L'artista romano porta al festival un brano filtrato attraverso una storia vissuta da un suo amico. Farà parte di "Tante care cose" il suo nuovo album in uscita il 12 marzo. L'INTERVISTA
Il disincanto poetico dei ventenni. Fulminacci di anni ne ha 23 e arriva per la prima volta a Sanremo (GUARDA LO SPECIALE) con un brano che racconta una storia di un suo amico, con qualche intarsio personale, e la trasforma in un viaggio umano per tutti, universale. Il brano è Santa Marinella (Maciste Dischi/Artist First), prodotto da Tommaso Colliva, testo e musica di Fulminacci. Dirigerà l’orchestra il maestro Rodrigo D’Erasmo. Il singolo sarà contenuto nel suo secondo album Tante care cose che uscirà il 12 marzo ed è già disponibile in pre-order nelle versioni CD e LP colorato autografato a tiratura limitata (https://musicfirst.it/artisti/fulminacci-1809).
Quando è nata l’idea di andare al Festival?
E’ successo tutto in maniera naturale, c’era una ipotesi di candidatura e ho detto subito magari sì e alla fine è successo: un mercoledì mattina Amadeus mi ha chiamato comunicandoni che mi aveva scelto e ora provo una emozione amplificata anche perché siamo tutti fermi quest’anno.
Santa Marinella nasce due anni fa: perché fino a oggi è rimasta nel cassetto?
Ricordo di averla scritta poco prima dell’uscita del mio primo disco e volevo inserirla in questo secondo lavoro: non mi andava che restasse solo un singolo tra due album perché poi le persone non sanno più dove cercarlo. La ho fatta pensando alla storia d’amore di un mio amico e mi è venuta voglia di scriverla facendo io la parte del mio amico.
Con un album in uscita e quindi parecchi brani pronti cosa ha in più Santa Marinella per portarla a Sanremo?
Ti rispondo tecnicamente: si presta molto bene a un arrangiamento orchestrale, è giusto dunque sfruttarla così. Mai avuto dubbi sul brano, da quando ho saputo che sarei stat qui a Sanremo la scelta è stata netta.
Davvero non c’è niente di cui innamorarsi per sempre?
In quella storia e per quel mio amico sì.
Roma ti piace immaginarla sul mare o come un presepe tra le montagne?
L’io narrante non sono io e che Roma è una città di mare me lo ha detto lui e lo è in effetti per chi viene dal Nord: lui è di Belluno e la vive come una città di mare visto che dalle sue zone resta distantissimo. Il presepe tra le montagne è Belluno.
Che effetto fa salire sul palco dell’Ariston?
Tremano tanto le gambe ma le prove sono andate bene e sono pronto per andare in diretta dove quello che avevi previsto va nel secchio e riparti da zero.
Tra i tuoi colleghi che sono a Sanremo ce ne è uno al quale vorresti citofonare e poi scappare?
Hanno già abbastaza ansia, lo farò a tutti ma dopo.
In un mondo dove tutti sono dei professoroni è bello ogni tanto sentirsi un deficiente?
Bellissimo, è una ambizione che dovremmo avere tutti. E’ un momento in cui nella storia ho messo un po’ di me. E' una marachella, quella cosa infantile che fa bene anche solo a dirla.
Hai capito se sei giovane o sembri vecchio?
Ci sono differenti scuole di pensiero, personalmente ti dico che io ho sempre avuto la mia età. Io mi sento i miei 23, sono in sintonia con la carta di identità.
Cosa puoi dirmi di Tante Care Cose? Come promuoverai il disco?
Uscirà il 12 marzo se no le canzoni invecchiano nella mia testa. A un tour non ci posso sperare, mi auguro di poter fare qualcosa in estate se ci saranno regole un po’ più allentate. Non ci sono ancora programmi: dopo Sanremo dormirò per una settimana e poi ci ragioniamo.
Per curiosità sapevi che esiste una canzone con lo stesso titolo dei Gogol Bordello?
Me lo hanno detto, so che sono legati a Santa Marinella, forse ci hanno vissuto.
Potevi invitarli con te sul palco.
Quando ho scperto la loro Santa Marinella tutto era già deciso! Ma sarebbe stato bello.