Florilegio ci apre le sue Tende: il video del nuovo singolo

Musica

Questo singolo è un esempio del più fine cantautorato psichedelico che vi farà innamorare sin dal primo ascolto. E' un atipico singolo estivo, manifesto di questa che è un'altra estate atipica della scena musicale indipendente. Il video è introdotto da un testo dell'artista

Il videoclip di Tende è stato realizzato da Lorenzo Mental Noise e il sottoscritto, nel salotto di casa sua, in una giornata di fine marzo. Non sapevamo bene cosa sarebbe successo, avevamo chiaramente scelto alcune cose, ma il video fino al giorno stesso non aveva una linea precisa. Abbiamo deciso di affidarci all’istinto e vedere che cosa ne poteva venire fuori. Non era la prima volta che lavoravo con Lorenzo, aveva

già realizzato per me il videoclip per il singolo “La Partenza” estratto dal mio primo disco autoprodotto “Nella Vasca o nel Giardino di Fianco?” uscito nel 2019 a nome Matteo Polonara. Ma è stata la prima volta in cui ci siamo trovati a costruire tutto il video da zero insieme, e devo dire che è stato molto spontaneo, naturale. Avevo in mente fin dal principio che volevo un video semplice, minimale, ma carico d’espressività.
 

Per far capire a Lorenzo cosa intendessi, gli feci vedere il video di “Life on Mars” di Bowie, uno dei videoclip più belli della storia della musica secondo me. Ovviamente, non sono David Bowie e anche solo accostarmici mi sembra un eresia, considerando che è il mio mito da sempre. Però posso affermare che è stato il punto di partenza, il riferimento per la costruzione di questo clip. Nell’immaginario che ho scelto di

creare dietro a Florilegio e nello specifico, in questo caso, dietro a “Tende”, ci sono dei temi ricorrenti, dei simboli che si rincorrono e intrecciano tra la copertina, il testo, la canzone, le foto; quindi ci tenevo che fossero rappresentati anche nel videoclip. Non andrò a svelare tutti i giochi e i simboli che si vanno a incastrare tra loro, anche perché questo è solo il primo singolo, il primo videoclip, la prima copertina di un

concept più ampio che carta dopo carta svelerò. Per farvi però avvicinare al mio mondo, andrò a spiegare le motivazioni dietro la vera protagonista del video: l’acqua.


Se ascolti il brano, a primo impatto ti rimanda subito all’acqua e alle onde, sensazione che con Pierpaolo Ovarini, produttore del pezzo, abbiamo cercato di evocare tramite le chitarre così liquide e vintage e i suoni della canzone un po’ jazz, un po’ psichedelici della canzone. Da alcuni è stata definita anche un atipico tormentone estivo, cosa che da un lato mi fa piacere, ma dall’altro in realtà non voleva essere il mio obbiettivo. Il testo si bilancia in modo elegante con questa strumentale che sembra un po’ galleggiare, navigare. Nella canzone parlo a me stesso e gli dico di smetterla di autocriticarsi per ogni cosa e di credere più in quello che fa. È per dirmi di smetterla di vedere sempre tutto nero, di levarmi questi filtri oscuranti, patine che non mi permettono di vedere la realtà delle cose per com’è davvero. Le tende sono anche una metafora dei miei occhi, il mio mantra? “Spalanca le

palpebre, guarda oltre ciò che vedi”. Ma torniamo all’acqua. L’acqua, il mare, sono il simbolo dell’inconscio per eccellenza. Elemento femminile, l’acqua è spesso prima di tutto identificata come la matrice primordiale della vita e della rigenerazione. Basti pensare alla pioggia che fertilizza i campi o al liquido amniotico che avvolge e protegge il feto durante la sua crescita. Un altro importante significato attribuito all’elemento acqua è quello della mutazione: accade che un mondo si affida alle acque per trasformarsi. Le uniche cose che io e Lorenzo decidemmo in anticipo di utilizzare per il video furono proprio l’acqua e gli acquari. L’acquario indica un mondo sottomarino, può indicare un’esistenza altra. Questo acquario nel video lo scopro, mi ci nascondo, lo guardo, lo tocco, lo osservo da ogni prospettiva fino a buttarmici dentro: è un po’ la metafora dietro tutta la canzone. Peraltro, due acquari e diverse quantità di acqua ci hanno permesso di creare diversi effetti specchio e di luce che sono diventati poi la chiave vera e propria delle riprese del clip . Onestamente, io ho totalmente improvvisato, volevo seguire l’istinto e non interpretare qualcosa, volevo sentire la canzone addosso.

Volevo parlarmi e contemporaneamente mettermi a nudo, mostrarmi per quello che sono, facendo quello che so fare meglio. Per il resto ci venivano in mente cose, oggetti, inquadrature, semplicemente le facevamo, e non mi aspettavo di certo sarebbe stato così semplice. Sono soddisfatto della resa e, anche se non spetta a me dirlo, credo evochi bene le suggestioni che volevo rappresentare. Non essendo un video didascalico magari può non arrivare immediatamente, ma d’altronde io stesso sono esattamente così per cui lo trovo coerente con me.

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