Ciliari ci porta fuori dalla Nebbia dell'anima

Musica

Fabrizio Basso

Il brano, indie pop malinconico e bohèmien, è un mix audace tra cantautorato italiano della vecchia scuola e soul contemporaneo, che narra di un amore folle e complicato che viene raccontato nel video. L'INTERVISTA

E' un banco di Nebbia il singolo d'esordio da solista di Ciliari, ovvero Domenico “Domi” Tinelli, cantautore pugliese di base a Milano, già frontman de Gli Amanti. Il pezzo racconta di un amore complicato, dell'ammissione di responsabilità, delle prese di consapevolezza ed è accompagnato da un video che ha per protagonisti Arianna Mattioli e Alessandro Letizia e nasce dall’idea del regista Tommaso Montagnoli

Perché la scelta di Nebbia come singolo?
E' già studiato un percorso e questo è il primo singolo ma siamo pronti con una produzione già strutturata. Nebbia si stacca un po’ dal percorso precedente. Sono partito come primo pezzo finito, con la produzione di Riccardo Sciré e Roberto Pace che mi hanno aiutato molto nella ricerca. Dopo gli Amanti mi sono preso tempo per studiare e questo è il primo approccio.
Cosa rappresenta la nebbia per un pugliese?
Vengo da Noci, un piccolo paesino e sono cresciuto cercando qualcosa da fare, lì non c’era tutto quello che si trova in città. Dunque era bello perdersi nei pensieri e da lì sono partito con la scrittura. E’ un' arma a doppio taglio, da una parte nasconde ma dall’altra fa riflettere. La mebbia del pezzo è negativa.
Parliamo del video: che biglietto era quello nel cassetto e cosa c’era sui fogli che sono volati durante il litigio?
E' il biglietto di un viaggio che non è mai stato fatto, era il viaggio del regista, doveva partire ma non è successo. C'è il concetto di sospeso. Ho passato tutta una giornata a scrivere i fogli di un autore, il protagonista, e lei stanca di un lui sempre concentrato sulle sue cose ha lanciato in aria ciò che per lui è più importanto. Lui è esploso per i fogli delle sue canzoni perché è stato toccato nel vivo.
Sarà un video con un seguito?
Il finale è sospeso perché da lì inizia una nuova vita. Da qui parte un nuovo percorso, il passato rimane lì tra ricordo ed esperienza. Lo vedo più come il prequel del mio futuro, una ripartenza soprattutto umana.
Perché Ciliari?
E' uno scherzo. Mi chiamo Domenico ma tutti riducono a Domi, quindi Domi…Ciliari. Inoltre prima del primo lockdown mi ero già auto-recluso.
Oggi è complicato scrivere di amore essendo tutto veicolato dai social?
Qualsiasi cosa che si va a raccontare deve essere sentita, vissuta al cento per cento. Una emozione la racconti bene solo se è vissuta. Non è sincero il racconto di un sentimento non vissuto. La vera difficoltà è mettersi a nudo ed esprimere i propri sentimenti.
Nella comprensione di un errore si tende a essere indulgenti oppure troppo punitivi?
Spesso si tende a cancellare tutto. Dipende da un percorso naturale, perdonare può essere una chiave per vivere meglio. Riuscire a volere bene a una persona che si è amata senza rancore fa parte della maturità di una persona. Vale anche per un amico.
La quarantena è stata creativa?
La seconda parte la accuso di più, avevo voglia di portare il giro il singolo e suonare. Ho scritto tanto. Pensavo di avere chiuso il disco un anno fa ma anche nei periodi rossi abbiamo fatto produzioni a distanza. Ero comunque già abituato a scrivere in solitario. Mi ha fatto bene dal punto di vista creativo ora però voglio la spinta per uscire e fare musica.

Ti manca la vita della band?
Il mio team è giusto per la musica che devo creare. Resta la base della band, in sala costruiamo tutto e siamo in tre. Tramite loro ottengo quello che ho in testa.
Come inizierai il 2021?
Farò qualche diretta sui social. Ci aggiungo che da gennaio ci saranno novità interessanti, sarà un mese ricco di sorprese!

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