Manfredi rimette insieme i disastri dell'amore con Kintsugi

Musica

Fabrizio Basso

Colonna sonora di momenti felici e tristi, l'artista condivide le storie quotidiane di un ragazzo di vent’anni che si confronta con la vita, con i primi amori, con tutto quello che significa crescere

Dopo i singoli Hollywood, Doveva essere oggi e Milano Droga, Manfredi, classe 1998 all'anagrafe Antonio Guadagno, nato in provincia di Salerno ma a Milano dall'età di tre anni, in Kintsugi raccoglie dieci tracce in cui si mette a nudo, con tutte le sue crepe e fragilità: dopo essersi rotto in pezzi, l’unica cosa che resta è rimetterli insieme e fare dell'esperienza della lettura una lezione di vita.

Antonio partiamo dalla storia del disco.

Ho iniziato a scrivere a 17 anni ma partire da una canzone e arrivare a un disco non significa buttarci dentro brani per riempirlo. Un disco deve tracciare un percorso artistico e personale. Me la gioco alla grande con canzoni che avranno un significato nella mia vita anche tra dieci anni.
Il titolo è impegnativo: cosa curano le tue canzoni?
Non cerco di nascodere le ferite, ci metto l’oro così le noti e poi impreziosici le ferite. Ci sono momenti che ti fanno crescere, ad esempio il primo amore ti educa su cosa cerchi e cosa puoi offrire. Poi c'è il passaggio dal liceo all'università: in pochi giorni devi decidere che fare dei prossimi 30 anni della tua vita. Ce la fa uno su mille e io cerco di essere quell'uno, alla peggio è stata una esperienza.
Quando una storia finisce ricorri sempre al kintsugi?
Dipende da come finisce. Ci sono storie che devono finire altre che le recuperi. Non puoi guardare lo stesso film due volte aspettando un finale diverso. C'è una ciclicità: ti fidanzi ti lasci ti fidanzi ti lasci e ogni volta si ripete. Il Santuario di Ise in Oriente ogni vent'anni viene abbattuto e ricostruito uguale, è come la vita...un eterno ricostruire.
Non ipotizzi un amore definitivo?
A vent’anni la vedo così, trovo difficile pensare a qualcosa che duri per sempre. Ma va detto che anche Vasco ha trovato la sua Laura dopo una vita spericolata.
Ti riesce sempre bene litigare?
Sono bravo a essere il soggetto delle litigate perché a volte sono presente col fisico ma no con la testa. Pensa che con alcuni amici non ci siamo visti per tre mesi e loro hanno organizzato una festa per i miei tre mesi di assenza e non mi hanno invitato. E' un modo di dire "ti vogliamo bene, fatti vedere ogni tanto".
Quando finisce una storia lei si taglia i capelli e tu?
Sfrutto il periodo per farli crescere, ho la curiosità di vedermi cappellone.
Andresti via da Milano?
Non sono affezzionato ai luoghi, se vado via la porterei nel cuore, non devo starci per forza. Se ci fosse un motivo valido partirei ma attualmente è una fortuna esserci non un limite.
Quale è la scusa più triste che hai inventato?
Gli impegni perché ci metti tre giorni a capirlo. Ma se una ragazza ti prende allora hai voglia vederla e il tempo lo trovi.
Se l’amore è una bugia di Hollywood, meglio Cinecittà?
Come in tutti i film spero sempre nel lieto fine, nel film sai che c’è soprattutto se la commedia è romantica. La vita non prevede né copione né tagli per cui se continui a crederci arriverà il lieto fine.
La notte ha sempre i tacchi alti?
Non necessariamente. Preferisco la notte per maturare esperienze anche perché di giorno sono all’Università. Comunque scelgo le scarpe da ginnastica perché mi sanno di spensierato, della libertà da ventenne.
E’ sempre salvifico avere un amico in Germania?
Sarebbe meglio averlo in Italia. Avere un amico che puoi chiamare last minute è bello. Sono felice a metà perché lui è tornato dalla Germania, ci possiamo vedere di più ma spero che possa realizzare i suoi sogni.
In Rompere c’è un po’ di rap: è un genere che ti affascina?
Il rap mi piace, ce ne ho messo un pochino in una canzone semplice, non disdegnerei un featuring con un rapper purché sia bella la canzone.
Se avessi tutto l’oro del mondo lo investiresti interamente in kintsugi o ti compreresti un'isola tropicale?
L’isola te la godi tre giorni e poi la vita diventa piatta. E' più bello avere sempre storie da raccontare. In studio vai con le tue esperienze.
Che succederà nelle prossime settimane?
Il disco vive di live, per quanto possa usare lo streamig il live è la vita. Lo sto preparando, meglio averlo pronto e non suonare che essere colto impreparato ma confido nell’estate. Non ho previsto cose social, sono affezionato ai grandi momenti, posso aspettare il primo vero live. Voglio gli abbracci.

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