Eleonora Betti fa di Un Momento Sospeso poesia: il video

Musica

Quell'attimo che vorremmo ma non abbiamo perché schiacciato da mille altri impegni è protagonista del singolo dell'artista toscana che presenta il video con un testo esclusivo

Un secondo sospeso è stato scritto durante il primo lockdown. Mentre tutto era un “non tempo” di incredulità, preoccupazione e smarrimento, il tempo su cui ho riflettuto maggiormente è stato quello della mia vita normale, chiedendomi se normale lo fosse poi davvero. Il mio quotidiano sospeso in quelle settimane, era un quotidiano che prima di quel momento tendeva a non essere mai leggero e sospeso, bensì pieno fino a scoppiare. Dopo un po’ ho preso i ritmi del forzato stare a casa, cercato i miei orientamenti, convissuto con i disorientamenti. Mi sono quindi chiesta in quella fase e nei mesi seguenti se in futuro sarei stata in grado di tornare a sostenere le abitudini che per anni avevo fatto mie: lavorare quasi ininterrottamente, sentirmi in affanno, accettare che ritagliare il tempo solo per me stessa e per stare con le persone a cui volevo bene, fosse una missione spesso impossibile.

Ho provato ad allargare lo sguardo e mi sono sentita parte di un sistema programmato per rendere la vita di ogni persona così, come un oggetto da

consumare e gettare via. Per questo nella canzone parlo di scelta anticapitale e di

resistenza. È un piccolo importante atto di resistenza riservare del tempo alla vita, per godere del senso della vita stessa.
 

L’incontro con Jacopo Pettini (Virus Studio, Siena) è stato fondamentale per dare

concretezza a quella che musicalmente volevo fosse un’evoluzione importante del

linguaggio del mio precedente album. La scrittura del brano è stata molto rapida, ma il lavoro di produzione artistica e di arrangiamento si è sviluppato in un periodo lungo. È stato un vero laboratorio di ricerca che ha portato a una sintesi di sonorità dalle radici per me e per Jacopo profonde; un’espressione del nostro incontro artistico, dei nostri ascolti: dai suoni acustici, quasi tribali, fino al sound più elettronico. Quasi un mantra il ritornello, che ha un modo di esprimere i miei pensieri, le mie osservazioni personali, sociali, politiche, dentro a un linguaggio musicale dream pop.
 

Il video è una seconda dimensione del brano: bianca. Bianca come un altro mondo, come gli occhi chiusi che sentono la luce; bianca come uno spazio espressivo da riempire, come un tempo sospeso in cui lasciarsi andare; come l’energia che possiamo liberare. Questa visione è stata creata dalla regista Clizia Corti, che ha cercato di riportare nella narrazione del videoclip gli equilibri di forza e leggerezza che sono parte della canzone. La danza, la neve, gli effetti di luce, il fuoco bianco: elementi da contattare per contattarsi. Forse un sogno, o una realtà che si realizza nella mente e nelle sensazioni di ogni nostro prezioso, anticapitale, resistente, non monetizzabile, secondo sospeso.

Spettacolo: Per te