Joe Perrino omaggia Franco Franchi con La Gelosia

Musica

La canzone è stata scritta nel 1972, quando ancora esisteva il delitto d'onore, retaggio culturale e specchio di un antiquato concetto di “donna” all’interno del tessuto sociale. Il video è presentato da un testo originale dell'artista

La Gelosia è un omaggio a Francesco Benenato, in arte Franco Franchi, che con questo brano è riuscito a mettere in evidenza in modo ironico il tema della gelosia patologica, cogliendone i diversi aspetti “diagnostici”. Con incredibile perizia, attraverso la “strategia di sovraidentificazione” e con una forte dose di comicità grottesca, è riuscito a rendere visibili gli aspetti del dramma esistenziale

dell'uomo geloso. La sua visione di un tema drammaticamente attuale e cupamente insidioso, come quello della violenza sulle donne, è traslucida e moderna. 

La canzone è stata scritta nel 1972, quando ancora esisteva il delitto d'onore, retaggio culturale e specchio di un antiquato concetto di “donna” all’interno del tessuto sociale. Il vecchio articolo 587 del Codice Penale recitava: Chiunque cagiona la morte del coniuge, della figlia o della sorella, nell'atto in cui ne scopre la illegittima relazione carnale e nello stato d'ira determinato dall'offesa recata all'onor suo o della famiglia, è punito con la reclusione da tre a sette anni. Sono passati più di quarant’anni dall'abolizione di questo articolo, eppure l'argomento rimane

attuale. Il brano e il video declinano l’aspetto più estremo di questa ossessione, che ammalia i sensi e devia la realtà, fino a sconfinare nella cruda, lucida e ciecamente violenta follia. Ci troviamo davanti a una mente fragile, alla ricerca di conferme del proprio pensiero distorto, che attraverso un loop incriminante, ribadisce che se non mangia più, se non bacia più, perfino se la casa brucia, la colpa è sempre e comunque della sua compagna. È un crescendo continuo di accuse deliranti che genera uno stato di angoscia della mente senza riscontri oggettivi, e che passa da quello aggressivo e violento a quello funzionale e manipolatorio, che serve a far sentire l'altro amato, nonostante tutto. Rispettando la genuina ironia di Franco Franchi, abbiamo immaginato un uomo che trascorre il suo tempo a interrogarsi e interrogare, controllare, pedinare; un uomo che vive nell'ansia e agisce in modo aggressivo senza comprendere le reali condizioni del suo stato. Dall'altra parte una donna, tentatrice, intrisa nel peccato e nella colpa, che costringe, istiga e arma il suo carnefice e che, alla fine, riesce con uno stratagemma a liberarsi da questo incubo casalingo, trovando il modo di riscattare sé stessa anche attraverso un intervento estremo, ma necessario. Una Eva tristemente attuale, che attua la sua salvezza usando il paradosso dell’ossessione stessa.

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