Tazenda, arriva il nuovo album Antìstatis, un inno alla resistenza

Musica

Fabrizio Basso

tazenda

 E' un disco che incontra tradizione e innovazione, in cui si raccontano storie di vita comune tra debolezze, paure e speranze riposte nel futuro. Undici brani inediti più un remix, in lingua sardo-logudorese e italiano, in cui si fondono il desiderio di esplorazione, l’attenzione di produzioni moderne e la ricerca della semplicità stilistica e vocale

Resistenza. Questa è la traduzione dal greco di Antìstatis, il nuovo lavoro dei sardi Tazenda. L'album è il ventesimo del gruppo ed esce in occasione speciale: sono i trent'anni della loro partecipazione al Festival di Sanremo con Pierangelo Berti e il brano "Spunta la Luna" dal Monte. Antìstatis è il frutto di tre anni di pre-produzioni, scelta brani, sessioni in studio iper tecnologiche, ma anche tutti in sala intorno ai grandi microfoni insieme per cantare all’antica. 

Partiamo dal titolo Antìstatis.
Nel greco classico significa resistenza e noi il concetto lo abbiamo nascosto in un’altra lingua. Ognuno decide a cosa fare resistenza, noi cerchiamo una resistenza più filosofica, resistiamo perché non abbiamo alternative. Dal 2012 non facevamo un nuovo disco e ora per noi siamo nel futuro.
Se è un album di resistenza quali sono gli elementi che collegano al passato e quali al futuro?
L’elemento è uno solo ed è la musica. Noi ci divertiamo a farla e quello resta l’elemento. Nel disco andiamo dalle ballate pop fino alla disco music, volendo però mantenere una certa tradizione che rappresenta la Sardegna. Non è stato facile, abbiamo lavorato molto per i cori, i canti e gli strumenti sardi.
Titolo in greco e poi il brano proustiano La ricerca del tempo perduto.
Il singolo è proprio ispirato a quel libro e il concetto più bello è che un profumo ci fa tornare indietro nel tempo, in uno stato di fanciullezza. Se ci andiamo a posta, e non la subiamo come melanconia, ci godiamo una felicità che ai tempi era per noi inconsapevole. Quindi dobbiamo stare bene per avere bei ricordi.
Temete che il vostro pubblico storico possa allontanarsi?
Ci sono canzoni che possono sopperire a una certa temerarietà.
Il remix di A Nos Bier può essere l'augurio per l'incontro di due generazioni musicali?
Lo speriamo perché ci divertiamo quando facciamo musica, ci è sempre piaciuta l’elettronica ma abbiamo scelto un’altra strada. Però ogni tanto ci divertiamo a sconfinare e stavolta lo abbiamo fatto in modo massiccio.
Considerate la musica un atto di coraggio?
La musica è di tutti. Le etichette non sempre corrispondono a verità. L’importante è fare musica per divertirsi e se poi ha successo hai raggiunto due volte lo scopo ma non sempre è così.
Come si germoglia la scrittura Tazenda?
Prendiamo una chitarra acustica e si canta in inglese finto finché non arriva la melodia. A quel punto proviamo a metterci le parole. E’ la tecnica più antica. In altri brani nascono insieme musica e parole e di conseguenza la melodia perde un po’ a vantaggio del significato. Raramente arriva prima il testo e dunque il significato risulta più potente di tutto.
Il vostro percorso di vita quanto ha influenzato quello artistico?
Tantissimo. Chi fa arte la fa attraverso quello che è, la sua vita e il suo vissuto e si evolve in base alla crescita. I cambiamenti delle nostre vite personali si sono riversati nel disco e nella creatività.
Una vostra valutazione sui concerti?
Arrivavamo da una estate buona con qualche concerto e poi quando tutto si è nuovamente bloccato per resistere siamo entrati in sala prova e abbiamo già preparato tutto lo spettacolo che poi sarà. Quando non lavori ti senti inutile non è solo una questione di soldi. Stiamo resistendo provando ma non diciamolo al Governo. Questo disco è figlio di questo momento.
Avete successo anche all'estero: ne siete fieri?
Noi abbiamo un popolo che ci segue ed è quello sardo. In terre straniere c’è una magia incredibile, è sconcertante sapere quanti dei nostri sono in giro e vengono ad ascoltarci. Brilliamo di nostro ma in un’altra terra i sardi brillano di più.
Per altro è vostra abitudine testare i pezzi nuovi nei live.
Dal 2016 nei tour estivi proponiamo un brano nuovo. Quando notiamo che le persone le fanno diventare un successo ci guardiamo consci che c’è ancora storia da costruire. Soprattutto dal vivo.
Circa trent'anni fa, in un momento cupo della storia d'Italia, Francesco Saverio Borrelli incitava a resistere resistere resistere: cosa porterà la vostra resistenza?
Ognuno ha una sua interpretazione della resistenza. Osserviamo il mondo e c’è una quantità enorme di eventi non sotto controllo. Noi diciamo che fuori di noi ci sono tante situazioni per le quali non vale la pena prendersela perché la migliore saggezza è accettare le cose ma senza sottomettersi.

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