Giovanni Caccamo canta la forza della Parola

Musica
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Ospiti dell'album dell'artista siciliano sono Willem Dafoe, Patti Smith, Jesse Paris Smith, Liliana Segre, Aleida Guevara, Michele Placido, Beppe Fiorello e una registrazione d’archivio di Andrea Camilleri. La nascita del disco diventerà uno speciale di Sky Arte. L'INTERVISTA

Un recupero della Parola che viene dal profondo dell cuore. E' un progetto unico quello di Giovanni Caccamo che mette al centro l’importanza della parola, del dialogo intergenerazionale tra anime e voci, suoni acustici ed elettronica. Giovanni Caccamo è uno dei giovani cantautori più profondi ed eleganti della musica italiana e torna sulla scena discografica dopo il successo di Anteprima Parola Tour di quest’estate

con Michele Placido, che ha registrato diversi sould out in giro per l’Italia, e la sua

partecipazione lo scorso anno, come unico artista italiano, al Festival Internazionale

Pathway to Paris: Earth Day 50, con Michael Stipe, Patti Smith, Johnny Depp, Flea, Cat Power, Ben Harper e tanti altri artisti.

 

Giovanni cominciamo dal coinvolgimento di Liliana Segre.
All'origine era scettica sulla sua pertinenza nel disco, mi ha voluto conoscere, abbiamo fatto una passeggiata in un parco a Milano e quello per me era già il regalo della vita. Abbiamo trovato molte affinità. E' un vero dono averla in Parola.
Cominciamo dalla storia del disco: quando hai cominciato a ragionarci e poi perché hai scelto il singolare, Parola?

