A Monica Sannino il Bianca D'Aponte e ora c'è il Retro synth wave ’80

Musica

Fabrizio Basso

Credit Giorgio Bulgarelli

A Simona Boo è andato il premio della critica “Fausto Mesolella”. La menzione per il miglior testo se l’è aggiudicata Lucrezia, quella per la migliore musica Elena Romano e la migliore interpretazione Lamante. Madrina di questa edizione è stata Arisa

Un viaggio soprattutto dell’anima. Di quelli che segnano la vita. Ma che sono anche la forza propulsiva dell’arte. Monica Sannino, rumena di nascita ma napoletana d’adozione, nel senso che a pochi mesi è stata adottata da una famiglia napoletana, sta cominciando a raccogliere i frutti di un percorso coerente e originale, amalgamato con lacrime e risate. Ha vinto l’edizione 2020 del Premio Bianca D’Aponte che il covid ha fatto slittare a questa estate, a un luglio che arranca sulla variante delta. Ma questo nuovo “aggressore” non ha rallentato la voce e la musica di Monica che ad Aversa ha fatto brillare le stelle con Maledetto Amore.

Monica, cosa ti ha spinta a partecipare al Premio Bianca D’Aponte?
Mi sono iscritta senza aspettative, avevo solo voglia di cantare le mie canzoni, quelle che scrivo insieme a Diego Leone e mai ho potuto far ascoltare a qualcuno. Con le altre finaliste mi sono trovata benissimo. Partecipare al Bianca D’Aponte mi ha cambiato la percezione delle cose, bello il clima che si respira dietro al Premio, gli organizzatori non solo sono professionisti ma hanno una grande umanità. Il rapporto amicale che si è instaurato subito con le altre artiste ci ha permesso di rilassarci, ci ha tolto l’ansia da gara, si respirava aria di casa e ci ha permesso di fare la nostra musica senza doverci preoccupare.
La sensazione alla proclamazione della tua vittoria?
Non mi aspettavo niente, ho creduto in un errore quando ho sentito il mio nome. Stranamente stavolta non ho pianto. Ero immobile, inespressiva ancora incredula. Manuela Zero e Simona Boo erano le mie favorite. Pensa che avevo le scarpe alte e mi facevano male i piedi, loro mi invitavano a restare scalza, io appoggiavo la testa sulle loro spalle quasi per addormentarmi.
La tua famiglia era presente?
Mia madre si è emozionata, mi ha fatto piacere per loro, farle vedere che qualche risultato arriva. Il giorno dopo poi mi hanno premiata come miglior artista emergente all’Afi. Due riconoscimenti in due giorni. Aggiungo soltanto che solo la musica è più importante dei riconoscimenti.
Il brano col quale hai vinto è Maledetto amore.
Era pronto da due anni e all’epoca era il più importante, oggi non è più così. E’ la prima storia vera sulle mie vicende personali. Era un brano che mi dava sicurezza, che mi assomiglia e rispecchia. Per me narra una questione di abbandono famigliare per altri magari rappresenta un abbandono per amore. Nel testo il sentimento in fase di scrittura è stato di perdita e abbandono. Risvegliare in altri l’emozione per cui ho pianto è fantastico.
Nei mesi scorsi hai pubblicato My Funny Quarantena.
Nasce fuori dal balcone di casa a San Giovani a Teduccio mentre fumavo una sigaretta. Non si usciva, si sclerava in casa, era difficile trovare tranquillità, cantavo My Funny Valentine e l’idea di quarantena mi ha fatto ridere anche se c’era poco da ridere. Era giusto restare in casa ma tutti avevamo un esaurimento nervoso collettivo, una sensazione di schifo totale che è confluita in un video orrendo fatto col cellulare. Pensa che in tutto quel periodo mi sono allenata in casa e ora ho mollato il colpo e mangio di più!
Il premio prevede anche alcuni concerti.
Sono ancora nei pensieri, non ho un piano al riguardo, bisogna capire come evolverà la situazione generale. Voglio farlo semplice, non troppo articolato perché voglio che arrivi diretto allo stomaco. Devo ancora capire anche in base alle normative ma so che voglio andare alla conquista di altre regioni.
Quante volte hai guardato il video, stavolta bello, della tua vittoria?
Poco e solo per vedere come ho cantato. Mi sono concentrata di più sulla performance di Ci vogliamo Bene, Male. Il secondo brano che ho presentato lo ho vissuto come fosse un giudizio. Mi si è impigliato il grembiule da cucina che indossavo perché quel testo esterna l’esigenza di parlare alle casalinghe. Anche io faccio i lavori a casa e so quanto sono, siamo fondamentali, voglio arrivare al loro cuore in rappresentanza di tutte loro. La donna viene dimenticata, la casalinga perde lo status di moglie e fidanzata perché sfioriamo. E ti assicuro che è bruttissimo.
Parliamo un po’ di futuro?
Ora sto scrivendo nuove canzoni, ho trovato il genere che è casa mia, si chiama Retro synth wave ’80 e mescola rock, dance, funky…sono sempre rimasta affascinata da quel sound ma mai sono riuscita a scriverci sopra. A volte penso anche di avere testi un po’ vintage. Questo genere nato per caso ed era quello che cercavo da anni, spero presto di uscire con un singolo. E’ un genere che non segue le mode ed è emotivo.

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