Un brano e un video altamente motivazionali, presentati da un testo originale dell'artista
Un team, un campo di basket, una sola partita per dimostrare di essere i migliori.
Una storia ricca di tensione, ribaltamenti di trama, suspense, non adatta a chi soffre di cuore. L’avversario da battere è quello più temuto da ogni grande campione, la paura di fallire. Nella mente dei protagonisti veglia la figura del mitico Michael Jordan, colui che tutto ha voluto e che tutto ha potuto. Li invita a non cedere, a non smettere di credere, a non farsi accecare dalle paure, non facendosi affossare dai pesi che gli anni accumulano sulle vite di tutti. Il regista ha saputo cogliere momenti di reale agonismo sportivo (a tratti quasi agonia sportiva) e di strategia collettiva, sottolineando la coesione che può elevare dei singoli a squadra.
Ma una cosa su tutte viene evidenziata: l’assoluta noncuranza dalla quale i campioni sembrano toccati nelle loro imprese. Sembrano un tutt’uno con la propria vocazione, intenti a mangiare sabbia e ancora sabbia, fino a renderla dolce come lo zucchero, fino a raggiungere il picco delle loro aspirazioni. Molti cadono nel tentativo e, per demolire il classico cliché, non si rialzano più. Troppa sabbia, troppi fallimenti, troppe aspettative e troppo grandi per esserne all’altezza. È lecito cedere e arrendersi ma per alcuni è una voce allontanata a ogni ripresa ogni volta che si è presentata l’occasione. Per quelli nati sotto il segno di Mj, ispirati e senza paura. Paure, che come diceva il sommo Jordan, “sono soltanto illusioni” e come piace pensare a Veniero, una volta che le lasci entrare nella tua vita, invecchi inesorabilmente. Ma fino ad allora, tutto è nelle nostre mani.