E' un brano che ti trasporta in un’altra dimensione, che ti fa viaggiare in un mondo fatto di nuove consapevolezze e di incontri. Il video è accompagnato da un testo esclusivo dell'artista
Quando penso a Vertigini ripenso all’estate 2020: dopo una lunga fase di lockdown, dove tanti flussi musicali mi attraversavano e tante idee per dei nuovi brani nascevano, siamo arrivati ad agosto, che ha dato tanti cenni di un ritorno alla normalità, ai volti per strada e a tantissime cose che a volte facevo anche fatica a riconoscere. Anche Bologna, città che mi ha accolto da subito, durante il lockdown mi sembrava diversa, svuotata, triste. Ed è proprio quando arriva l’estate, dove in parte si poteva rivivere la vita quotidiana, tutto era svuotato, quasi innaturale soprattutto per una città come Bologna. Per fortuna, durante quei mesi precedenti, io e la mia produttrice avevamo scoperto la penna di Carillon e fu proprio il 14 agosto, giorno che ricorda ancora oggi benissimo, che una parola all’interno di una sua poesia mi ha sbloccato proprio questo brano.
Tutta la mia vita è incentrata sul viaggio e sul conoscere: ho attraversato tantissimi stati, ho conosciuto tante persone, culture e ne ho fatto tesoro. Queste esperienze mi hanno portato ad essere quella che sono ora. Sicuramente tra tutti i brani “Vertigini” è quello che rappresenta queste mie sfumature, questa voglia di urlare, oltre che ballare, vivere e conoscere. E’ un brano che ti trasporta in un’altra dimensione, che ti fa viaggiare in un mondo fatto di nuove consapevolezze e di incontri. Non vuole essere banale, anzi, vuole essere compreso ma soprattutto vuole arricchire chi lo ascolta. Con la mia produttrice abbiamo spaziato, creando un qualcosa che potesse far riconoscere il nostro sound, ma allo stesso tempo sorprendere: c’è il classico richiamo agli strumenti, cosa a cui sia io che rebtheprod teniamo, nonostante le tendenze attuali che spesso allontanano dall’uso degli strumenti acustici. Noi invece, non abbiamo paura ad avvicinarci, spesso anche perché quasi tutti i pezzi che creiamo, nascono da uno strumento acustico (chitarra e talvolta pianoforte). Carillon in quel periodo è stata la ciliegina sulla torta, poiché la sua penna è entrata da subito in simbiosi con ciò che avevamo creato. Oltre a ciò, ci piace però inserire dettagli che possano in qualche modo sorprendere l’ascoltatore, con delle ritmiche decise e che portino a chi ha il piacere di ascoltarla, ad immergersi totalmente nel brano. Questo è il lavoro che ho fatto con il mio team unendo il lavoro di tutte tra Bari, Bologna, Roma e Milano. Un lavoro tutto girl power, che non cambierei per niente al mondo.