Chiara Pastò la sola The Other Girl della musica

Musica

Fabrizio Basso

Una voce, la sua, importante, potente, delicata e che sa giocare e divertirsi. Accompagnata da un suono vero, cristallino, profondo, senza compromessi. L'INTERVISTA

E' un viaggio, in due lingue, che racconta un mondo, sonoro e testuale, che in Italia ha pochi frequentatori. Di livello, intendo. Tra questi c'è Chiara Pastò, giovane artista veneta, dalla voce potente e conturbante, con profonde influenze jazz e una estensione che sfiora kla lirica. Il suo album si intitola The other girl e lei rappresenta laltra faccia dei vent'anni, lo specchio di una generazione che cresce su insegnamenti profondi e solide basi.
 

Come è The Other Girl dopo essere uscita da IllegalLove2?
Avevi bisogno di togliermi qualche sassolino, ho scritto quattro testi tra cui quello che hai citato e sono molto personali, indagano esperienze che ho vissuto. La scrittura è anche psicanalisi.
Sei sicura che l’amore rinasce sempre?
L’amore rinasce come sentimento dentro di sé, se non ci chiudiamo al mondo rinasce magari con un'altra persona ma lo fa. L’essere umano va in quella direzione.
I sogni sono tutti fragili o solo quelli legati all’amore?
Ogni sogno ha una sua fragilità, ci sono ostacoli che non li fanno diventare reali. Accettando quella fragilità dobbiamo noi trovare la forza per realizzarli.
Credi di andare a occupare un posto che, artisticamente parlando, in Italia non c’è?
Il mio genere non è estraneo alla storia della musica italiana ma può aiutarci a rispolverare certe cose rimaste a lungo in un angolo. Vado a ripescare generi e artisti che non ci sono più. Non è il mio un pop radiofonico anche se ammetto che talvolta prendo ispirazione da cose che sento in radio.
I duetti dei sogni?
Lista infinita. Stevie Wonder, Michael Jackson, Whitney Houston, Luigi Tenco, Mina e mi fermo.
Che colore ha la bellezza?
In generale è un arcobaleno. Per me oggi ha il colore dello sfondo del disco, è un colore che ho ricercato con dedizione.
C’è ancora posto per i poeti, i sognatori, i visionari?
Esistono. Io mi ritengo fortunata e in questo momento c’è bisogno di loro, soprattutto ora perché servono a uscire da questo mondo. Abbiamo bisogno di persone che ci circondano di bellezza.
Ascoltando Feel you on my soul ho la sensazione che in alcuni brani tieni la voce un po' frenata.
Forse non ho ancora la piena consapevolezza delle mie capacità, è un lavoro continuo che faccio da anni. Ma ti assicuro che mi sono sentita libera in ogni brano.
Coraggiosa la scelta della lunghezza dei brani, quasi tutti sui quattro minuti.
Ogni brano richiedeva quella lunghezza. Per precisione non ho curato io l’arrangiamento, lo ha fatto Fabrizio Castania.
Hai collaborato con nove autori.
Un bel gioco, uno scambio di opinioni, idee ed emozioni intenso con molti di loro. Quando è stato possibile ci siamo incontrati. Un lavoro reso possibile grazie anche al mio produttore Marco Lincetto.
Coraggioso anche Lontano Lontano che per quasi trenta secondi fai solo con la voce: ti sei presa un bel rischio.
Un arrangiamento pensato con Francesco Collon, volevo lasciare spazio solo alle parole, meravigliose come molte altre scritti da lui. Ha un significato per me anche umanamente.
Canti in italiano e in inglese: pensi a due mercati discografici?
Fondamentalmente è una mia esigenza espressiva, non c'è una strategia dietro. Ciò non toglie che un pensierino ad ampliare l'orizzonte si fa.
Covid (tutto sul coronaviurs) permettendo che farai nelle prossime settimane?
Non ci vogliamo fermare, stiamo studiando alternative, c'era in programma un concerto a Roma ma non è stato possibile farlo. Troveremo altre strategie anche se mi manca il contatto col pubblico, per me è una linfa vitale. Io salirei su un palco anche domani e ti dico che più siamo meglio è ma andrebbe bene anche con poche persone davanti perché fa bene all’anima.


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