Bernardo Lanzetti, un ritorno potente con la Horizontal Rain

Musica

Fabrizio Basso

bernardo lanzetti

L'album è composto di 9 brani di cui 8 in inglese (due testi scritti da Peter Jack Marmot) uno in italiano, Ero un num Ero,costruito su una elementare e casuale progressione numerica. L'INTERVISTA

Horizontal Rain è la pioggia che ci arriva addosso, in piena faccia, sorprendendoci e disorientandoci, stimolandoci a nuove strategie: un album di avventure musicali diverse e imprevedibili con cui Bernardo Lanzetti celebra con 120 

brani/composizioni all’attivo, una carriera pazzesca e numeri importanti.

Come nasce l’album?
Si è sviluppato nell’arco di alcuni anni, dopo il Vox 40 del 2013 dove ho celebrato i miei 40 anni di musica con i brani della mia storia. Poi ho pensato a una ripartenza, alcuni brani li avevo, altri li scritti nel percorso. Ho iniziato a suonare col batterista americano più votato al Prog, Jonathan Mover. Pensa che Steve Hackett lo aveva invitato a un test di batteria e lo ha subito preso con lui. Horizontal Rain è un bel lavoro di squadra.
Dicono che sei un musicista colto e tu dici di no: cosa significa oggi essere colti?
Sono totalmente autodidatta e quindi non posso definirmi colto: la musica la capisco ma non la conosco interamente. Se non hai i manuali scali la montagna da solo. Però ho vissuto momenti unici quindi sono un po’ avanti, non posso fingere che non sia successo. La voce non mi ha mai tradito, è sempre davanti a me ho anche alzato di un semi-tono le mie tre ottave.
Una sola canzone in italiano che gioca sull’ispirazione: tu dove la trovi?
Per me è energia fisica e psichica, puoi scriverla in un sottoscala come la canzonetta nasce guardando il mare di notte. E’ un fatto legato al fisico e allo spirito, quando sei nell’ispirazione non serve altro, potresti anche saltare i pasti. Poi ci sono i meccanismi: avere un calendario, una scadenza, essere ricompensati è già un inizio di energia e incameri; se non hai l’estro usi degli schemi. Il pittore sporca i teli per avere dei segni dunque serve un po’ di mestiere.
Cosa è oggi il Prog?
Un assemblaggio del rock con elementi di musica classica e di ricerca. Pensiamo a Genesis, Emerson Like & Palmer e King Crimson.
Dici che non bisogna avere paura del giudizio: che intendi? E lo temi anche tu con la tua storia?
Un incoraggiamento dura un giorno, una critica un mese. C’è l’ansia del giudizio dei colleghi, magari ti dicono che hai fatto errori tipo hai messo la quinta al basso. Ma il tempo mette a posto anche cose che sono stata fraintese. Ascoltando Jimi Hendrix con amplificatore al massimo tutti rimanevano attoniti, oggi fa scuola. L’artista è sempre un po’ più avanti. Jeff Buckley è stato, per me, l'ultimo maestro del canto eppure all'epoca non se lo filavano: dopo il suo è diventato un nuovo modo di cantare.
In Genial ci porti al mondo andaluso: è un mondo che ti affascina?
Ho trascorso vari inverni in Andalusia per svernare. Mi sono messo ad ascoltare Paco De Lucia con Camaron de la Isla, andavo a vedere i concerti, ma per improvvisare prima scegli il tema e poi improvvisi nella musica e nel testo. Ho assistito a un concerto vicino a Marbella, si svolgeva mentre si cenava: nessuno si alzava ad applaudire perché apprezzavano l'improvvisazione del testo.
Come cambia l’approccio alla musica quando hai vicino lo stick di Tony Levin?
Con lui il brano ha cambiato volto eppure ha eseguito il basso come era previsto. Pensa che Mover lo aveva contattato prima di dirmelo, lui aveva tre giorni liberi e ha fornito il suo contributo. Poi lo ho conosciuto a Malaga davanti a un bicchiere di vino e un pezzo di formaggio; subito dopo è andato a smontarsi gli strumenti.
Quando riascolti l’album ti senti protetto dall’Horizontal Rain o ancora ti crea ansia?
E’ sempre in agguato ma dopo la pandemia c’è sempre qualcosa che ti sorprende. Magari scopri che la neve è viola, la giornata dura due ore, i pianeti non sono più allineati e la terra è piatta.
Che accadrà in estate?
Al momento anche le date possibili sono sospese. La precedenza va data a chi ha in sospeso le date del 2020. Per me penso a mostre di artisti dove posso fare le mie perfomance e poi a un'opera moderna legata al teatro. La cosa più possibile è una serata con tutti coloro che hanno collaborato con me, sono pieni di energia. Forse ci sarà una sorpresa a ottobre.

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