Napoleone fa della musica narrazione con Povera Femmina

Musica
NAPOLEONE

Il brano è il terzo capitolo della storia narrata in chiave musicale dall'artista e incentrata sulla ricostruzione temporale della vita di Vito Manzo. Gli altri due pezzi sono Amalfi e Porta Pacienza. L'autore racconta il progetto in questo testo esclusivo

Tutto nasce per caso un paio di estati fa passando da Amalfi come ogni anno a trovare Gianluigi, un amico di vecchia data. Durante un pranzo ci ha raggiunti suo fratello Carlo che aveva con sé alcune vecchie lettere recuperate non so dove. Da appassionato di storia e archeologo mancato, mi incuriosisco subito e gli chiedo di poterle leggere. Carlo mi spiega che sta cercando di ricostruire l’albero genealogico della sua famiglia, la famiglia Manzo. Da queste lettere iniziano a saltare fuori delle informazioni su tale Vito Manzo: un falegname, musicista, partito in marina durante la Seconda Guerra Mondiale e innamorato di Maddalena.
 

Nato il 5 maggio 1919 e morto il 4 marzo 1957 sulla spiaggia del Duoglio ad Amalfi in circostanze mai del tutto chiarite. La storia di Vito ci ha subito incuriositi e abbiamo iniziato ad indagare per cercare altri documenti che potessero ricondurre a lui.

Scopriamo che la sua passione per la musica si consolida grazie all’arrivo delle truppe alleate americane che occupano Amalfi dopo lo sbarco nel golfo di Salerno. Dai loro dischi scopre il blues e il jazz, generi che non avevano ancora contaminato la canzone italiana in quegli anni. Decide così di mettere su un complessino con degli amici e tentare la strada della musica.
 

Più scavavo nella sua vita e più mi rendevo conto di quanto fosse simile alla mia: tutti e due del sud, tutti e due con il sogno della musica, tutti e due legati in maniera viscerale al mare. Vito purtroppo - a differenza mia - non ha mai avuto la possibilità di coltivare le sue passioni ed è morto falegname ad Amalfi. Mi sono immedesimato nella sua condizione, ho pensato a chi ancora oggi resta bloccato in situazioni che non ha scelto, a chi non ha avuto il coraggio di inseguire un sogno o a chi non è stata data la possibilità di farlo. Si parla spesso del sud che vede partire i propri figli in cerca di un futuro migliore, ma non si parla mai di chi resta. Io stesso ho rischiato di restare intrappolato in una vita non mia, poi ho scelto di partire.

Dal 2016 ho casa a Torino,  sono un autore in esclusiva Sony ed ho la grande fortuna di vivere di musica. Attraverso i documenti ritrovati, ho cercato in qualche modo di rivivere la sua vita per poi scriverci delle canzoni. Provando anche un po’ a immaginare come le avrebbe scritte lui. In poche parole, decido di realizzare anche il suo sogno. In questo lavoro di certo mi sono tornate molto utili le mie skills da autore. Indagando sulla vita di questo personaggio, tra i vari documenti abbiamo anche ritrovato un certificato di morte appartenuto a Lucia Manzo, sorella di Vito. In alcune lettere scritte da Vito durante la Seconda Guerra Mondiale, viene spesso citata Lucia e si percepisce quanto i due siano legati.
 

Si pensa che Lucia sia caduta in depressione dopo aver perso due figli a causa dei bombardamenti su Baronissi per poi togliersi la vita in mare. Un crollo psicologico probabilmente dovuto al fatto che in quel periodo storico il ruolo della donna era esclusivamente quello di moglie,  madre e domestica. La famiglia “numerosa” era al centro della propaganda fascista e la perdita dei figli avrà fatto sentire Lucia inadatta al suo ruolo di madre, nonché  incapace di adempiere ai suoi doveri di donna. Sul certificato di morte alla voce professione leggiamo “Povera”, da qui il titolo del brano “Povera Femmina” e la decisione di voler approfondire anche il personaggio di Lucia per salvare anche lei dal suo passato ingiusto.

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