Massimo Priviero con il suo album "Essenziale" apre la finestra e abbraccia la vita

Musica

Fabrizio Basso

Credit Ferdinando Bassi
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Un lavoro intimo e profondo, dieci brani cui si aggiungono due bonus track, che descrive quella che è la personale visione di un artista con oltre trent’anni di carriera e quindici album alle spalle. L'INTERVISTA

Il pensiero di partenza è chitarra e voce. Cui si aggiunge qualche strumento che irrobustisce le parole. Massimo Priviero con Essenziale arriva in fondo a se stesso, forte di una storia personale che non ha mai conosciuto compromessi e di un sorriso che esce da quella finestra che troppo spesso intrappola le nostre esistenze..

Massimo, partiamo dalla storia dell’album?
E' nato nel periodo della pandemia. Sono tornato a gennaio 2020 da alcuni concerti a Città del Messico e sono tornato con l’idea di una antologia con quattro inediti, poi sono rimasto chiuso in casa ed è scattata la molla della composizione a partire dalla primavera del 2020. Ho incisi una trentina di canzoni per poi sceglierne una decina. E' un lavoro essenziale, appunto, ma anche forte e fragile nel contempo.
Redenzione: da anni non sentivo un brano di oltre 7 minuti. Parli di rabbia, paura, denuncia, bisogno di amore e purificazione, fai riferimento al primo Bob Dylan: visto che oggi la situazione è la stessa di allora non credi che quella generazione ci abbia venduto una illusione?
Condivido ma vicino a illusione ci aggiungerei il termine di speranza. Noi eravamo piccoli e dunque gli anni Sessanta e Settata li abbiamo recuperati dopo ma come comunicazione mi sento di dire che quel ventennio ha segnato e timbrato tutti. Sì, ci ha illusi ma ci ha portato anche speranza. Oggi non mi piace chi si scaglia contro il mondo e si aspetta dei like. Uso il concetto di dittatura dell’idiozia che prescinde dalla cifra artistica, c’è gente che sa fare bellissime cose.
Sembra la fine del mondo che abbiamo visto noi o lo è? C'è paura di aprire la finestra e quella voce nel vento porta anche la dylaniana risposta?
Se la apri la finestra…te la sto gridando in maniera più forte e mi confronto con te. Il brano lo inizio da menestrello e lo finisco da spartano. Non è da tutti aprirla.
Oggi la libertà è coraggio come all’epoca di Pericle?
Quella frase me la porto dietro da ragazzino. Il coraggio è stato il mio mantra per le mie scelte di vita. Coraggio è esporsi, schierarsi, essere davvero al fianco degli ultimi del mondo e spenderti per il vero bene comune.
Nell’ascoltare Rinascita ho pensato a Il Male Oscuro di Giuseppe Berto: credi che la depressione sia il male del terzo millennio?
Sì. Nella canzone penso che la sola ancora di salvezza, e per questo alla fine cito Papa Francesco, sia nel concetto che nessuno si salva da solo. Questa persona può trovare la forza e il sorriso e la voglia di rialzarsi attraverso chi ti tende la mano, attraverso la mutua assistenza, che qui è amicizia ma può essere amore e presenza. C'è troppo individualismo e non ci fa vedere il vicino che vuole buttarsi dalla finestra perché siamo troppo presi dal nostro ego.
In Abbi Forza, ma anche in Redenzione e nel grande amico dell’incipt di Rinascita, riannodi spesso il film della tua vita: attraversi un periodo di particolare nostalgia?
Penso più allo struggimento, vedi che la strada che hai fatto è più lunga di quella che farai. Poi la pandemia ha amplificato questa situazione, quando cerchi te stesso pensi di trovare la strada da cui sei partito. E’ un album positivo. Cito Working Class Hero di John Lennon: lui era molto avanti rispetto al tempo.
Raccontami qualcosa in più di Tutte le Volte. E comunque non credo che hai scritto poche canzoni d’amore. Forse hai scritto delle tante varianti dell'amore.
La ho scritta per una persona che c’è, per una donna che è al mio fianco da dieci anni. Ha una atmosfera molto vintage, ricorda molto primo Elvis Presley. E' quasi un viaggio nel tempo. Da ragazzo mi aveva ribaltato Elvis, poi sono arrivati i brani d'amore di Bruce Springsteen e The Rocks and the Thunder e Romeo and Juliet di Mark Knopfller. Ma Can’t falling in Love di Elvis è la canzone d’amore perfetta. Cerco questo tipo di atmosfera.
La vita di che Fede ti ha fatto dono? Andrai in Paradiso? In quello che racconti almeno. E credi davvero in un solo Dio?
Uno una Fede fragile ma mi considero cristiano per cultura e per mia fede. Ho questo dono e questa speranza. C’è l’incipit del Discorso della Montagna di Cristo ripreso anche da Ghandi, uno dei discorsi più belli dell’umanità, che prescide dalla fede cristiana; personalmente credo negli incontri interreligiosi di Assisi. Il dialogo che faccio con mio padre, che ho perso tanti anni fa in modo tragico, ha un finale molto terreno, siamo insieme a bere un bicchiere di vino. Con Redenzione questa è la canzone più importante di Essenziale. Mio padre si definiva cristiano e socialista.
Vivi Ragazzo Vivi sembra il Massimo Priviero di oggi che parla a un Massimo Priviero adolescente e anche Abbracciami è un messaggio a dare e fare il meglio, e si sente una urgenza nella voce: due esortazioni, una rock e l'altra ballad, verso la costruzione di “una casa sua”?
Hanno una storia diversa, le avevo scritte per l'antologia elettro-acustica. Su Abbracciami c’è l'eco di Forever Young di Bob Dylan. In Vivi Ragazzo Vivi c’è un ritorno al rock’n’roll primordiale, ho ancora voglia di giocare schitarrando in maniera intelligente.
Lo hai toccato il sogno di tutto è possibile?
Dipende da cosa fai. Nei podcast dirò che tutto è possibile, ma dipende dalle variabili. Per me è trovare te stesso e fare la tua strada e le cose in cui credi ma deve prescindere dal successo dei like di oggi.
Che accadrà da qui a Natale?
Faremo un concerto di presentazione in un teatro a Milano a metà novembre a prescindere dai limiti di posto. Counque l'80 per cento permette di pianificare e dalla primavera 2022 si partorà in tour.

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