo ringraziare il regista e amico Giuseppe O. Schimera, con cui collaboro da diverso tempo in perfetta sinergia, e il suo team composto da Manuel Galiotta, Davide Perfetto, Edoardo Tricarico che hanno assecondato e sviluppato magistralmente l’idea di una storia che traducesse in immagini il contenuto del brano, ma conferendogli una connotazione ironica e leggera. Da questo intento, infatti, nasce l’idea dei due alieni e dell’astronauta concepiti come personaggi di un cartoon, che strappano un sorriso pur nella riflessione: gli alieni infatti sembrano inseguire l’astronauta per riportarlo nel mondo da cui provengono fino a quando le situazioni e il contesto, in cui si trovano catapultati, ne modificano le intenzioni e le aspettative. L’introspezione e il conseguente confronto e scontro con le illusioni, porta alla soluzione dei contrasti, al raggiungimento di un equilibrio nello ‘’stare bene con se stessi’’ in qualsiasi ambito: è questo il messaggio che, con un sorriso, volevo fosse lasciato nel finale, in modo allusivo e velato.
Fa da sfondo alle riprese la splendida cornice del Salento, luogo in cui sono nato e cresciuto e dove il mix tra paesaggi e il contrasto di colori mi hanno consentito di esprimere al meglio tutta l’idea che sostiene il progetto, a questo va aggiunta la creatività e l’enorme professionalità di Vinicio Antonio Attanasi il quale, attraverso la realizzazione e la cura in ogni singolo dettaglio dei costumi dei personaggi, ne ha consentito una immediata connotazione e caratterizzazione, che colpisce e resta impressa nell’immaginario dello spettatore.