Ospite di Stories, il ciclo di interviste dedicate al mondo dello spettacolo, il cantautore si racconta a Sky Tg24. L’arte e la vita tra passato, presente e futuro. Un viaggio nella sua carriera attraverso le canzoni che hanno segnato l’adolescenza (e non sono) di tutti noi
Max Pezzali è un sorriso timido che si apre come quando riconosci qualcuno per strada ma non immediatamente. È il vicino della porta accanto, quello che ha saputo raccontare un’adolescenza fatta di cose infinitamente piccole ma infinitamente necessarie. È la canzone d’amore che hai cantato in macchina, da solo, chiedendoti “Come mai” non ami proprio te.
Max Pezzali è uno di noi. Uno che “ti ricordi quella volta in quarta liceo”. Uno che conserva un carillon regalato dalla professoressa di Storia e Filosofia. Uno che nella vita ha sbagliato, come tutti. Uno che ce l’ha fatta, come pochi. Uno che se non avesse fatto il cantante avrebbe fatto il camionista perché lo trova un lavoro così romantico.
Max Pezzali è la canzone che hai cantato anche tu che ascolti solo musica impegnata. È il ricordo della prima volta, di qualunque prima volta, della prima volta che non si scorda mai. È il momento in cui hai detto “o la va o la spacca”. È il film che riguardi mille volte solo perché ti mette sicurezza. È il momento di amarcord inevitabile quando pensi che sono passati quasi 30 anni da “Hanno ucciso l’uomo ragno”.
È così ti ritrovi a guardarti indietro. A sorridere per come eri. A pensare a come sarai. Come in questa chiacchierata.