Cristian Grassili canta Presente: il video del singolo

Musica

Le immagini raccontano un incontro tra le diverse parti del protagonista: il passato nella figura del bambino, il futuro nell’anziano e il presente nell’adulto di mezza età. Il video è accompagnato da un testo originale dell'artista

I temi trattati nell’album Presente riguardano il rapporto dell’uomo con il tempo, la gratitudine, l’amicizia e il perdono verso se stessi. Il messaggio di fondo è che non è mai troppo tardi per ritrovarsi e darsi una seconda possibilità. La canzone nasce dalla lettura del libro “Dare il cuore a ciò che conta” (Pensa, Papachristou) che tratta della meditazione di consapevolezza, alla quale mi sono appassionato da due anni: con presente si fa riferimento alla “presenza mentale”, all’attenzione intenzionale e non giudicante verso se stessi e verso la propria esperienza (emozioni, pensieri, sensazioni) senza l’intento di cambiarla, ma di osservarla, aprendosi incondizionatamente a quello che c’è. La canzone è un incoraggiamento a non allontanarsi da sé, un invito a conoscersi, a starsi accanto, tenendo bene a mente la frase “La vita è quella cosa che ci accade mentre siamo intenti a fare altri progetti” (J. Lennon).

 

Nel video clip prende vita un incontro tra le diverse parti del protagonista (passato nella figura del bambino, futuro nell’anziano e presente nell’adulto di mezza età). Il video inizia con le  immagini della mente del protagonista che proiettano verso un futuro indecifrabile o ancorano ad un passato da cui non si riesce a liberare, senza riuscire a vivere il presente, o a metterlo a fuoco. L’antica villa sui Colli Euganei è il luogo allegorico in cui quest’uomo, un po’ bambino e impacciato nell’essere adulto, cerca di liberarsi dalla sua immagine infantile e dalla sua proiezione in età matura.  Gli occhiali sono il simbolo di questa incapacità di vivere e vedere il proprio presente. In questo percorso metaforico tra le stanze della propria mente, si arriva un’accettazione di se stesso, senza più bisogno di quegli occhiali che cambiano forme e colori a ciò che si è. La regia e la sceneggiatura del videoclip è di Michele Angrisani.

Il disco comprende canzoni più o meno recenti: si parte da “Grazie fin qui”, canzone scritta nel settembre 2017 che parla di una rottura affettiva e del senso di solitudine, dei giorni dell’abbandono che ne sono seguiti: ho voluto che il cd partisse da questa traccia e costruisse man mano un cammino di rinascita di un individuo, io. Si arriva così all’ultimo brano, “Riparare”, nel quale si accenna all’arte del kintsugi, dell’abbracciare il danno, senza vergognarsi delle ferite, ricordando che sono proprio quelle “crepe” che costituiscono l’unicità della propria trama, intrisa della propria bellezza, fiduciosa nel sapersi guardare con nuovi occhi e perdonandosi per ciò che non è andato.  

 

In questo viaggio, dalla rottura alla riparazione, si parla del rischio di perdersi e della possibilità di ritrovarsi, figlia della capacità di riparare le relazioni con gli altri, ma soprattutto, di recuperare e rileggere quella più intima e personale nei confronti di se stessi, con cura sollecita e leggera. – commenta Cristian GrassilliRiappacificandosi con il passato, senza anticipare l’ansia di quel che dovrà succedere, fino a riuscire a stare nel presente, al lasciare essere quello che c’è”.
 

La copertina del disco ritrae  l‘immagine di un elefante su un tappeto volante, tratta da un verso della canzone “Leggerezza” che fa "…Leggero come un elefante su un tappeto volante...”. Complice la rilettura di “Lezioni americane” dell'immenso I. Calvino, ho voluto dedicare all'importanza della leggerezza questa canzone, come ritrovata capacità di stare in relazione con la vita. Ho scelto poi di metterla in copertina perché mi piaceva che l’elefante, dotato di grande memoria, fosse un simbolo della capacità di portare con sè la propria storia, senza esserne schiacchiato dal peso, stando con leggerezza sul presente, con quello che c’è.

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