Ensi fiero va incontro al suo Oggi

Musica

Fabrizio Basso

Andrea Barchi

Il nuovo progetto discografico del rapper piemontese si compone di sei brani e segna il suo ritorno sulle scene a distanza di un anno dall’ultimo lavoro in studio. Il disco è stato anticipato dai singoli Specialist, prodotto da Gemitaiz, 090320 e Mari feat. Giaime

Oggi è un progetto nato dalla volontà di Ensi di sperimentare e uscire dalla comfort zone per seguire una sua evoluzione musicale e discografica. L’EP è il risultato del connubio tra la discografia passata e presente e racchiude l’essenza della sua musica in ogni traccia, lasciando un’impronta che rimarca l’innata poliedricità del rapper piemontese. Ensi è una figura eclettica e trasversale che, per contenuti e spessore artistico, è riuscito a distinguersi pur mantenendo una forte e credibile identità musicale.

 

Partiamo dall'origine di Oggi.
Ho iniziato a lavorarci all'inizio dell'anno ma tutto è andato a rilento per il covid (tutto sul coronavirus) e per scelte personali che poi sono diventate lavorative. Oggi si ha la memoria corta, chi mi conosce sa che so uscire dalla comfort zone. Ho il mio gruppo ma anche volti nuovi vicino a me. La scrittura è partita a inizio anno anche se nella sua interezza ha radici più vecchie.
Va riconosciuto che tu sai stupire sempre.
Un album era prematuro, l’Ep va bene soprattutto in un paese che la musica la mangia e le concede una vita breve. Oggi è importante essere presenti nel mercato a livello musicale. A livello anagrafico sono un giovane veterano, prima di me ci sono vent'anni. Sono in fascia di mezzo tra digitale e analogico. Una versione matura di me è pronta a mettersi in linea con l’asset della discografia di oggi.
Come ti collochi nel panorama musicale attuale?
Rappresento con orgoglio un genere che ha una storia restando però al passo con i tempi. Sono più fresco oggi di quando avevo vent’anni, lo sento nella mia scrittura. Invecchiare bene mi permette un prodotto più raro e competitivo. Non faccio scelte discografiche azzardate per essere tra i considerati o entrare in playlist. Ogni scelta è stata ponderata..sono uscito dal comfort perché solo chi muore non cambia.
Come racconti l'evoluzione di un genere?
Nel rap c’è il concetto del tramandare, senza i rapper dei primi anni Novanta oggi non avrei il livello che ho. Un rapper vuole sentirsi dire da un rapper più vecchio di lui che spacca il c..o. Mantiene l’energia dell’ambiente e per l’ambiente. Da ragazzino volevo essere come Neffa, Cor Veleno, Tormento, Articolo 31. Oggi chi è giovane può avere un livello culturale più alto viste le informazioni cui può accedere. Chi ha sensibilità verso l’arte si trova bene.
Va anche ricordato che tu sei cresciuto in "strada".
Arrivo dalle battaglie, dal freestyle e dal dissing velato. Certe mie affermazioni si riferiscono a chi vuole successo a tutti i costi. Io non ho fatto l'oro ma ho sputato diamanti.
In un brano affronti il tema della cannabis legale.
Ne parlo da padre di famiglia e so che mi porterò dietro critiche ma l’arte non va limitata. E lo faccio mettendoci la faccia.
Il passato è importante per te.
Sapere quello che c’è stato prima non rende più forti ma più consapevoli. Le nuove generazioni hanno tutta la musica con un clic, avessi avuto io questa opportunità credo che sarei morto schiacciato. Non capitavi per caso nel rap, chi lo scopriva era richiamato da questa musica. Oggi è difficile creare una spina dorsale musicale, si cresce con playlist musicali troppo varie. Se sei indietro come cultura non puoi essere alla pari, oggi il rap italiano è migliori di altri.
Sembri molto fiero di te e di Oggi.
Dal punto di vista tecnico stilistico sono in forma come mai prima. Sono riuscito a dosare l’istinto ed è stato un elemento fondamentale arrivando dal freestyle.
Va bene uscire dalla comfort zone ma si percepisce anche una urgenza espressiva.
Siamo tutti in costante aggiornamento anche se con sfumature perché non ho mai cambiato in corsa. Mi sento assolutamente in forma per dire la mia anche nei prossimi lavori, ci sono già sintomi nelle tracce e nei flow: non voglio assomigliare a chi fa il copia e incolla. Non faccio parte di quella gara. La mia matrice è una cura maniacale nella ricerca del linguaggio, delle similitudini e della cultura popolare.
Col rap si fa la rivoluzione?
E' una visione troppo romantica. In altri paesi le rivoluzioni si fanno, qui non ci sono mai state. Pensa alla Francia e ai gilet gialli. Noi saltiamo la fila e ci lamentiamo che le cose non vanno bene. Mi piacciono lo sbocco professionale per i giovani, le storie di strada, la voglia di cambiare status economico. E' una bella storia motivazionale vedere uno del tuo palazzo che ce l’ha fatta. Se millanti una arte che non possiedi per un po’ inganni ma non per sempre anche se sai essere bravo a raccontarla.
Chiudamo pensando ai live.
Non ho un repertorio chitarra e voce, basterebbe con una piccola band. Bisogna ripartire per sostenere chi lavora intorno alla musica, cercare cose su misura. Anche esibirsi davanti a cento persone ma bisogna farlo!

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