Angelica ci trascina nel suo mondo con le Storie di un Appuntamento

Musica

Fabrizio Basso

angelica

L'album è una miscela di affascinanti atmosfere retrò con suoni freschi e moderni che spaziano dal lo-fi al pop passando per momenti sognanti e altri più elettronici, pescando dal funk e a tratti dalla house, senza mai dimenticare l’amore per il rock e la psichedelia. L'INTERVISTA

Sarebbe una regina anche nel peggior bar di Caracas. Conosco Angelica dagli albori del suo percorso artistico e più volte ho assistito ai suoi concerti, dai quali non si esce indenni perché lei sul palco è un caleidoscopio di suggestioni ed emozioni. Sa raccontare il mondo che la circonda con quel pizzico di follia che la rende unica. Questo suo nuovo lavoro è l'esame di laurea passato col massimo dei voti. Storie di un Appuntamento è un intersecarsi di esperienze personali e momenti di vita raccontati con gli occhi di una donna che non ha paura di realizzarsi e creare il suo spazio. E' un invito a imparare a guardarsi allo specchio, riconoscendo le proprie fragilità per riuscire a superarle, accettandosi per quello che si è. Come il covid (tutto sul coronavirus) impone, abbiamo conversato su Zoom.

Angelica, come nasce il progetto?
Ci lavoravo da prima della pandemia ma i lavori si sono bruscamente interrotti, l'uscita era prevista per maggio. In estate ne ho approfittato per completare l'album.
Scrivi che la tua casa era la città.
Lo è diventata durante la chiusura, anche i punti di riferimento visivi: non avevo più negli occhi spazi grandi e questo mi ha preoccupata…ci vedevo peggio.
Come è amara questa età: lo sono tutte, ognuna a suo modo, o ce ne è una che lo è di più?
Tutti i passaggi da una età all’altra sono devastanti, spesso difficilissimi. Sono in un passaggio importante ma anche stimolante, non si vive di sola dolcezza.
Davvero hai smesso di fumare?
Ho smesso e poi ricominciato. Però mi sono astenuta per un periodo lungo. Vado a periodi, talvolta mi dico che smetto per poi scriverlo.
Hai smesso anche di leggere i giornali per continuare a pensare positivo?
In questo momento sì. Prima ero alla ricerca ossessiva di informazioni ora basta. E’ come col fumo ora il momento della fuga dall’informazione eccesiva. Provo a filtrare.
Beatles o Rolling Stones? Citi anche Yoko Ono.
Senza dubbio i Beatles. Yoko è un mito, troppi l'hanno cazziata.
I tuoi sono felici di essere nella stessa canzone con Mickey e Mallory, Bonnie e Clyde…
Mia madre un po’ se l’è presa ma non è detto che siano cose vere. Comunque quella dei miei genitori è stata una coppia tormentata e dunque ci stava citarla.
Torna spesso il caffè nei testi: quanti ne bevi al giorno?
Troppi. Oggi la tazzona. Mi piace anche nei dolci: la coppa del nonno è il multi pleasure. Anche qui ho avuto un periodo di abnegazione, ho resistito quasi un anno, poi ho ripreso.
Che differenza c’è tra i mille violini suonati da una app e quelli suonati dal vento?
In questo momento storico la dolcezza del vento è più difficile da trovare, è più diffusa la freddezza delle applicazioni. Vorrei il vento caldo dell’estate.
La vita è più fantastique se puoi posteggiare in doppia fila e nascondere le briciole sotto il tappeto?
Sì ma assumendoti la responsabilità delle conseguenze. Si può essere leggeri ma non superficiali. Serve sempre la consapevolezza.
In Comodini citi una faccia che parla contro lo specchio e in Peggio di un vampiro c’è chi si arrampica sugli specchi: lo specchio è la tua arma impropria?
Mi ci sono ritrovata con le mie cose più scomode figendo che non esisessero poi sono uscite. Le guardi e le accetti e ci parli. E’ un grande tema. L’appuntamento è davanti allo specchio per la sessione di introspezione. Ora c'è anche accettazione.
Nei testi ho trovato una donna consapevole. Anche nella solitudine. E che si è tolta un po’ di sassolini dalla scarpa.
Storie di un appuntamento mi è servito per capire un sacco di cose. Ho imparato a stare da sola mentre prima non ne ero capace. O lo facevo in modo egoistico. Ora sono molto in pace con me stessa. Il titolo ricorda periodi di vita affollati non per forza amorosi; spesso mi lasciavo inghiottire dall’esterno. Dovevo approfondire con me stessa perché vivere meglio significa vivere meglio anche gli altri. E poi ora so dire di no.
Come promuoverai il disco, vista la situazione?
Nel progetto originario erano previsti dei release party. Volevo fare un concerto ma non è possibile. Dunque abbiamo rimediato con un allestimento in sicurezza dove tutti eravamo tamponati: abbiamo registrato tutto il disco e anche il video. Confido che in estate qualcosa si possa fare. Ma quel che è certo è che il disco doveva uscire perché bisogna vivere il presente.

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