Dotan racconta la sua intimità nell'universo dei "Satellites"

Musica

Fabrizio Basso

dotan

E' l'album più personale dell'artista israeliano-olandese. Sarà in concerto a Milano il prossimo 29 ottobre. L'INTERVISTA

Un caffè e tante chiacchiere. Dotan è stato ospite, all'Arena di Verona, del Power Hits Estate 2021 di RTL 102.5 e prima di salire sul palco ci siamo incontrati nel suo hotel, a pochi passi da piazza Bra, per conoscere i satelliti della sua esistenza, che lui ha racconto nell'album Satellites, uno dei più ascoltati di questa estate.

Continui a guardare il cielo tutte le notti? Quali sono oggi i satelliti più luminosi?
Lo guardo tutte le notti. Però purtroppo il cielo di Amsterdam non è ispirante, ho visto satelliti più luminosi qui in Italia in due notti che in settimane in Olanda.
Satellites è il tuo lavoro più intimo: quanto è stato difficile raccontarsi in maniera così profonda?
E’ molto stimolante, una bella competizione con se stessi. Raccontare di te alle persone che ti ascoltano è terapeutico ma rende anche più vulnerabili perché non sai mai come il pubblico percepisce la tua interiorità. Mentre ti aspettavno ho provato una grande emozione: due persone mi hanno fermato davanti all'hotel dicendomi che una mia canzone ha cambiato loro vita: è stato fantastico!
Numb si riferisce a un momento complicato della tua esistenza: in questo tuo scavarti dentro hai trovato dei ricordi che neanche con la musica riesci a esorcizzare?
Sicuramente sì, ma il bello della scrittura è canalizzare l'energia di un brutto ricordo verso una canzone e fare pace con se stessi.
Numb è anche disconnessione dalle emozioni: ora i tuoi satelliti emotivi sono allineati?
No ma posso dirti che quando ho iniziato a lavorare all’album ero disconnesso e ora sono un po' più allineato.
Tra 7 Layers e Satellites sono passati 7 anni: un paio li hai investiti in una vita normale, quando la normalità ha inciso sulla scrittura?
Sono stati molto importanti, credo che guardando indietro prima non ero consapevole, ora sono più padrone di me stesso, pronto a riabbracciare il mondo appena sarà possibile.
Mercy è un invito a essere indulgenti verso se stessi: le tue spalle sono più leggere ora?
Eccome se lo sono, ci sono momenti della vita in cui uno si colpevolizza anche per piccoli errori e diventano bagaglio insostenibile: ora ho adottato una nuova filosofia, con più leggerezza si vive meglio! E funziona.
Se la speranza passa attraverso una canzone pensi che la chiave possa essere There Will Be A Way?
E’ un grande messaggio di speranza ed è coinciso con momento di positività. E' nata a Los Angeles nel primo lockdown, oltre al covid c'erano le proteste di Black Lives Matter. Alle 4 tutti a casa. E’ nata in quel periodo e raccoglie la positività di tanti bei ricordi.
Quando pensi al Dotan di 7 Layers, album prodotto con un tuo amico e compagno di band, provi tenerezza oppure quel Dotan o non esiste più?
E’ un momento della mia vita divertente che ricordo sempre con piacere; non avevo uno studio, registravo in una strada trafficata di Amestrdam e lo facevo di notte per evitare il rumore dei tram. Molti ancora oggi mi chiedono come ho fatto e io rispondo che non è importante avere un grande studio, quel che conta è raccontare.
Cosa puoi anticipare del tuo concerto italiano il 29 ottobre a Milano?
Ne ricordo uno a Roma davanti a 80 persone; oggi sono cambiate tante cose, sarà momento emozionante per riconnettermi col pubblico. Canterò pure nuove canzoni.
Che accadrà nei prossimi mesi della tua vita? Stai scrivendo cose nuove?
Una volta finito il tour cercherò di finalizzare la nuova musica per cui penso che mi chiuderò in studio. Sono felice di riprendere a girare ma voglio pure lavorare a nuova musica.
Una curiosità. All’inizio cantavi per poche decine di persone, poi ha riempito uno stadio in Olanda e ora i tuoi live sono spesso sold out: hai ancora contatti con i fan della prima ora?
C’è un gruppo di persone col quale mi sento, potrei dirti che sono in contatto con tutti gli ottanta. Talvolta sui social mi ricordano di non dimenticarmi di loro. Questa umanità mi ricorda la partenza e rende ancora più magico vedere la crescita.

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