Solo al Sole è il nuovo singolo de L'Albero: il video

Musica

Il singolo è una fotografia di cosa si può provare nei momenti di transizione che seguono periodi di cambiamento e di grandi riflessioni. Un brano originale dell'artista ci introduce al video

Con “Solo al sole” avevo voglia di scrivere una canzone in presa diretta, come un

piano sequenza. Volevo un pezzo che narrasse una sensazione, che fosse più

un'impressione che qualcosa di chiaramente definibile, come quando nella vita

accadono cose che non riesci a spiegare fin da subito e che richiedono più tempo per

poter essere messe a fuoco e capite. Questa canzone, che dà anche il titolo al mio nuovo disco in uscita il 13 novembre per Santeria Records, è una fotografia di cosa si può provare nei momenti di transizione che seguono periodi di cambiamento e di grandi riflessioni. Capita di attraversare mesi in cui si pensa troppo, almeno a me succede così. Alcuni avvenimenti ti portano a ricalibrare il tuo sguardo verso la vita e il mondo. È l'esperienza che rivendica la sua parte, quindi si è portati a fare molti pensieri e ragionamenti su se stessi e sugli altri, che poi non è altro che conoscersi di più e meglio di prima. Una volta superati questi momenti di passaggio, si è finalmente

pronti per svuotarsi dai pensieri superflui e ripartire verso i nuovi misteri che la vita

ci mette davanti ogni giorno. Nella canzone dico: Sì, un minuto ancora così, ora

chiudo gli occhi, ecco non penso più a niente, asciugo la mia mente. Si tratta di

arrivare a quell'equilibrio tra il non pensare e il pensare troppo. In quell'equilibrio sta

l'esistenza al suo massimo, un'esperienza sublime e divina, quasi dal sapore mistico.

Per me la realtà è tutta un mistero e una scoperta, proprio come appariva agli occhi di alcuni poeti che amo. Mi piace meravigliarmi davanti a un tronco o a un paesaggio,

per me non potrebbe essere altrimenti, è il mistero stesso dell'esistenza che mi fa

sentire vivo, senza naturalmente capirne niente. Questo mio sguardo verso la realtà

ho voluto fosse presente nel videoclip che ho ideato insieme a Francesco Marchi, il

quale lo ha anche diretto. Insieme abbiamo cercato di rappresentare al meglio questo mistero che è nella natura, volevo emergesse un forte e stretto rapporto dell'essere umano con essa.

Per molte scene ci siamo ispirati al film del 1975 Picnic at Hanging Rock di Peter Weir. Ho sempre amato il senso di inquietudine che si respira in quella pellicola, stare in mezzo alla natura, essere un tutt'uno con essa, sentirne il richiamo forte e contemporaneamente averne anche paura. Alla fine del mio pellegrinaggio arrivo in un vecchio mulino abbandonato da qualche secolo: lì la natura ha vinto, l'uomo si é ritirato. Ai piedi della vecchia cinquecentesca rovina si è formato un laghetto che raccoglie l'acqua piovana e quella proveniente da alcuni canali circostanti, così come accade con i miei pensieri nella canzone: a un certo punto rallentano, si fermano e si raccolgono per adagiarsi sul fondo. La mente si asciuga, la vitalità riaffiora, i dubbi svaniscono e il cielo splende di un azzurro dalla bellezza imbarazzante. Ti chiama. Tu vai, ora sei nuovamente pronto. 

Spettacolo: Per te