I Sahara tornano col singolo affascinante Lunamare: il video

Musica

Un brano che parla di amore a non di una relazione, una storia che parla di quello che ognuno di noi potrebbe attraversare. Un testo originale degli artisti introduce il video

Come si fa a cancellarti?
Io non me lo ricordo.

LUNAMARE nasce un po’ per caso, in primavera. Era il 2018 e i SAHARA non erano nemmeno un’idea nelle nostre teste: un beat minimale, due parole abbozzate, e piano piano la canzone prende forma, così come l’idea di iniziare un progetto musicale, questo progetto musicale. Da quel giorno e nei mesi successivi la canzone ha fatto un po’ di strada. Dalla nostra città, Torino, dove viviamo e dove sono nate le emozioni di cui la canzone è intrisa, passando per Brescia, home town di Lorenzo Lombardi (Kaufman, n.d.r.), che ha coscritto con noi parte del testo aiutandoci a dare un nome a quelle stesse emozioni. Poi è stata la volta di Milano, nel Crono Sound Factory di Simone Sproccati, dove finalmente abbiamo registrato e finalizzato il brano. Infine LUNAMARE ha fatto ritorno a casa, a Torino, dove è ambientato il videoclip.

LUNAMARE è un affresco urbano di synth pop, dall’estetica un po’ vintage e un po’ moderna, dove i vocoder la fanno da padrone e le ritmiche sintetiche scandiscono il tempo della narrazione. Un mix di up and down, di chiaro e scuro, di strofe grigie e ritornelli colorati. Un incontro tra elettronica e indie pop, con toni apparentemente allegri e spensierati ma con un testo che riflette sul tema dell’insoddisfazione e del sentirsi estranei anche lì dove sentiamo diappartenere. LUNAMARE è uscita per Piuma Dischi il 25 Maggio, in primavera, ma il mese perfetto per farle vedere la luce sarebbe potuto essere novembre, con il suo grigiore e il suo cappotto di nuvole,con i suoi giorni pallidi e le sue notti fredde e umide e con quella sensazione di continua attesadi dicembre, e poi di gennaio, prima di poterfinalmente voltare pagina. LUNAMARE parla di una relazione, ma non parla di amore. Parla di insoddisfazione, incomprensione, e di quanto sia più facile percorrere le stesse strade piuttosto che trovare la forzadi lasciarsi alle spalle l’assuefazione che spesso condisce le nostre vite, per abitudine, anche se infondo sappiamo che è sbagliato.

LUNAMARE è il riflesso di sé stessi alla luce dei neon in una notte di pioggia, una presa dicoscienza in un momento di ebbrezza, un tentativo di allontanarsi per poi ritrovarsi sempre alpunto di partenza. Perché per quanto lontano si possa cercare di andare dai propri errori,comunque ce li ritroveremo sempre davanti a noi. LUNAMARE parla di routine, parla di emozioni che si alzano e si abbassano da un estremo all’altro, come le maree, come il livello del mare nel canale di Bristol sotto l’influsso incessantedella luna. LUNAMARE è un racconto displeenmetropolitano, dove la città sembra un altro pianeta, e la noiati prende alla gola a tal punto da farti ritornare sempre sui soliti passi falsi, accecando anche iricordi: e così come si fa a cancellarti? Io non me lo ricordo.Perché alla fine la parola LUNAMARE non significa niente, ma suonava bene.

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