Mi sono ritrovato per la quarta volta con un foglio bianco dopo Eterno che resterà per me un momento importante. L'idea era trasformare le armonie dell’orchestra in armonie elettroniche. A livello umano invece era capire per quale viaggio partire e dunque mi sono gettato nella luce degli altri tra film, libri e documentari. In questo peregrinare ho trovato il discorso di Camilleri sulla perdita del peso della parola e sul suo invito ai giovani di fare partire un nuovo umanesimo. Volevo dunque credere, nel mio piccolo, di coltivare un germoglio di umanesimo. Parola è al singolare perché il cambio di prospettiva è riportare il focus sulla singola parola, perché è il loro insieme che crea il discorso profondo. Ogni parola ha una identità e una storia: penso a Pasolini, a Bufalino…sono le singole parole che mi hanno indicato la strada.
Ci vuole coraggio per tuffarsi nudi nell’immensità: tu come lo hai trovato?
Imparando a ricordarmi quotidianamente di essere piccolo. Oggi c’è una sovraesposizione dell’io, questa scalata sociale, economica e di affermazione dell’io è ovunque e io ho invece voluto trovare nella nudità la nostra forza. E la pandemia ce lo ha ricordato con prepotenza. Da decenni ignoriamo l'urlo del pianeta e della terra che dunque con le buone o le cattive si riprenderà i suoi spazi. La nudità arriva dall’umiltà. E anche dalla gratitudine.
Il futuro dell’umanità oggi è più sconosciuto che nelle epoche precedenti: ti spaventa o lo vivi come opportunità?
Ci siamo sempre illusi di essere padroni del tempo futuro mentre siamo solo padroni e arbitri delle scelte quotidiane che possono condizionare il nostro futuro, ma noi possiamo solo scegliere tra la pienezza della luce o col buio. L'errore è essere iIllusi di essere i padroni del futuro.
Cambiamento è anche resistenza? E cosa significa oggi essere un rivoluzionario della quotidianità?
Rivoluzione una parola curiosa. Nella lettera scritta da Ernesto Che Guevara hai suoi figli mi colpito l’aspetto umano, avendo perso mio padre da piccolo; ma soprattutto mi ha stupito che quest’uomo icona della rivoluzione si scusa con i figli di essere stato un padre assente. Ammette un errore per un bene collettivo. Lui dice: combatte le ingiustizie ovunque e tendete le mani ai più fragili ed è attualissimo! La rivoluzione è possibile quotidianamente. La domanda che dobbiamo porci è: cosa posso fare per rendere questo mondo migliore ogni giorno?
Lo stupore di Nausicaa sono le parole?
E’ il finale della poesia di Gesualdo Bufalino ed è il fiore che trovi nel deserto, la carezza che arriva dopo un incidente, il raggio di sole dopo la tempesta.
Hai portato la luce agli dei e all’uomo mortale: chi sono oggi gli dei?
Rimangono entità straordinarie, per me sono da venerare la natura, l’immensità e i doni quotidiani. Io pratico la fede del grazie, spesso interpretiamo la preghiere solo se abbiamo qualcosa da chiedere. Biosgna pregare per ringraziare, ogni giorno bisogna identificare dieci cose per dire grazie. E occorre stare attendi al dio denaro e al dio potere.
L’altro Giovanni, quello che è allo specchio, quando è diverso da quello reale?
C'è una eredità umana che Franco Battiato mi ha lasciato avendo avuto il privilgio di lavorare con lui: il segreto della vita per un artista è scardinare l’arte dal fine, che la tua arte sia lo specchio di ciò che sei.
Ne Il libraio di Selinunte Roberto Vecchioni porta le parole in mare e le fa andare via per sempre: e si smette di sognare. Anche tu vorresti affogarle…hai paura dei sogni?
Ci sono momenti di sconforto, è umano, ma quello che mi aiuta a riconciliarmi è la natura. La campagna, i nonni, la mia Modica, passeggiare in un campo di grano: cose piccole e miracolose. Se hai davanti una plancia di comando con 80 luci e di queste  70 sono verdi e una decina rosse, quelle che ci rendono le giornate negative, noi le 70 verdi le diamo per scontate ed è sbagliato. Dobbiamo ridurre il potere delle luci rosse.
Torniamo a Che Guevara he sognava un mondo senza ingiustizie e invece…ti rattrista che nulla cambi?
Dobbiamo chiederci: io cosa posso fare per rendere migliore il posto in cui vivo? Su tante cose posso lavare. Ti faccio un esempio: se uno per strada mi tende la mano e mi dice che ha bisogno io gli dico andiamo al supermercato e così capisci se è un bisogno primario. Con i miei nipoti facciamo a gara a chi raccoglie più cartacce, così una attività sociale diventa gioco. A volte basterebbe redarguire chi getta i mozziconiper terra: magari ti risponde a malo modo ma intanto lo induci a riflettere sul suo gesto.
La solitudine di Pasolini è diversa dalla solitudine nostra?
Ognuna è a sé. La sua ha un fascino grande. E’ tormento, tensione evolutiva, amore per la carnalità, è un tumulto. E' già difficile conoscere la solitudine di chi si conosce bene, figurarsi di Pasolini che io non ho conosciuto. La mia solitudine è più vicina alla parola e al silenzio.
Cosa puoi dirmi del documentario di Sky Arte e delle tre serate con Sammontana?
Sono grato al gruppo Sammontana perché si è fatto mecenate di una operazione artistica che mi ha permesso di portare avanti il mio concetto di Parola che è la medicina garante della salute: le arti garantiscono il benessere dell’anima. Questo è un progetto sinestetico che coinvolge tutte le arti, è la chiusura di un cerchio. Parola diventerà anche uno speciale prodotto Sky Arte, un racconto in immagini ispirato alla crazione e realizzazione di questo eccezionale progetto, ricco di backstage e di testimonianze di alcunidei protagonisti.
Chiudiamo parlando del tour che verrà.
In estate ho inaugurato un progetto con Michele Placido. E’ un progetto teatrale e lo spettacolo è concepito su alternarsi di parole e canzoni con visual di Francesco Trambaioli, immagini documentaristiche che accompagnano le introduzioni e sfociano nelle canzoni. Ci sono già alcune date autunnali di assaggio poi, se la situazione lo permetterà, il tour partirà a inizio 2022.

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