Il brano, accompagnato da un testo originale dell'artista, descrive le sensazioni di disorientamento influenzate dai ricordi che riemergono dal passato
I mostri di ieri è un brano al quale sono molto legato. Ho iniziato a lavorarci su circa due anni fa assieme ad alcuni amici musicisti che poi hanno preso anche parte alle registrazioni. Parallelamente allʼesperienza con la band indie-folk Calembour, con cui mi sono esibito in un centinaio di live in tutta Europa, ho scelto di intraprendere un percorso solista col desiderio di sperimentare nuove sonorità alt-rock. Quando ho deciso di far uscire la mia musica l’ho pensato come primo singolo perché racchiude in sé un grande sforzo nella scrittura delle parti e dei loro equilibri.
E’ un brano introspettivo in cui descrivo una serie di sensazioni di disorientamento influenzate dai ricordi che riemergono dal passato. Un uomo crede di essere unico di fronte all’amore ma poi, crescendo attraverso le emozioni, queste convinzioni si sgretolano nella realtà che non siamo poi così diversi dagli altri. Tutto ciò che rimane è la possibilità di allontanarsi dal rumore. La ricerca delle sonorità poi è stata la prova più dura da affrontare ma è anche l’aspetto che più mi intriga e stimola artisticamente. Di pari passo alla produzione musicale c’è il testo che ho curato giorno dopo giorno per mesi, per dire le cose che volevo dire nel modo migliore possibile, è stato faticoso e a tratti frustrante, fa parte del gioco e alla fine non sono mai pienamente soddisfatto di quello che creo ma ho imparato a conoscermi nel corso degli anni e sono convinto di aver fatto il possibile per questa canzone.
E’ fondamentalmente un brano che tratta d’amore e abbandono, amore in ogni sua forma, credo che ognuno possa interpretarla a modo suo e farla propria, è il bello di questo brano a mio parere: l’amore di una madre, di un amico, di un’amante. Non è facile rapportarsi con tale sentimento e di fronte ad esso siamo solo persone, ognuno con i propri pregi e i propri difetti, uguali.
Il video diretto e prodotto da Edoardo Giuliani per Kunai Studio è riuscito ad esprimere al meglio un immaginario cupo e freddo all’interno del quale raccogliere una serie di sensazioni, dallo smarrimento iniziale passando per la rabbia, la solitudine, l’isteria nel ricordo, che poi i ricordi sono i mostri di ieri. Ogni passaggio è legato dal fumogeno rosso che rappresenta lo scorrere del sentimento che si consuma. Raffaella Antinucci, attrice protagonista della clip, ha condito il tutto con il suo enorme talento, la sua sensibile espressività, le devo molto. Alla fine, nel bacio, abbiamo voluto inserire anche un piccolo messaggio di libertà in tempi non facili come questi, ci è sembrato giusto farlo trattando questo tema così ancora attuale e spinoso. Il singolo è scritto, arrangiato e suonato da me con la partecipazione dei miei musicisti Francesco Cornaglia, Davide Pilati, Angelo Viviani e Andrea Denanni ed è stato registrato tra l’Officina Sonora Studio di Torino e il Blu Room Studio di Chivasso. Alla realizzazione del brano hanno contribuito inoltre Davide Turbino e Matteo Rizzo. L’artwork del singolo è di Vittoria DʼAmico e la fotografia di Edoardo Giuliani.