Sara Guarnieri e la danza classica, un amore che nasce nell'anima

Musica

Fabrizio Basso

Un percorso iniziato quando aveva sette anni e che ora la ha portata in una delle più prestigiose compagnie europee, l'Opera Śląska. Il sogno grande è La Scala, quello più immediato diventare Corifea. Il presente è la sua capacità di emozionare ed emozionarsi. L'INTERVISTA

Certe emozioni si portano dentro. Non si assorbono nell'aria. Sono un abbraccio costante che si traduce in arte e vita. Sara Guarnieri ha indossato le prime scarpine da danza che era una bambina e ora quella precoce passione è diventata un lavoro emozionale, è diventata un'arte che da quattro anni trasforma in magia all'Opera Śląska, a Bytom, in Polonia.

Sara quando hai mosso i...primi passi?
Ho iniziato a 7 anni ad avvicinarmi alla danza e fin da subito è stata una passione, credo non ci sia un motivo, è un amore che nasce da dentro.
Il tuo percorso?
Dapprima una scuola non professionale per 6 anni che però non rilascia il diploma a fine percorso. Poi con la famiglia mi sono trasferita a Reggio Emilia e ho iniziato a frequentare la Scuola di Danza Professionale di Liliana Cosi e Marinel Stefanescu per altri sei anni. Così mi sono diplomata ballerina professionista.
Immagino sia dura: c'è chi si arrende?
Nel mio corso pochi hanno lasciato prima del diploma e comunque nessuno è diventato ballerino a tutti gli effetti.
Lo step successivo è in Polonia, dove sei tuttora.
L'occasione è arrivata tramite internet. Come in tutti i lavori dopo il diploma inizia la ricerca di un posto in una compagnia. Ricevi anche dei no. Io all'Opera Śląska ho un contratto a tempo indeterminato.
Pensi al futuro?
Per ora penso alla danza ma ti dico che l'insegnamento può essere una strada.
La differenza tra un mito e una etoile?

Carla Fracci è un mito per la sua Giselle, Eleonora Abbagnato è una grande etoile ma non ancora un mito.
Quando ti viene affidato un ruolo come ti prepari?
Studio i video su youtube per le interpretazioni di chi lo ha fatto prima di me, poi cerco di dare interpretazione personale.
Un ruolo che è stato una sfida?
Mercedes nel Don Chisciotte mi ha messo alla prova: presentarsi come donna molto sensuale e sicura di sé non è semplice, questi due elementi mi hanno fatto lavorare un bel po’ e ti confesso che non sono rimasta pienamente soddisfatta.
Una sfida che vorresti affrontare?
Odile ne Il Lago dei Cigni: complesso per tecnica del ruolo e interpretazione.
Una esperienza speciale?
Il Requiem di Mozart: è uno degli spettacoli in cui più mi sono sentita coinvolta a livello emotivo. Mi ha messo alla prova sia a livello tecnico che di sensazioni interiori.
Come occupi il tempo libero?
Penso spesso al lavoro, guardo video e film.
Il cinema come tratta la danza classica?
Le serie tv mostrano per lo più le parti negative di questa professione, non rispecchiano la realtà. Ma ti dico che Billy Elliot è uno dei migliori film, è una storia positiva: Billy ce l'ha fatta nonostante i pregiudizi del padre.
Ora che sei una figura di riferimento senti un senso di responsabilità verso chi ti guarda?
No perché penso lavorare tanto su me stessa.
Quando tornerai a danzare?
Riprendiamo il 16 agosto e il 26 è fissato il primo spettacolo, Straszny Dwòr. Sarò nel corpo di ballo, è una danza di carattere con una mazurka all’interno dell’opera.
Ti metteresti in gioco rinuciando al contratto per fare nuove esperienze?
In Italia c'è la Scala che è il mio sogno. Certo non avrei problemi a metteremi in gioco. Ma ora penso alla ripresa ad agosto. C'è molto da lavorare, durate il primo lockdown, da marzo ad agosto 2020, il teatro è rimasto chiuso. Poi abbiamo ripreso a gruppetti ma anche da casa ho sempre lavorato.
Hai mai avuto un tentennamento sulla tua scelta?
No. Non immaginerei la mia vita senza la danza.
Il desiderio più immediato?
Dal corpo di ballo diventare corifea, è una scelta del direttore...vedremo che accadrà!


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