Il disco è una ricca collezione, composta da 16 tracce, che ben si adatta a ogni stato d’animo e periodo dell’anno. Parla soprattutto di finali. L'INTERVISTA
Come un dittico bisogna attendere che si completi. Ma questa prima parte del viaggio di Canarie è già portatrice di un bel vento, di quelli che accarezzano il volto e lo levigano, come certe foto di tanti anni fa, quando le rughe erano fierezza e non un qualcosa da piallare con la chirugia estetica. Immaginari - Prima Parte è interamente scritto e prodotto da Paola Mirabella e Andrea Pulcini, è stato arricchito dal contributo di Emanuele Triglia al basso e Francesco Aprili alla batteria.
Partiamo dalla storia dell’album e perché "solo" parte prima?
E’ un viaggio onirico e visionario, poi biografico sugli sviluppi delle relazioni umane. E’ un canzoniere liquido di 16 brani che abbiamo diviso in due da pubblicare nello stesso anno solare, due vasi comunicanti. Come due facce che si scambiano liquidità.
La morte la vedete come un passaggio in un’altra vita?
Il disco si basa su delle domande e su un immaginario cinematografico degli anni Cinquanta e Sessanta, quelle commedia ciniche alla Voglia Matta con un Ugo Tognazzi in grande forma. In un cimitero di Catania su una lapide abbiamo letto: ci sarà il sole o pioverà nell’aldilà. Ci immaginiamo un'altra realtà, anche onirica. Bisogna almeno illudersi che ci sia altro. I sogni cinematrografici e letterari persistono e dunque, seguendoli, ci ritroveremo in un mondo popolato dai nostri sogni.
Soffrite di insonnia?
Ogni tanto sì, nostro figlio ci tiene svegli. Va comunque a periodi.
L’amore dentro la nebbia Padana è più bello?
Le canzoni sono tutte scritte a Bologna al riparo dei portici dove lievitano le idee, ma entrambi veniamo da luoghi di mare, San Benedetto del Tronto e Catania. Il nostro è un habitat che ha il mare come elemento purificatore dove confessare le proprie paure. C’è nei testi la saudade dal luogo natio e caro. Sono stati scritti e immaginati nella pianura Padana e scritti per lo più in inverno ma immaginati in un altro contesto per cui le stagioni si superano e si arriva in un contesto più affine.
Scoprirsi diversi è destabilizzante? O lo è conoscersi meglio come è accaduto a tante coppie nel lockdown?
Parlando di noi ci ha fatto conoscere meglio e ci ha fatto recuperare un modo di vivere quasi perduto: libri, film e sugellare il sodalizio artistico e amoroso con un bebè. Lo abbiamo reso creativo al massimo.
Topexan parla di urgenza di maturità…Canarie sono maturi?
Maturi forse non si è mai ma abbiamo fatto un passo avanti nella scrittura. E’ il nostro primo progetto in italiano. Anche gli arrangiamenti sono nostri, facciamo tutto da soli e così si affinano le armi del mestiere. Siamo più consapevoli.
Perché Canarie?
E' un luogo circondato dal mare ma è anche un arcipelago. Siamo appassionati delle isole siciliane e di isole in generale perché ci trovi chi fugge da una vita precedente o chi ci cerca il buen ritiro.
Chi può essere il nostro Nessuno?
Nella mia personale esperienza in Ciclopi c’è una versione diversa del mito di Omero. Un rapporto quasi psicanalitico tra il Ciclope e Ulisse, c'è il rompere la corazza e trovare un nessuno dentro di noi e lo scavarci dentro. Mi sono ispirato ai misteri Eleusini.
In Basmati parlate del film della vostra esistenza: ce ne è uno che la racchiude?
Il film sono lo specchio della vita. Siamo appassionati di melodrammi. C’è un conflitto di sentimenti quasi esasperato, è più bello parlare di rocambolesche storie che precipitano che di momenti idilliaci. Scardinano dall’interno l’ordine dell famiglia. Ora siamo concentrati sul post neoralismo.
Un sasso modifica il mare poi si guarda il cielo e i pianeti modificano noi: meglio il mare o il cielo?
Vado sempre verso l’orizzonte, mi piace immaginare qualcosa che arriva o anche solo l’illusione che ci sia qualcosa oltre. Le canzoni hanno bisogno di un pubblico e l’immaginazione necessità di un dialogo.
Due avvoltoi potranno restare amici?
I due avvoltoi nel Libro della Giungla farebbero pensare di sì ma io credo di no. Fanno parte della stessa famiglia ed è un normale scherzo della natura lasciare senza cibo l’altro.
Sono quasi tutte canzoni di coppie sfilacciate…
Il fine ultimo è la disgregazione di ogni tipo di legame, per il tempo o per l’ultimo respiro. Nel secondo capitolo ascolterai storie più auto-biografiche, tutti gli immaginari del primo disco tornano al proprio creatore. Le storie sono allucinazioni e situazioni reali che vanno alla deriva.
Che succede in estate?
L'idea è un tour nei club a fine anno ma qualche data estiva in lavorazione c’è, sia in acustico che con la band. Aspettiamo di capire le dinamiche.