Quattro lingue per raccontare in musica il viaggio artistico e umano dell'artista. Undice tracce per un esploratore dell'anima. L'INTERVISTA
Ascoltare l'album di Filo Vals, che peraltro porta il suo nome, significa salire a bordo di una macchina del tempo e viaggiare negli anni e nei luoghi. Questo artista romano, ma apolide nell'anima e nell'indole, è un vero e proprio esploratore della musica che, pur non perdendo di vista la meta del suo viaggio, sperimenta, gioca e famigliarizza con suoni, ritmi e tematiche eterogenee, dimostrando di essere un poliedrico e capace di approcciarsi a più generi, mantenendo comunque riconoscibile la propria cifra stilistica.
Quando ha preso forma il disco?
Lo ho scritto negli ultimi due anni e mezzo. Il lockdown (tutto sul coronavirus) ci ha fatto finalizzare infatti lo ho consegnato un mese fa. E' ll disco d’esordio e dunque non ho alcuna pressione se non la mia medesima. Il covid lo ha ritardato, sarebbe uscito un anno fa e lo slittamento dell'agenda ha fatto cambiare le cose.
Perché hai scelto di utilizzare più lingue?
Volevo che da subito il mio imprinting fosse il multiculturalismo linguistico. La mia onestà artistica passa per il multilinguismo. Mi sento di affermare che sarà così anche nei prossimi anni.
Chi inviteresti a fare il girotondo con te?
Galileo, un terrapiattista, Maradona e Chaplin.
Se la terra è un pallone a chi affideresti il rigore decisivo?
Galileo Galilei è il mio rigorista, quello di cui più mi fido. Il più autorevole.
Se Tinder ci fosse stato negli anni Settanta la rivoluzione sessuale come sarebbe avvenuta?
Nel mio immaginario sarebbe stato un bel casino. C’era così tanta sregolatezza per quello che so, non è mia epoca, non la ho vissuta, che una piattaforma come Tinder o non sarebbe stata abbastanza trasgressiva oppure avrebbe fatto esplodere l’estremo più totale. Noi siamo il risultato di certe estremizzazioni, basti pensare alle droghe: leggo, mi raccontano che negli anni Settanta ne circolava tantissima noi oggi in studio oggi ci dividiamo tra tisane e avocado toast!
In Occasionale parli di indecisi e vinti, ma gli equilibristi, a mio avviso, non sono dei perdenti.
Lunga vita a loro e che ci insegnassero come fanno. Nel brano siamo tutti virologi, come prima eravamo chef e prima ancora allenatori.
Potessi passare un weekend con Morfeo dove lo porteresti?
Ho tanta nostalgia che lo porterei a un bel concerto e poi a fare serata con musica cubana. Andiamo a divertirci.
Il Fiore e L’Ape a me ricorda più il romanticismo di Alda Merini, la piccola ape furibonda, che Italo Calvino.
Grazie per l'accostamento. E' un brano fiabesco, è un inno alla leggerezza. Mi ha attratto la lezione preparata ma mai fatta da Calvino ad Harward. Ci credo nella sana leggerezza, mi divertiva scrivere una canzone che sprigionasse questo sentimento.
Oggi che si è bloccati e l’incontro esotico è solo nei sogni come lo immagini?
Camminando d’inverno con la mascherina, l’esotico diventa la cosa più lontana in assoluto dal nostro presente. E’ una bella sfida perché le interazioni sono già complicate con le persone note figurarsi con l'esotico. I nuovi volti li aspettiamo appena sarà possibile: io sto chiuso in casa il 95 per cento del tempo e il 5 per cento che esco è per la spesa o una passeggiata.
Cadendo dalla nuvola sceglieresti una destinazione oppure lasceresti fare al caso?
Sceglierei una destinazione, qualche coordinata la darei.
Come ci si difende dai Leoni da tastiera?
Temo che la miglior arma sia ignorarli. Non ho ancora trovato chi mi ha fatto male e dunque c’è chi dice che per questo non ce l’ho ancora fatta. Apprezzo alcuni che mi scrivono cose cattive, mi divertono e ci rido sopra. Però ammetto che fa male se tocca nel vivo, se colpisce qualcosa che io penso: mi ha stanato sul nervo scoperto.
Torniamo a Occasionale: sei un fatalista oppure il destino si pilota?
Non mi ritengo un fatalista, non sono passivo a ciò che succede. Sono determinato a raggiungere gli obiettivi.
Che accadrà nelle prossime settimane?
Sprogrammando un lavoro sul digitale e lo dico con grande rammarico perché se lo ascolti capisci l'importanza che ha di essere suonato. Voglio riportare Filo Vals all’origine, a chitarra e voce.